Berlusconi soddisfatto: un' ottima squadra di Aldo Cazzullo

Berlusconi soddisfatto: un' ottima squadra Berlusconi soddisfatto: un' ottima squadra «Per un mese ho avuto il freno a mano: catnbierò le regole» Aldo Cazzullo ROMA Non solo ha sorriso, ma stavolta parlando ha fissato negli occhi i cronisti, cercato gli sguardi e le telecamere, e pure gesticolato. At�tento, ma allegro. Sabato sera Ber�lusconi era uscito dalla Sala del Bronzino inseguendo un corazzie�re, mordendosi il labbro e aggiu�standosi la cravatta, ieri mattina è arrivato sulla soglia insieme con Ciampi, gli ha stretto la mano, ha sorriso compiaciuto, si è fatto se�rio per leggere la lista dei ministri, cominciando da se stesso e prose�guendo con gli altri leader della Casa delle Libertà; poi ha poggiato la cartellina come a dire adesso parliamo liberamente, anche il sor�riso era più lai-go e dentato, «mi spiace di avervi impegnato pure la domenica mattina», si è concesso un solo tic una grattatina alla guancia, si è congedato con il modo più seduttìvo per dire niente domande, «scusatemi ma devo an�dare a lavorare anch'io». In mezzo, ha rivendicato un primato che la storia gli riconosce�rà «è stata una decisione lampo», 16 ore tra incarico e lista dei ministri, battuto anche Prodi e una prerogativa che la Costituzio�ne gli nega «la squadra di governo noi l'avevamo già individuata pri�ma delle elezioni», come se Ciampi si fosse limitato a prendere atto -. Invece il capo dello Stato ha gioca�to la sua parte, più nella sistema�zione delle casehe che nella scelta dei nomi, più nei giomi precedenti che non tra sabato e ieri. Ciampi ha chiesto e ottenuto una personalità di rihevo alla Pubblica Istruzione, ha approvato l'indicazione di un accademico per la Cultura e la presenza di Tanzi accanto a Tre�monti, e certo non l'hanno trovato estraneo né la scelta di Ruggiero né il parziale ostracismo per Maro�ni. Ha dovute digerire il dimezza�mento delle donne (da quattro a due); non ha fatto obiezioni sul nome del ragazzo di Salò Tremaglia, bocciato da Scalfaro sette anni fa. Poi è uscito sorridente, salutando conia mano, «sono state giornate molto intense, pesanti, ma abbiamo avviato il governo della nuova legislatura». «E mo' tocca alla Roma» sussurra un com�messo, Ciampi è lontano è stanco non dovrebbe aver sentito ma com�menta lo stesso: «Oggi è tutto sport». Non pareva neppure stanco, Berlusconi. Come se non fosse andato a letto alle 3 meno 20, e non avesse sveghato al telefono i futuri ministri alle 8, «ciao Miccichè, ho premiato la Sicilia, tre ministri e un vice, no tu resti vice, ministri sono però La Loggia Prestigiacomo e Martino, e non dirmi che non vale perché è americano», «ciao Buttighone, s�che parliamo d�Europa, ma domani, in consigho dei ministri». Poi il maggiordomo Sandro Parodi gli ha porto le stesse scarpe di sabato ma un altro vesti�to, non blu ma grigio, una cravatta non a pois ma muta, una camicia non azzurra ma bianca. Alle 10 e 47 la Thema (grigia anche quella) ha lasciato via del Plebiscito, dopo sette minuti era sul CoUe, in antici�po. Ciampi sapeva già tutto, il colloquio è durato il tempo di annotare i nomi dei ministri sui registri del Quirinale. Poi le teleca�mere, la lista con i titoli d�studio e quelli acquisiti, Maroni per dire ne ha avuti tre, onorevole, avvocato e ministro. E il primo discorso da premier, in altalena tra alto e basso, forme desuete «testé ricor�dato», «giuoco» e termini del lessico sportivo «formazione», «buona squadra», «équipe» -, co�struito su rafforzativi «sono soddisfatto, molto soddisfatto», «man�terrò gli impegni assunti con gli italiani, con tutti gli italiani» e sulle parole chiave del credo berlusconiano, modernizzazione, liber�tà, benessere, sicurezza. E con un'altra nota frequente, una pun�ta di vittimismo, «l'attesa di un mese die abbiamo dovuto subire», quelli che «si sono divertiti a fare il totominìstrì» sulle sue spalle, quel�li che «sono rimasti vittima dei totoministri». Poi a lavorare, lo attendono Pera al Senato, Casini alla Camera, Amato a Palazzo Chigi, mezz'ora di conversazione davanti a una spremuta, d�sotto lo attendono alcuni dipendenti zelanti, lui li saluta uno a uno, e per non sembra�re scortese stringe la mano anche ai cronisti, «faremo meno sottose�gretari ma sarà una buona squa�dra anche quella». Un'insalata a casa, «adesso voghe vedere i miei figli sono giomi che ho perso i contatti», prego presidente il suo aereo è pronto, pomeriggio a Ma�cherio con Veronica e i ragazzi, la partita del Milan che concilia il riposino pomeridiano, la telefona�ta di controllo a Letta, Frattini e Buonaiuti. Stamattina si toma a Roma e sarà la vera seconda volta, il giuramento nelle mani di Ciam�pi, alle 11, altri sorrisi, presidente perché ieri sembrava teso, quasi triste? «Blair ha fatto il govemo in un giomo, noi siamo stati con il freno tirato per un mese. Bisogna ammodernare l'architettura istitu�zionale del paese», per quello c'è l�Bossi. S�presidente, ma ieri? «Gli italiani si aspettano molto...era un'occasione importante, ne senti�vo-ilpesa...diciamo che ho avuto ancora più forte la percezione del�la croce che dovrò portare sulle spalle. Ecco, magari era la corona di spine che dava un po' fastidiò»"" Siamo arrivati al Cristo, e non è che un inìzio. «Gli italiani si aspettano grandi cose da noi Ho avuto molto forte la percezione della croce che dovrò portare sulle spalle» Ciampi ha giocato la sua parte più nella sistemazione delle caselle che non nella scelta dei nomi e ha dovuto accettare il dimezzamento» dei posti alle donne II presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Europa, La Loggia, Roma, Salò, Sicilia