«L'Istruzione? L'ho voluta io» di Gigi Padovani

«L'Istruzione? L'ho voluta io» «L'Istruzione? L'ho voluta io» Letizia Moratti, primo giorno al ministero Gigi Padovani inviato a ROMA Silenzio, qui si lavora. Aviale Trasteve�re, il grande ministero all'Istruzione che incarna anche nella pesante archi�tettura del ventennio, con i grandi comdoi pieni di uscieri e scrivanie, tra fotocopiatrici zoppicanti, sale ed uffici dall'atmosfera d'antan, per ora il «ci�clone Moratti» si sta posando delicata�mente, quasi in punta di piedi. Nel giorno in cui la «lady di ferro» del governo Berlusconi prendeva le conse�gne dal suo predecessore Tullio De Mauro, a Letizia Moratti con il consueto rito dei lanci di agenzie di stampa arrivava una pioggia di richie�ste e sollecitazioni. Se il diessino Luigi Berlinguer, padre della riforma dei cicli scolastici, spera che la neoministro dell'Istruzione non voglia ((mi�schiare il suo nome ad un misfatto del genere», Gerardo Bianco (Margherita, suo predecessore) ammonisce: «Non si proceda a colpi di piccone», mentre i sindacati chiedono soprattutto «la cen�tralità della scuola pubblica)). Ma dall'ufficio di cui ha preso possesso ieri a mezzogiorno, solo un «no cornment». Del resto Letizia Brichetto Amaboldi Moratti (da ieri c'è la sua biografia sul sito ufficiale del ministero) è una manager che incarna meglio di tutti i ministri del Cavaliere il suo motto: «Siamo gli uomini del fare e non delle chiacchiere». Cos�ieri mattina poco prima delle 12 la signora Moratti, con un tailleur pantalone beige sabbia, è arrivata al ministero di viale Trastevere su una Bmw blu di servizio, accompagnata dalla sua assi�stente degli ultimi vent'anni di lavoro, discreta ed efficiente, quella Luciana Barazzoni alla quale pagò lo stipendio di tasca sua quando fu alla presidenza Rai tra il'94 e il'96. Ad aspettarla c'era il ministro uscente. De Mauro. Come dire, il suo esatto opposto: un intellet�tuale, di sinistra, pronto a sorbirsi ore e ore di convegni e dibattiti per risolve�re una disputa ideologica. Al passaggio delle consegne dedica un'ora di incontro. De Mauro, prima di infilarsi nell'ascensore, concede una battuta: «Volete sapere se l'anno scola�stico si aprirà regolarmente? Non chie�detelo a me, io di sicuro incomincerò regolarmente il mio corso all'Universi�tà la Sapienza...». Poi, quando il fine linguista De Mauro se ne va. Letizia Moratti incontra lo staff per lanciare un messaggio chiaro, ripetuto ai più stretti collaboratori: «Questo ministe�ro l'ho voluto fortemente, Berlusconi mi aveva offerto altre passibilità, ma l'ho scelto perché credo nella scuola». Le alternative, si sa, erano il Welfare o i Beni culturali, ma lei ha deciso di investire sulla missione più difficile. Certo a Roma gli uffici non sono quelli moquettati di grigio con le stam�pe inglesi alle pareti cui la signora Moratti è abituata, nella sede milane�se della sua società di brokeraggio in San Babila, ma saprà adattarsi, come ha fatto negli anni duri di viale Mazzi�ni, chiamata in Rai per un'altra missio�ne impossibile. Di sicuro nel suo staff rimarrà l'inseparabile Luciana Baraz�zoni. Al posto di Francesco Battini, come capo di gabinetto, entrerà Miche�le Di Pace, all'ufficio legislativo suben�trerà Daniela Salmini, si parla anche dell'arrivo di un ex sindacalista della Cgil, Domenico Sugamiele, poi passato a Forza Italia per scriverne anche il programma. Di certo la nuova ministro del�l'Istruzione vorrà dedicarsi anima e corpo al ministero, da prima della classe come è sempre stata al liceo e all'Università, portandoci anche la ca�rica del suo amore per San Patrignano, magari per cercare,di portare nelle aule scolastiche la lotta contro la droga. Non avendo un collegio elettora�le da curare, come i tanti predecessori democristiani. Letizia Moratti potrà evitare demagogie e cautele. Vedremo come reagiranno gli insegnanti, già messi in crisi per stipendi insufficien�ti, demoralizzati da continue docce fredde sui programmi, da sempre in rotta con chi tenta di governarli: siano i capi democristiani di trent'anni di storia repubblicana (da Aldo Moro a Gui, Malfatti, Ferrari Aggradi, Misasi, fino a D'Onofrio, già Ccd) o siano gli ultimi professori della sinistra (dal tecnico Lombardi fino a Berlinguer e De Mauro). Ora tutti si chiedono: sarà davvero sospesa la riforma, come an�nunciato? Partiranno i buoni scuola? Sarà avviata la parità con le private? Per adesso la risposta è una sola: silenzio, si lavora. Un'ora di incontro con il predecessore De Mauro L'accorato appello di Berlinguer: «Non cancelli i cicli scolastici» Letizia Moratti, neo ministro per l'Istruzione

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