In Libia a caccia di meteoriti

In Libia a caccia di meteoriti | ASTRONOMIA In Libia a caccia di meteoriti SUCCESSO DI UNA RECENTE SPEDIZIONE: TROVATI INTATTI NELLA SABBIA DEL DESERT012 CHILI DI «SASSI SPAZIALI» G. Pratesi e C. Manf redotti (*) TROVARE sulla Terra una testimonianza di epoche più antiche della Terra stessa può appari�re un'impresa impossibile. Eppu�re esistono oggetti naturali, au�tentiche prove materiah, dei pro�cessi che avvennero in periodi nei quali non solo la Terra, ma nessuno degh altri pianeti del sistema solare esisteva: sono le meteoriti, corpi extraterrestri che vagano nel sistema solare e che sporadicamente, incrocian�do l'orbita del nostro pianeta, cadono sulla Terra. Recenti ricer�che hanno dimostrato che il tasso di caduta di materiale ex�traterrestre è ben più elevato di quanto si ritenesse fino ad alcu�ni anni fa. Purtroppo molti fattori con�corrono ad impedire che la gran parte di questi oggetti venga ritrovata. Primo fra tutti la diffi�coltà a riconoscerli: mentre alcu�ne meteoriti si presentano come corpi ferrosi e quindi atipici rispetto alle rocce circostanti, altre, essendo costituite in larga prevalenza da silicati, hanno l'ap�parenza di rocce comuni e per�tanto difficilmente attraggono la curiosità di colui che distratta�mente le osserva. Un altro fatto�re che contribuisce a rendere cos�rari questi reperti è la degra�dazione a cui è soggetto qualun�que tipo di materiale. La presen�za del suolo, poi, determina un ulteriore ostacolo al rinvenimen�to e conservazione delle meteori�ti poiché queste tendono a spro�fondare all'atto della caduta. Ma esistono luoghi nei quali è più probabile trovare meteoriti, e sono i deserti. Qui le condizioni climatiche rallentano fortemen�te i processi di alterazione, men�tre l'assenza di suolo favorisce l'esposizione e, di conseguenza, il rinvenimento. Da alami anni l'attenzione dei ricercatori si è incentrata soprattutto sull'An�tartide, un deserto freddo dove numerose spedizioni, compiute da gruppi di vari paesi, hanno portato alla luce migliaia di meteoriti, talora di rilevante valore scientifico. Non altrettante at�tenzioni hanno ricevuto, almeno fino ad oggi, i deserti caldi, dove pure esiste una grande quantità di reperti in attesa di essere raccolta e studiata. . A colmare questa lacuna è Venuta,tra febbraio e marzo, una spedizione scientifica di 18 giorni nel Sahara libico, ad Hammadah Al-Hamra, organizzata dal Museo di Storia Naturale deUUniversità di Firenze, in col�laborazione con l'Istituto Geofisi�co Toscano e le Università di Torino e Camerino, alla quale ha garantito un supporto finanzia�rio la Provincia di Prato. I risulta�ti della spedizione confermano appieno, con le 13 meteoriti rinvenute, per 12 chilogrammi complessivi, il grande interesse deUe aree desertiche. Owiamen te non tutte le zone sono cos�proficue: in molti casi, anzi, la presenza di dune, di processi di sedimentazione o di morfologie accidentate rende la ricerca pres�soché impossibile. Cos�come è accaduto in Antartide, dove uno degh aspetti della ricerca ha riguardato l'individuazione del�le aree di "caccia", anche nei deserti caldi occorreranno appro�fonditi studi preliminari per identificare le aree con maggiore potenziale. Le meteoriti trovate vengono ora esaminate da Alessandro Lo Giudice (Università di Torino) con tecniche basate sulla ionoluminescenza e sulla catodoluminescenza che consistono nella realizzazione e nello studio di mappe di luminescenza indotta da micro o nanofasci di ioni e di elettroni. Dalle prime analisi ri�sulta che sono in prevalenza meteoriti di natura condritica e quindi con età di formazione superiore ai 4,5 miliardi di anni. L'esperienza fatta ha messo insieme un progetto museale e le esigenze deUa ricerca. La collabo�razione tra la Provincia di Prato e l'Università di Firenze ha con�sentito da un lato all'amministra�zione provinciale di incrementa�re la coUezione dell'istituendo Museo di Scienze Planetarie mentre, dall'altro lato, ha per�messo al Museo di Storia Natura�le dell'Università di Firenze di ottenere campioni "vergini" da studiare e classificare. Perché, a proposito delle meteoriti, sono ancora oggi valide le parole dell' iscrizione posta nel luogo della più antica caduta storicamente documentata (Ensisheìm, Alsa�zia, 1492): «Multi multa, omnes aliquid, nemo satis», cioè «molti ne sanno molto, tutti ne sanno qualcosa, nessuno ne sa abba�stanza». (*) Università di Firenze e Università di Torino |P 5i Il frammento più grande della meteorite di Mbale, caduta in Uganda nel 1992 Pesa 27,3 chilogrammi

Persone citate: Alessandro Lo Giudice, Hamra, Toscano

Luoghi citati: Antartide, Firenze, Ham, Libia, Prato, Torino