«Le pensioni? Chissà»

«Le pensioni? Chissà» IL MINISTRO DEL WELFARE «NE'ACCODATI A CONFINDUSTR1A NE'SUCCUBI DELLA CGIL» «Le pensioni? Chissà» Marmi: non è detto che serva riformarle Roberto Giovanni ni ROMA PARLA Roberto Maroni, pa�re quasi di sentire parlare il suo predecessore Cesare Salvi. «Non vorrei esordisce che nel governo qualcuno desse per scontato che una riforma delle pensioni si farà per forza. Non mi pare che tutti siailo convinti che una riforma serva». Guai in vista per Giulio Tremon�ti, si direbbe. Anche perché il neoministro del Welfare sembra voler fare sul serio. «Ho manda�to una lettera al presidente del Consiglio spiega e per cono�scenza ai ministri dell'Economia e delle Attività Produttive in cui chiedo di partecipare al tavolo in cui si discute il Dpef. Non mi va che ci sia un Dpef in cui si parla di lavoro, pensioni, incentivi al�l'occupazione senza che il mini�stro del Lavoro abbia potuto dire la sua». Poi, però, quando parla di licenziamenti, ecco le ricette del centrodestra. «Il sindacato è contrario a intervenire sull'arti�colo 18 dello Statuto dei lavorato�ri, altri sono favorevoli. Io per adesso non ho ancora una posi�zione definita, ma dico che per aumentare il tasso di occupazio�ne il tema della flessibilità va discusso senza pregiudiziali». Torniamo alle pensioni. Confmdustria e molti esponenti del Polo vorrebbero indicati i risparmi già nel Dpef. I sindacati dicono che prima della verifica sulla riforma Dini bisogna sbloccare i fon�di pensione e il Tfr. «Io dico che non si può separare la verifica da tutte le altre que�stioni, fondi pensione e Tfr in primo luogo. La "cassa" non può essere l'unica prospettiva da cui si guarda la riforma del welfare, che riguarda risorse del mondo del lavoro, che coinvolge milioni di persone, che può provocare conflitti sociali. Capisco che Tre�monti veda le cose da una pro�spettiva di tipo finanziario, ma il mio punto di vista è un altro, più vicino alla tesi di Pezzetta. Que�sto è il senso della mia richiesta di partecipare come ministro del Welfare alla definizione del Dpef. Bisogna risparmiare? Va bene: tiriamo tutti la cinghia, ma il risparmio non può essere cerca�to a prescindere nella previden�za, e poi realizzare ima riforma che rispetti quegli obiettivi di cassa. Il discorso va ribaltato completamente». Cosa dirà al Congresso Cisl? «Confermerò la disponibilità al dialogo già indicata da Berlusco�ni. Non vorrei usare la parola concertazione: rischia di richia�mare un metodo che non sempre ha funzionato. Dialogare sem�pre, ma la concertazione non può essere imo strumento che poi impedisce al governo di prendere decisioni se uno dei soggetti non ci sta. Il compito del governo è quello di assumere decisioni, pos�sibilmente concordandole; ma al�la fine dobbiamo decidere, e io intendo esercitare questa prero�gativa. Dirò che non siamo i portavoce di una sola parte socia�le, ancorché autorevole e impor�tante, e che andremo avanti sul nostro programma». Tradotto: non porterete ac�qua al mulino Confindustria, ma non cercherete a ogni costo il consenso della Cgil. «Esatto. E spiegherò che non è vero, come affermano esponenti della Cgil, che il governo non è disponibile a discutere un nuovo patto sociale». Un patto è imo scambio. Voi cosa siete disposti a «dare»? «Prima, dobbiamo mettere sul tappeto tutte le questioni: la flessibilità, i contratti a tempo determinato, il sommerso, il lavoro nero, il precariato. Ma dobbiamo discutere tutti senza pregiudiziali. L'obiettivo è quel�lo di creare specie nel Mezzo�giorno occupazione senza assi�stenzialismo, di far emergere il lavoro nero, utihzzando tutti gli strumenti disponibili con impégno e fantasia. Darò a un sottosegretario una specifica re�sponsabilità per il lavoro nel Sud». Insomma, volete cambiare le regole del mercato del lavoro. «Forse non serve una rivoluzio�ne, come ha detto Berlusconi, ma certamente una riforma. Discutendo di flessibilità sala�riale, di flessibilità in entrata e di flessibilità in uscita». Si parla di aumenti delle pensioni minime a un milio�ne. Altro tema, l'avviso co�mune sui contratti a termi�ne. Che farete? «Abbiamo preso un impegno sulle pensioni, credo vada man�tenuto; se possibile, nei primi cento giorni. La direttiva sui contratti a tennine, invece, sca�de il 10 luglio, e il governo può prorogarla di un altro anno. C'è un'intesa di massima tra le parti sociali, non condivisa da Cgil, Confcommercio, Cooperati�ve e Confesercenti. Mi pare che le distanze non siano incolmabi�li. Credo sia opportuno fare uno sforzo per colmarle, e consenti�re all'Italia di rispettare il termi�ne del 10 luglio. Il mio auspicio è che riprenda una trattativa per arrivare a un accordo comu�ne; se serve, il ministro è pron�to a prendere iniziative». «Cercheremo il consenso ma tutti devono dialogare senza pregiudizi Anche sulla flessibilità in uscita» Il ministro del Welfare Maroni, sopra a destra il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

Persone citate: Berlusconi, Cesare Salvi, Dini, Giulio Tremonti, Maroni, Pezzetta, Roberto Giovanni, Roberto Maroni

Luoghi citati: Confcommercio, Italia, Roma