Cento chili d'oro nel muro Mistero in casa Wiesinger

Cento chili d'oro nel muro Mistero in casa Wiesinger Cento chili d'oro nel muro Mistero in casa Wiesinger la storia ori BOLZANO NI EL suo destino c'era l'oro, come in quello dei Nibe�lunghi. Atleta straordina�ria, sudtirolese o altoatesina, in ogni modo prima italiana a trion�fare al concorso intemazionale Eia, i campionati del mondo di discesa libera a Cortina d'Ampez�zo nel 1932, quando gh sci erano di legno e volare sul fianco innevato di un monte veniva considerata quasi una bizzarria. «È stata la mia vittoria memora�bile», amava ricordare Paula Wiesinger. Quella medagha d'oro l'aveva lanciata nel firmamento delle celebrità, che allora si presenta�va meno affollato ma pure meno effìmero di quanto non appaia oggi. Ha compiuto il passo d'ad�dio tre giorni fa nella sua casa all'Alpe di Sitisi, a 94 anni. Le cronache non sarebbero andate oltre al necrologio di mezza pagi�na sul quotidiano in lingua tede�sca Dolomiten e alle biografìe cariche di nostalgia per quella donna che aveva avuto il mondo ai suoi sci. Ma Paula Wiesinger era famosa e ricca, troppo ricca. Chi le ha fatto i conti in tasca ha riferito, anche al magistrato, che il suo patrimonio sarebbe stato di alcune decine di mihardi, compresi un grande albergo e 75 ettari di alpéggiOPE un quintale d'oro. '■'~\. 0 :; Lèi lo sapeva di appartenere ai vincenti, a coloro che non devono chiedere mai. .Non ha rivelato se corresse pei* vincere o vincesse per correre. Pareva che non trovasse avversarie e, forse, non ne aveva. Fece suo il titolo di campione nazionale in varie specialità alpine per 13 volte. Nel 1931, a Roccaraso, si era presentata con l'attrezzatu�ra per le prove nordiche, in altre parole, lei alta s�e no im metro e sessanta, si era gettata a capofit�to lungo la pista sul fianco del monte con un paio di sci da fondo prestati da un amico, lun�ghi 220 centimetri. Neppure con�tro quel «nonsense» tecnico le avversarie riuscirono a spuntar�la. Sciatrice e rocciatnce. Col marito, Hans Steger, un bavarese innamorato delle Alpi italia�ne, apr�una via sulla Stabeler. Poi quello che è stato definito il suo capolavoro: la verticale del�la parete Sud del Catinaccio. Insieme col marito prese parte ad alcune pellicole di Luis Trenker e Leni Riefenstahl, quel�la che chiamarono la regista di Hitler tanto appariva brava nel tradurre in immagini i capitoh decisivi della vita del Terzo Reich. Nei film con Paula Wiesinger la protagonista doveva essere la montagna ma finiva per diven�tarlo lei, la bella sciatrice. Il funerale è oggi, ma è già sepolta danna valanga di ordina�ria miseria umana. Quei cento chili d'oro sono rivendicati da una nipote che ha presentato ima denuncia alla magistratura. Due testimoni affermano che vennero murati neh'albergo Ste�ger Dellai deh'Alpe di Siusi, in un sottoscala sull'architrave di una porta. L'oro è poi stato fatto recuperare forando la parete con un martello pneumatico e riposto all'intemo di una casset�ta di sicurezza di un istituto di credito, a Castelrotto. Chissà da quale fonderia erano usciti quei lingotti, chissà perché lei li ave�va nascosti. E chissà se ne avreb�be mai parlato. Fatto è che poco più di un anno fa lo stabile è stato ristrutturato e quel tesoro luccicante è stato visto da quehe due persone. Due testimoni ora coinvolti in un'inchiesta sulla morte e in una causa per sospet�ta circonvenzione di persona «in stato di infermità o di deficienza psichica». L'esposto è stato presentato due mesi fa dalla nipote dell'ex campionessa, anche a nome di altri cinque parenti: hanno un forte sospetto che non tutto sia chiaro. Da tempo la gestione dell'albergo era passata da Pau�la Wiesinger a Bruno Steiner e alla moglie Hadelhaid Hasenauer: sono gli stessi che sotto�scrivono il necrologio a pagina 7 di Dolomiten nel quale si raccomanda di offrire non fiori ma opere di bene alla «Fonda�zione Hans und Paula Steger», per la tutela delle ricchezze naturali della zonav Un rappor�to, quello fra i coniugi Steiner e l'ex campionessa, che affonda�va nel tempo. E da tempo lasciava inquieti i sei nipoti che nel '98 tentarono di mette�re in moto la procedura d'inter�dizione per l'anziana prozia. Insomma, sarebbe bastato molto meno per far nascere qualche interrogativo a un ma�gistrato anche distratto. Inve�ce il sostituto procuratore Gui�do Rispoli dà l'impressione di essere uno assai attento, uno che i dubbi vuole spazzarli al più presto. Cos�ha incaricato dell'autopsia Eduardo Egarter, che oltre a essere il direttore dell'Istituto di medicina legale di Bolzano è anche responsabi�le del museo di Antropologia, quello che ospita la mummia del «cacciatore del Similaum». «Ho già le prime risposte, non^un,,rapporto scritto, in ogni modo la^ morte sarebbe dovuta a cause naturali dice il sostituto Rispoli anche se gli esiti degh esami tossicologi�ci arriveranno più avanti e soltanto allora avremo la cer�tezza che la signora non sia stata avvelenata». Ma rimane quel qualcosa che preoccupa i sei nipoti: quando la prozia firmava le carte, sapeva ciò che faceva? Era realmente lucida? «Questo aspetto aggiunge Rispoli verrà chiarito dagli esami sui tessuti cerebrali che saranno compiuti all'università di Vero�na. Mi si dice che il morbo di Alzheimer sia individuabile, la�sci tracce, ma pure che altre malattie siano difficili da indi�viduare. Vedremo». E allora, è proprio così: nel suo destino c'era l'oro, ma, forse, anche il veleno. •'; ^ ■" ! o .. tosi l a^La «Dama dello sci» aveva un patrimònio di venti miliardi e un grande albergo aM t? r.:'^-" ' I sei nipoti sono preoccupati per l'eredità: «La zia è stata circuita dal gestore del suo hotel» Inchiesta sulla morte della campionessa scomparsa a Bolzano all'età di 94 anni Due testimoni giurano di aver visto i lingotti Un «tesoro fantasma» che forse ora è in banca Paula Wiesinger (a sinistra in una foto recente) la campionessa di sci alpino degli Anni 30 (a destra) è morta lunedi sera all'età di 94 anni nella sua casa all'Alpe di Siusi

Luoghi citati: Bolzano, Castelrotto, Pau, Roccaraso, Siusi