Berlusconi ai sindacati: lavoriamo insieme di Roberto Giovannini

Berlusconi ai sindacati: lavoriamo insieme Berlusconi ai sindacati: lavoriamo insieme «Cosìpotremo trasformare l'Italia in un paese davvero moderno» Roberto Giovannini ROMA Silvio Berlusconi offre ai sinda�cati confederali pace, collabora�zione, dialogo e concertazione. Purché non ostacolino con un «antagonismo pregiudiziale» l'obiettivo di «trasformare l'Ita�lia in un Paese veramente mo�derno, efficiente e solidale». Il messaggio in cui il nuovo pre�mier propone alle parti sociali la sua «grande Rivoluzione» giunge decisamente inatteso \ (nella forma) per i 1300 delega�ti del congresso della Cisl. Non è una novità, al contrario, il tono dialogante e distensivo con cui il centrodestra cerca di impostare il rapporto con le grandi confederazioni sindaca�li. Il Cavaliere ricorda perfetta�mente quanto avvenne nell'au�tunno del 1994, sa bene quanta diffidenza vi sia nei suoi con�fronti, nelle sedi di Cgil-CislUil. E pur non prendendo alcun impegno concreto rispetto al merito delle scelte e delle deci�sioni che il suo governo prende�rà sui temi più caldi stato sociale, lavoro, scuola usa termini di stile «ciampiano». Come la necessità di preserva�re la «coesione sociale» e «il dialogo sociale che fa parte della Costituzione materiale del paese». Un messaggio che viene molto gradito dalla Cisl, ma che suscita una reazione di diffidenza nella Cgil di Sergio Cofferati. «L'Europa, la moneta unica, la globalizzazione dei mercati ha^crittb1 BfeHliscbUi nella sua breve missiva alla Cisl ci impongono, se non voghamo perdere competitività d sviluppò, una lunga e probabilmente difficile stagione di riforme: dal mercato del lavoro al welfa�re; dalla scuola all'intera archi�tettura dello Stato». Bisogna «accelerare», ma le riforme non vanno imposte dall'alto. «Considero il dialogo sociale elemento centrale della costi�tuzione materiale del nostro Paese», dice il premier, perché «questa grande Rivoluzione de�ve avvenire salvaguardando, anzi, accentuando sempre più il valore ineludibile della coe�sione sociale. Coesione che vuol dite tìàpadtàdi distribuì-l re la ricchezza prodotta attra�verso il lavoro e non attraver�so l'assistenzialismo; coesione come equità, coesione come responsabilità e partecipazio�ne; coesione come sostenibili�tà sociale; coesione come am�pliamento dei diritti di acco�glienza nel pieno rispetto delle nostre leggi». Berlusconi fissa un appunta�mento ai sindacati, prima del summit del G8, e propone «di lavorare, tutti insieme, con il comune obiettivo di trasforma�re l'Italia in un Paese veramen�te moderno, efficiente e solida�le. Un Paese in cui i sindacati non siano pregiudizialmente antagonisti al governo; e i lavo�ratori siano, insieme agli im�prenditori, i protagonisti veri dello sviluppo e del benessere». Stile e tono piacciono molto al numero uno della Cisl Savi�no Pezzotta, che parla di «orien�tamenti molto apprezzabili e interessanti». «Da un lato dice Pezzotta Berlusconi rico�nosce il ruolo del sindacato, ed è importante; dall'altro consi�dera la coesione sociale un elemento della competitività, e si dice disponibile al dialogo sociale. Sono orientamenti che la Cisl giudica oggi apprezzabi�li e interessanti. Vedremo nei fatti». Stessa reazione favore�vole dalla Uil. Per Luigi Angeletti, va accolto «molto positi�vamente l'invito dèi presidente del Consiglio al dialogo e al lavoro comune. Anche i contenuti e le proposte del messag�gio ci convincono e ci trovano concordi. Non possiamo che augurarci ora che alle parole corrisponda una coerenza nel�le scelte politiche». Se non altro, un'apertura di credito. Più guardinga, molto più guardinga è la Cgil. Ieri Sergio Cofferati era a Bruxelr' les, e solo oggi parlerà proprio dalla tribuna del congresso cislino. Si sa che nel suo interven�to accoglierà positivamente gli accenti unitari contenuti nella relazione congressuale di Savi�no Pezzotta. In casa Cgil, co�munque, le parole di Berlusco�ni sollevano una «automatica» reazione di cautela. Per il nu�mero due di Corso d'Italia, Guglielmo Epifani, «un invito al dialogo è sempre benvenuto, ma non bastano le pur impor�tanti indicazioni di metodo: lo sviluppo del dialogo sociale dipenderà in gran parte dalle scelte concrete che il governo prenderà». Epifani ricorda co�me nel programma elettorale della Casa delle Libertà vi fosse�ro molti punti di evidente con�flitto con le posizioni della Cgil: problemi, che sono subito riesplosi, dall'aborto alla rifor�ma della scuola. «Il banco di prova saranno le scelte di politi�ca economica, sulle questioni fiscali, sull'inflazione program�mata», conclude Epifani. Ma la proposta di una nuova concertazione divide nettamente i confederali «Ci aspetta una lunga stagione di riforme: dal welfare alla scuola, alla struttura dello Stato» «■■MMHBHHMWMBBMBHMiMWMMMHM I segretario generale della Cisl Savino Pezzetta ieri durante i lavori del congresso. A destra Roberto Maroni

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