Allemandi nozze d'arte a Venezia
Allemandi nozze d'arte a Venezia Accordo finanziario Allemandi nozze d'arte a Venezia Claudio Altarocca MIUNO SANE nozze fra denaro e cul�tura. Succede che la Fonda�zione della Cassa di Rispar�mio di Venezia entra nella torine�se società editoriale di Umberto Allemandi, gentiluomo e gran si�gnore deh'editoria e dell'informa�zione artistica. Suo è II Giornale dell'Arte, che garantisce im prezio�sissimo sguardo intemazionale; anzi, collegato con altre quattro testate sorelle, il Giornale ha dato origine al più apprezzato network mondiale in questo campo. Ebbe�ne, la Fondazione veneziana avrà ora una partecipazione del 430Zo neh'Allemandi. Un gesto da sottohneare, perché indica una svolta nella politica delle Fondazioni ban�carie. Non più soltanto donazioni a questo e a quello, non più soltan�to beneficenza, ma attività im�prenditoriale in prima persona. «Le Fondazioni, sebbene non siano imprese orientate al profit�to, sono pur sempre aziende vere e proprie ricorda il presidente Giu�liano Segre —. Noi proviamo a esserlo. E proprio il fatto che siamo la maggiore, fra le Fondazio�ni che hanno interamente abban�donato il possesso della banca originaria, ci consente di percorre�re con largo anticipo questa via nuova». Sempre all'interno, si capi�sce, dei settori per i quali la Fondazione è nata: istruzione, ri�cerca scientifica, valorizzazione e conservazione dei beni e delle attività culturali. E poiché la Alle�mandi fa attività culturale, e per di più nell'editoria d'arte, si spiega benissimo il gemellaggio imprendi�toriale con Venezia, città d'arte per eccellenza. «Noi aiutiamo Alle�mandi nella gestione — spiega Cesare Annibaldi, presidente di Palazzo Grassi e consigliere della Fondazione —. Più in generale, è questo il problema vero dei beni culturali italiani: la gestione, il sapere che cosa fa�re. Non è più la conservazione». Che cos'ha in mente, a questo punto, Umberto Allemandi? Come impiegherà i mi�liardi che la Fonda�zione immette nel�la nuova società? L'editore, 63 anni, entusiasta e discre�to, dice innanzi tutto che ha appe�na schivato un assalto, una scala�ta franco-lussembui^hese: voleva�no portargli via la sua creatura, fame un sito web solo commercia�le per collezionisti. «Uno svilimen�to», commenta. Recuperato il con�trollo totale dell'azienda, ne ha allora concordato con la Fondazio�ne il nuovo corso, «la fase due», predisponendo un piano industria�le di sviluppo in tre settori. Innanzi tutto il rafforzamento dell'informazione artistica, cuore della sua attività: per esempio stringendo ancor di più i rapporti fra le cinque testate, potenziando il centro web a Londra, rivolgendo�si meglio al mercato nordamerica�no, il principale; e poi, chissà, la formula del Giornale dell'Arte può essere clonata in altri campi, i mobili, i tappeti d'arte, l'orologe�ria ecc. Seconda direzione, l'attivi�tà editoriale, valorizzando le pub�blicazioni in inglese e in francese: «Una scelta necessaria proprio per continuare a fare certi libri, senza dover ricorrere di volta in volta a finanziamenti, a sponsor. Quei mercati sono più vasti». Infine l'avvio di servizi speciali: «Se il sindaco di un paesino si ritrova un castello diroccato e pensa di re�staurarlo e di valorizzarlo, come fa? Immagino un'agenzia, un'equi�pe specializzata che sappia prepa�rare uno studio sulle possibili solu�zioni per fare di quell'edificio o un museo o un centro culturale o un pensionato e cos�via. Conosco un'agenzia inglese che fa questo lavoro. Potremmo metterci insie�me qui da noi». Allemandi è lancia�to, pensa a un'altra agenzia per preparare personale per musei, a un'altra ancora per fornire infor�mazioni e pagine d'arte a giornali di tutto il mondo... Allemandi Allemandi
Persone citate: Allemandi, Cesare Annibaldi, Claudio Altarocca, Segre, Umberto Allemandi
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