Rechy, il guerriero omosessuale di Elena Loewenthal

Rechy, il guerriero omosessuale OGGI ATÓWNO, LO SCRITTORE CHE SCANDALIZZO' L'Aft/IERICA DEGÙ ANNI 60 CON «CITTA' DELLA NOTTE» Rechy, il guerriero omosessuale Elena Loewenthal NOTTI d'insonnia per il fe�stival astigiano die con i suoi «chiaroscuri» scorta le giornate più lunghe dell'anno, dai tramonti intenninabili e dal�la luce ostinata ma anche notti, nere come un implacabile tratto censorio, reale e metaforico. Que�sta tinta cupa ben conosce John Rechy, che pubbhcò nel 1963 il \ suo Città della notte (di cui l'edi�zione italiana porta la data 1996, per i tipi di Tropea). Il romanzo affrontava per la prima volta, senza sensazionalismi e con inve�ce un'aderenza alla realtà che allora cólpi come imo squarcio nel buio, la vita e l'erotismo omosessuale. Per la prima volta la società eterosessuale si con�frontava, seppure fra le pagine di un libro, con un mondo sino ad allora relegato entro i confini di un'oscura invisibilità, racconta l'autore che ha oggi 67 anni e dopo la tappa al festival di Asti sarà oggi alle 18 alla libreria Luxembourg di Torino (via Cesa�re Battisti 7) per incontrare i lettori. Ha ima voce morbida di ameri�cano candidamente entusiasta del nostro paese, quest'uomo che con i suoi libri ha scosso l'Ameri�ca e non solo quella. Città di notte non fu soltanto un libro scandalo, ma anche e soprattutto una delle opere che hanno fatto la storia della letteratura ameri�cana negli ultimi cinquant'anni, una specie d'altro versante dei «Tropici» di Henry Miller, con la loro sensualità quasi tangibile, graffiante. Romanzo d'esordio. Città di notte è divenuto un best seller nel giro di brevissimo tem�po, e poi è stato adottato in numerosi corsi di letteratura con�temporanea americana. La cru�dezza delle situazioni narrative s'accompagna a quel coraggio necessario per sfondare il buio sapendo ciò cui si va incontro. All'uscita di del romanzo, infatti, non mancarono censure, grida d'orrore collettive, battaghe det�tate dal conformismo. Sono passati quasi quarant'anni e molte cose da allora sono cambiate, commenta Rechy con un sorriso gentile: sono «proud» di aver portato alla letteratura questa tematica che sino ad allo�ra era confinata nel più illeggibi�le trash. Per lui, d'altro canto, il messaggio sociale conta quanto la dignità letteraria della propria scrittura, riconosciuta dalla criti�ca e da milioni di lettori. Rechy si considera insomma imo scrittore puro e non (o non più) un militan�te di quella causa omosessuale per la quale il suo libro ha fatto da battistrada. Difficile dire se questa amabile pacatezza sia il frutto degli anni trascorsi scri�vendo, di tante vittorie dopo ancor più battaghe, o di quel paesaggio italiano che in questa stagione è più mite che mai, negli occhi affascinati di un sorridente turista americano.

Persone citate: Ameri, Battisti, Henry Miller, John Rechy, Rechy

Luoghi citati: Asti, Torino, Tropea