Elgar, musica e mistero di Leonardo Osella

Elgar, musica e mistero Elgar, musica e mistero Milani nel Concerto op.61 percolino Segue Dvorak. Sul podio Jeffrey Tate JEFFREY Tate non ha incontra�to alcun ostacolo nel guada�gnarsi i consensi del pubblico torinese, anzi: anche se, vivaddio, ha il sano gusto della proposta poco consueta. Quasi un miraco�lo, se si considera la scarsa incli�nazione degli spettatori di casa nostra ad allontanarsi da strade che non corrano in discesa o almeno in pianura. Cos�adesso il direttore inglese toma all'Auditorium del Lingotto (gioved�14 alle ore 20,30, venerd�15 alle 21 ) con l'Orchestra Sinfoni�ca Nazionale della Rai impegnata in un programma bello, che si apre con il suo compatriota Ed�ward Elgar e si chiude con uno Dvorak relativamente poco ese�guito. — L'Elgar in questione è quello dell'avvincente «Concerto in si minore op. 61 per violino». Gli increduli, anziché fare smorfie, vadano ad ascoltare: se ne convin, ceranno pure loro. Elgar è l'auto�re inglese più rappresentativo della generazione a cavallo tra Otto e Novecento, e nel 1910 scrisse e dedicò il concerto a Fritz Kreisler, mica a un pisquano qua�lunque: e esiste una rara quanto emozionante incisione che vede l'ormai vecchio Elgar sul podio dirigere un violinista quindicen�ne ma già tosto, Yehudi Menuhin. Il Concerto è articolato in tre parti secondo la moda canonica, ma nella sostanza segue un cam�mino piuttosto libero, con fre�quenti variazioni di tempo. Il solista deve mettere in campo la tecnica più agguerrita; e anzi Elgar mette in vetrina una innova�zione anche per gli archi dell'or�chestra che, accompagnando la cadenza rapsodica del solista, so�no chiamati ad un «pizzicato tre�molando che deve essere "strimpellato" con la parte morbi�da di tre o quattro dita attraverso le corde», con strani effetti chitarrìstici. Aggiunge al brano un tocco di mistero e curiosità la frase appo�sta da Elgar alla partitura: «Aqui està encerra[da] el alma de...» (Qui è rinchiusa l'anima di...). Di chi? Si sono avanzate varie ipotesi, legate a personaggi femminili, ma non si è trovata risposta certa, come già era avvenuto nel 1899 per i quesiti delle «Enigma Variations». Il «Concerto» di Elgar è l'occa�sione per ascoltare come solista la spalla dell'Orchestra, Alessandro Milani in un'impresa esaltante e impegnativa, faticosa anche sotto il profilo fisico. Come si è detto, la serata si chiude con Antonio Dvorak, in questo caso rappresentato dalla «Sinfonia n. 5 in fa maggiore op. 76». Sicuramente meno popolare della Settima e dell'Ottava, per non parlare poi della Nona (Nuo�vo Mondo), è considerata come una «Pastorale», giacché in effetti vi domina il senso della natura. Ma lo spirito dei popoli slavi, di cui Dvorak fu ispirato portavo�ce musicale, si rivela chiaramen�te ad esempio anche nel procede�re con criteri narrativi, quindi con variazioni di umore, del se�condo tempo, secondo la moda del canto popolare locale che si chiama Dumka. Il Finale non cancella le ombre già apparse in precedenza e anzi imprime un segno di dramma e di tragedia. Leonardo Osella II direttore inglese Jeffrey Tate, tra 1 beniamini del pubblico torinese