Lu Bce lancia Pallanne per i conti di Stefano Lepri

Lu Bce lancia Pallanne per i conti Lu Bce lancia Pallanne per i conti «Rallenta la crescita, possibili misure d'emergenza» Stefano Lepri ROMA L'allarme sui conti dello Stato italiano, trasmesso dalla Banca d'Italia, arriva a Francoforte. La Banca centrale europea, già preoc�cupata soprattutto per la Gennania, ammonisce tutti i paesi del�l'euro a rispettare gli obiettivi di deficit nel 2001, con «eventuali misure di emergenza». Natural�mente in Italia tornano i ricordi lontani delle «manovre-bis» o «ma�novrine»: secondo la Casa delle Libertà c'è addirittura il pericolo di un intervento da trentamila miliardi. Ma ben oltre le beghe di casa nostra fra nuova e vecchia maggioranza, si apre un contenzio�so tra la Bce da una parte, i governi e la commissione di Bruxelles dal�l'altra. Di fronte al rallentamento della crescita economica, i governi pen�sano di farbene ad allentare un po' il rigore di bilancio, per sostenere l'economia; che sia stata insomma una buona idea l'aver concesso sgravi fiscali come hanno fatto Germania, Italia e Francia con le rispettive leggi finanziarie 2001. E' una tesi che in ima certa misura ha trovato la comprensione del Fondo monetario intemazionale. -Al contrario la Banca centrale europea, nel suo boUettino mensi�le, emesso ieri, sostienei che il ral�lentamento^ della crescita tpur suife'fl&ire'a1 (^iàìittò'^èisa Stessa aveva previsto finora, non è suffi�ciente a giustificare un minor rigo�re. Perché? Perché nonostante tut�to in Europa «la crescita del prodot�to dovrebbe mantenersi prossima al potenziale». In altre parole, per dare ima spinta all'economia non si può fare a meno di riforme strutturali; Tassando di meno sen�za ridurre le spese si rischia di accelerare l'inflazione. Tanto è vero che la Bce, pur rivedendo all'ingiù le proprie sti�me di crescita sull'area euro, lo fa meno di quanto hanno fatto molti centri di ricerca privati, e meno anche di quanto aveva fatto inten�dere il suo stesso presidente Wim Duisenberg qualche settimana fa. Per il 2001, si legge sul bollettino mensile uscito ieri, i 12 paesi dell'euro dovrebbero crescere «fra il 2,2 e il.2,896». La media tra queste due cifre è il 2,60z6, mentre Duisenberg aveva alluso a qualco�sa sotto il 2,50Zo. Tanto per fare un confronto, la Deutsche Bank preve�de 2,2-2,396, la Banca commerciale 2,l07o. All'armo elettorale italiano, se�guirà quello tedesco (voto nell'otto�bre 2002); mentre l'inflazione con�tinua ad andare troppo svelta, in Germania più che in Italia, e secon�do il bollettino della Bce «in area euro rimarrà nel 2001 al di sopra del 20Zo». I piani del governo di Berlino per la legge finanziaria 2002 sono sembrati alla Bce di Francoforte preoccupanti, con uri aumento delle spese. Poi sono arri�vate da Roma le stime della Banca d'Italia sul «rilevante» sfondamen�to degli obiettivi di deficit denun�ciato come possibile dal governato�re Fazio. Quale sia la cifra non si sa, ma si presume che sia di alme�no 20.000 miliardi di lire. Da qui perché la Bce non ha fonti proprie sui conti pubblici italiani, deve rifarsi alla Banca d'Italia partono le considerazioni esposte nel bollettino a proposito degli sgravi fiscali compiuti in Italiaealtrove: in generale «l'alleg�gerimento della pressione fiscale è un fatto positivo»; in alcuni paesi inoltre ((rappresenta una ricom�pensa per gli sforzi compiuti in precedenza, in termini di riequili�brio del bUancio e riduzione del debito»; ma oltre certi limiti «è necessario imo sforzo addizionale di contenimento della spesa». Anche dalle cifre giunte dalla Banca d'Italia nasce la previsione della Bce (non corredata, come di consueto, da numeri) che nel 2001 «vi sia, per la prima volta dall 993, un deterioramento dei conti pubblici» nella media dell'area euro. La denuncia dell'«indebolimento dell'azione di riequilibrio» dei bi�lanci pubblici è corredata da un richiamo particolare ai 3 paesi (Belgio, Italia, Grecia) «con un rap�porto tra debito e prodotto lordo ancora molto elevato». E per il 2002 sia avvisano i governi die (di rispetto dei piani a medio tennine contenuti nei programmi di stabili�tà dovrebbe essere considerato l'obiettivo minimo». Per l'Italia questo obiettivo saTObbe ridurre il deficit allo 0,507o del prodotto lor�do, ossia circa 11.500 miliardi. pochissimo. I conti dello Stato italiano sono molto difficili da penetrare; come stanno le cose lo sa solo la Ragione�ria dello Stato. Spesso anche quel�le della Banca d'Italia sono in parte congetture. In una scomposi�zione di un possibile ((buco» 2001 di 30.000 miliardi, esponenti della Casa delle Libertà ne conteggiano 12.000 di mancati incassi dalla tassa sui capital gain; sembra invece che questo minor gettito fosse già stato considerato dal Tesoro e che quindi la voce non compaia nella stima fatta dalla Banca d'Italia. Un'altra fonte di possibile confusione è che ci sono due diversi metodi di conteggio del deficit, quello «italiano» (fabbiso�gno finanziario del settore pubbli�co) e quello «europeo» (indebita�mento netto delle amministrazio�ni pubbliche) su come raccordare i quali sembra che Ragioneria e Banca d'Italia non siano concordi. «Per la prima volta dal 1993 si registra un deterioramento della dinamica della spesa statale» Continua la corsa dell'inflazione che nel 2001 resterà sopra il 2% nella zona dell'euro

Persone citate: Duisenberg, Genna, Wim Duisenberg