DIO salvi Blair

DIO salvi Blair Viaggio nella Londra del dubbio: al secondo mandato il premier dovrà decidere se «americanizzarsi» o entrare nell'euro DIO salvi Blair Mario Deaglio LONDRA «Ci ON questa guerra, sia�mo diventati come i Greci nell'Impero Ro�mano; possiamo ispirare e con�vincere, ma non più comandare». Cos�si espresse nel 1942 Harold MacMillan, inviato da Winston Churchill, in qualità di plenipo�tenziario britannico, nel Quartièr Generale alleato nell'Africa Settentrionale e divenuto poi, dal 1957 al 1963, il Primo Ministro cqnservatore di maggior succes�so prima di Margaret Thatcher. j Per oltre mezzo secolo, pro�prio come MacMillan aveva pre�visto, la Gran Bretagna, non po�tendo più imporre, ha suggerito; non potendo più usare la forza del dominio, ha esercitato l'arte della persuasione. Si è avvalsa del prestigio delle proprie istitu�zioni e delle proprie università per formare le élites pohtiche di mezzo mondo (il presidente Bill Clinton deve ai suoi studi a Oxford quell'apertura intemazio�nale che cos�platealmente man�ca al suo successore «texano», George W. Bush):Jia fatto leva sul fascino della ppbpria storia e del proprio modo di vita per vendere ovunque prodotti e servi�zi di ogni genere e sostenere cos�lai propria econo^MttoBflitturaln ente indebolita n ipost-imperialdl Le elezioni detfPpSjjpKi 8on la conferma quasi plebiscitaria di Tony Blair e il grayeinsuccesso dOftServatore, possono essere considerate co�me il punto d'ar�rivo di questa lunga e difficile transizione, co�me la conclusione di mezzo seco�lo di aggiustamenti. Già con la prima elezione di Blair le cose avevano cominciato a cambiare a cominciare con la monarchia: si è avviata in gran parte sotto l'ondata della commozione popo�lare per la morte della Principes�sa Diana, che fece temere una crisi istituzionale, la ritirata da sontuosità impellali che, mal tol�lerate dai contribuenti, comincia�no ad apparire eccessive ed ana�cronistiche. Il lussuoso e costosis�simo royal yacht «Britannia» è stato mandato in disarmo e qual�che rara volta (e con qualche evidente sforzo) la Regina Elisa�betta scende tra la folla a stringe�re le mani della gente, fino a poco tempo fa unicamente salutata a distanza, spesso dall'alto di coc�chi dorati, E del resto lo stile di Blair, con la sua vita famigliare di tono medioborghese, di una semphcità forse un po' affettata, forse un po' scandiuava, con il figho in fasce da accudire e il figlio teen ager da sgridare quan�do beve troppo alle feste di compìeàhno, è ormai "decisamente adi là dell'esperienza storica delImpero e anche del Commonwealth. Per questo, il muovo laburismo» di Tony Blair e del suo alteego, il ministro del tesoro Gordon Brown, non va considerato, co�me purtroppo spesso avviene nell'Europa continentale, come l'ennesima eccentricità britanni�ca. La ricerca avviata dal (muovo laburismo» di una «terza via» tra capitalismo rampante e sociahsmo vecchio stile, deve essere, in ogni caso, presa sul serio all'este�ro dopo che gli elettori inglesi, contro ogni esperienza storica, hanno addirittura fatto aumenta�re al secondo mandato la maggio�ranza di sinistra mentre in. Italia hanno fatto scendere i Ds al minimo storico del voto. Chi in Italia ha a cuore le sorti della sinistra non farebbe quindi male a riprendere in mano il saggio, intitolato appunto La ter�za via, opera del sociologo An�thony Giddens, direttore della London School of Economics. Considerato il manifesto del «nuovo laburismo» è stato critica�to, talora ferocemente, in Gran Bretagna per la sua scarsa concre�tezza e pressoché ignorato in Italia, dove venne pubbhcato, non a caso con una prefazione di Romano Prodi, grande amico di Blair, da II Saggiatore, nel 1999. La ((terza via» di Blair e del suo mentore Giddens si distingue dal�la tradizionale «economia mista» della sinistra perché intende l'in�tervento dello Stato come un aiuto a individui che operano nell'economia privata, al posto di ima fornitura diretta di servizi sociali «dalla culla alla bara» che è ancora alla base della concezio�ne dell'azione pubbhca di gran parte della sinistra italiana e di altri paesi, tra cui la Francia. Le basi della «terza via» possono essere sintetizzate nei quattro principi enunciati dallo stesso Blair in un articolo comparso su La Stampa nel febbraio di due anni fa: se puoi lavorare, devi lavorare; se puoi risparmiare, ha il dovere di.farlo; se lavori sodo per crescere una famiglia, il go�verno di garantisce che non fini�rai in miseria; se non puoi lavora�re, otterrai l'assistenza di cui hai bisogno. Sdegnosamente considerati da buona parte della sinistra come slogan pubblicitari, questi principi che pongono l'accento sul dovere di lavorare anziché sul diritto acquisito di non lavora�re oltre una .certa età, stanno in realtà cominciando a modificare l'organizzazione sociale britanni�ca. La Gran Bretagna di Blair, che in questi anni ha messo in luce una crescita economica soddisfa�cente, con inflazione e disoccupazìone pari a poco più della metà di quelle italiane, è l'unico paese che ha avviato davvero una rifor�ma pensionistica basata sulla coe�sistenza tra un sistema pubbhco a ripartizione e un sistema priva�to a capitalizzazione, con un meccanismo flessibile che con�sente a ciascuno di uscire dal sistema pubbhco (il cosiddetto opting cut) e successivamente, se lo ritiene, di rientrarvi. Alcuni progetti del «nuovo laburismo», come quello di un «libretto di risparmio» per i giovani acceso al momento della nascita, e ali�mentato da versamenti periodici dello Stato e versamenti liberi, fiscalmente incentivati, della fa�miglia che potranno spendere le somme depositate come meglio crederanno quando raggiunge�ranno la maggiore età, hanno 0 sapore della freschezza e della sperimentazione sociale. A fronte di queste soluzioni, originali e importanti, c'è una società che fa fatica a integrarsi, come dimostra la recente som�mossa di Oldham, nella quale una minoranza normalmente as�sai pacifica e rispettosa delle leggi, come quella asiatica, si è scontrata a lungo e duramente con la popolazione indigena; ci sono i ritardi e gh incidenti di ferrovie frettolosamente e teme�rariamente privatizzate. C'è l'at�tesa di oltre un anno per farsi togliere le tonsille, il fumo delle carcasse degli animali bruciati per l'epidemia di afta epizootica, due casi diversissimi, accomuna�ti dall'incompetenza di un appa�rato pubbhco che Blair, a diffe�renza della signora Thatcher, non pensa tanto di ridurre quan�to di rendere più flessibile ed efficiente; ci sono i problemi tecnici e gh scandali finanziari del Millennium Dome e degh altri progetti per celebrare il Duemila. E c'è, infine, la mezza pace nell'Ulster che mostra, in manie�ra quasi simbolica, quanto sia difficile per qualsiasi paese liberar�si della propria storia. Tony Blair non po�rà quindi «godersi» il suo secon�o mandato. Ha contemporanea�ente molte cose da fare e, gra�ie agli elettori, gh strumenti olitici per poterle realizzare, er chiudere definitivamente il apitolo imperiale. A questa chiusura manca anco�a un tassello fondamentale: il efinitivo riposizionamento del�a Gran Bretagna sulla scena ntemazionale. Coerentemente on le idee di MacMiUan, il paese vissuto per cinquant'anni con n piede dentro l'Europa e un iede in America. All'Europa la Gran Bretagna ha dato un robu�sto sostegno politico-militare, co�me mostra, tra l'altro, il massic�cio impegno in Kosovo delle forze armate britanniche, le più moder�ne ed efficienti d'Europa; con gh Stati Uniti ha continuato quella ((relazione speciale» che dura dal�la fine della guerra. Si tratta di posizione sempre più scomoda che richiede un sempre più marcato equilibri�smo. Sia pure in tempi non brevis�simi, il paese dovrà decidere se vuol finire «dollarizzato» ossia fermamente agganciato agli Stati Uniti con la loro zona di libero scambio o se vuol entrare a far parte dell'Unione Monetaria Eu�ropea come membro influente e rispettato. Dovrà in ogni caso tener presente che la sua sovrani�tà monetaria, come quella di tutti gli stati nazionali europei, in ogni caso si appannerà o finirà del tutto. L'addio alla sterlina sarà l'ultimo atto di addio all'im�pero; in questo secondo mandato di Tony Blair starà non solo al governo ma ai cittadini con un referendum il decidere in che direzione vuole uscire da questa lunga, sfavihante e ormai conclu�sa parentesi della sua lunga sto�ria. deaglio@econ.unito.it ^artefice del «nuovo laburismo» chiuderà per sempre il capitolo imperiale inglese Percinquanfami il paese è vissuto con un piede negli Usa e l'altro in Europa La sua posizione è stata scomoda ma ora dovrà decidere dove collocarsi In alto a sinistra Tony Blair: coniuga capitalismo rampante e socialismo vecchio stile. In basso Lady Diana. Nella foto piccola Mario Deaglio o à lo r �Qui sotto l'ex presidente Bill Clinton In alto a sinistra Tony Blair: coniuga capitalismo rampante e socialismo vecchio stile. In basso Lady Diana. Nella foto piccola Mario Deaglio mila. E c'è, infine, la mezza pace nell'Ulster che mostra, in manie�ra quasi simbolica, quanto sia difficile per qualsiasi paese liberar�si della propria storia. Tony Blair non po�rà quindi «godersi» il suo secon�o mandato. Ha contemporanea�ente molte cose da fare e, gra�ie agli elettori, gh strumenti olitici per poterle realizzare, er chiudere definitivamente il apitolo imperiale. A questa chiusura manca anco�a un tassello fondamentale: il DIO salvi Blair Qui sotto l'ex presidente Bill Clinton