Il «via libera» di Berlusconi

Il «via libera» di Berlusconi NEL DEBUTTO INTiRNA^lONALE IL PREMIER NON NASCONDE L'EMOZIONE Il «via libera» di Berlusconi ib i i (ci ira ih z «Ma retroscena Augusto Minzoli ni inviato a BRUXELLES CHE fosse emozionato se ne è accorta subito quella molti�tudine di funzionari che si è portato dietro. Quando l'aereo ufficiale è atterrato, infatti, Silvio Berlusconi, incurante, è rimasto a leggere e a correggere il suo discorso di ritomo sulla scena intemazionale: è andato avanti come se niente fosse, mentre tutto il suo seguito lo fissava in silenzio. Dopo qualche minuto, quasi disturbato, dalla sua bocca è uscito uno sgarbato: «Ma che fate? Non vi muovete?». Allora, qualcuno di grazia ha ricordato al Cavaliere che è sempre il premier a scendere per primo la scaletta dell'aereo in una visita di Stato, almeno è quello che prescrive il cerimoniale intemazionale. «Non lo ricordavo», ha sorriso il nostro riportato per l'ennesima volta in 48 ore alla realtà di essere di nuovo Premier. Pardon presidente del consiglio, come ha spiegato lui stesso ieri mattina al primo ministro canadese, che gli ha chiesto come preferisse essere chiamato. «In Italia ha detto Berlusconi prodigo di battute nel suo primo giomo di ribalta inter�nazionale sono tutti Presidente. La sua preferenza non è solo un ossequio ad uno sport naziona�le, ma il desiderio incolpevole di avere almeno nel nome la stessa carica dell'uomo che ammira di più, il Presidente degli Stati Uniti. Eh sì, il Berlusconi che ritorna alla politica intemazionale è affa�scinato dall'alleato d'oltreocea�no, dal paese stelle e strisce. Addirittura per la sua prima con�ferenza stampa all'estero da pre�mier ha preteso la sala Luns agli uffici Nato, cioè la stesso salone usato qualche minuto prima per la sua ((prima» nel vecchio conti�nente da George Bush. La simbologia nel mondo Berlusconiano non è scelta a caso. Non per nulla il primo intervento del Cavaliere è stato tutto proteso verso l'alleato d'oltreoceano. Pri�ma un saluto caloroso con il presidente Usa: pacche e battute e un sincero «non vedevo l'ora di conoscerla di persona» uscito pro�prio dal cuore. «E' simpatico, molto alla mano ha confidato più tardi ai suoi ci siamo subito trovati». Poi nel dibattito tra i capi di govemo un intervento in buona parte dedicato alle ragioni del grande alleato, specie sullo scudo stellare: «Non possiamo nascon�derci che il mondo è cambiato, che la guerra fredda è finita e le minacce che corriamo sono diver�se da quelle del passato. Lo scudo potrebbe diventare un progetto comune». Infine nel pranzo uffi�ciale, davanti ad un filetto di piccione e a una zuppa di legumi, discorsi più informali conditi da qualche barzelletta. Ma Berlusconi, che nei sei mesi trascorsi a palazzo Chigi ha imperato che almeno in politica estera non bisogna strafare, in pubblico, sotto i riflettori, è stato attento a non esagerare, si è accontentato, insomma, di rico�prire il ruolo di cerniera tra gli Usa e gli europei. Anche questo. però, per l'Italia è una piccola rivoluzione: una volta un compi�to del genere era lasciato alla sola Inghilterra con la commiserazio�ne che si nutre verso chi è troppo attento ai desideri dell'Imperato�re (e in fondo anche con una certa sottovalutazione); ora, invece, complici le vicinanze ideologiche tra Washington, Roma e Madrid, anche l'Italia e la Spagna si pro�pongono come cerniere tra il gi�gante e gli alleati. E ieri il Cavaliere ha fatto del suo meglio per svolgere questa funzione. «Bush ha spiegato Berlusconi può essere soddisfat�to. Nessun paese membro ha di�mostrato un chiusura netta al suo progetto sullo scudo stellare, tutti sono d'accordo sulla necessi�tà di un approfondimento. Il pro�blema del resto c'è e non è più la Russia. Ci sono altri paesi che dichiarano di avere armi nuclea�ri, chimiche e missili a lunga gittata. Inoltre il Presidente usa ci ha spiegato che la sua apertura è totale e die in un'operazione del genere saranno coinvolte anche industrie non americane». Parole d'oro per Bush. Come l'uomo di Washington deve aver apprezzato l'impostazione data da Berlusconi al progetto comu�ne di difesa europea («comple�mentare alla Nato») e l'impegno che l'Italia aumenterà le spese per la difesa sia con il contributo verso l'Alleanza Atlantica, sia verso l'Europa. E ancora, sem�pre nel ruolo di cerniera, Berlu�sconi ha spiegato che l'accordo di Kyoto sull'ambiente è un patto «e i patti vanno rispettati», ma contemporaneamente ha aggiun�to che il documento americano merita di «essere discusso». Infi�ne, dulcis in fundo, ha liquidato le differenze tra Bush e Chirac sulla politica di difesa osservan�do che non si tratta «di chiusure ma di sfumature». Gli Usa dopo quello di sempre, cioè Blair, e il più recente, cioè Aznar, si sono trovati un altro avvocato nel confronto con l'Eu�ropa. L'ideologia, o meglio, un identico modo di pensare, non è tutto nella politica intemaziona�le, dato che ci sono anche gli interessi nazionali, ma non è nep�pure poco. E Bush, Berlusconi e Aznar se proprio non parlano la stessa lingua, sicuramente usano molti termini comuni. Il mondo cambia, e in fondo, il Ppe di oggi sicuramente è parente più prossi�mo del partito Repubblicano di quanto non lo fosse una volta. Per cui si può star sicuri che presto o tardi, al posto dell'Ulivo mondiale ormai finito in disuso, il Cavaliere tirerà fuori dal cappello una sorta di intemazionale del moderatismo. Già se ne parla, magari proprio sul triangolo Washington, Roma, Madrid. Na�turalmente bisognerà vederlo al�la prova dei fatti: ad esempio, Berlusconi aiuterà Bush ad aprire la strada della Spagna nel G8, trasformandolo m.G9? E sulla pena di morte come potrà andare d'accordo il cattolicissimo Cava�liere con il presidente Usa? Pro�blemi su problemi, difficili da risolvere. E ieri pomerìggio, tornato di nuovo europeìsta, in un moto di sincerità Silvio Berlusconi si è confessato con il nemico di una volta, oggi presidente della Com�missione Uè, Romano Prodi: «Io e te sappiamo come è difficile govemare». Molto cordiale l'incontro con il collega americano Il presidente ha poi detto ai suoi: è simpatico, davvero alla mano, ci siamo subito intesi Il Cavaliere ha anche promesso di aumentare il contributo dell'Italia nelle spese per la difesa Atlantica Alcune immagini dell'incontro del premier italiano Berlusconi con il presidente americano George W. Bush ieri al vertice Nato di Bruxelles. L'uomo che compare ìnsiertlè ai due leader è il SegretìHb generale della Nato Lord Robertson