Don Chisciotte

Don Chisciotte Don Chisciotte CARLOS FUENTES Segue dalla prima pagina M A Cervantes arricchi�sce la semplice duali�tà Chisciotte-Sancho, epico-picaresca, fa�cendo dialogare questi due gene�ri con il genere pastorale, che nasce nell'Arcadia greca e rag�giunge la sua vetta, neh'antichi�tà, con le Bucohche di Vìrgiho per reincarnarsi, più vicino a Cervantes, nella Diana di Montemayor e nell'Arcadia di Sydney, senza dimenticare la Galatea dello stesso Cervantes. Al punto che, nel Don Chisciotte, il roman�zo pastorale forma un intermez�zo o un romanzo nel romanzo (l'episodio della pastora Marcel�la) o un capitolo comico nel quale Don Chisciotte fa peniten�za pastorale cambiando costu�me e genere. La storia della pastora Marcel�la ci porta a un'altra variazione di genere nel Don Chisciotte, quella del romanzo nel roman�zo, il racconto inserito che inter�rompe il racconto principale, spezzando i principi di unità e purezza per consacrare il diritto alla varietà e aU'impudicizia [...J Se Don Chisciotte è il primo romanzo moderno, il suo debito verso la tradizione è immenso. La creazione che porta il nome «Don Chisciotte» non esistereb�be senza la tradizione che noi chiamiamo epopea cavaheresca. Se Don Chisciotte è l'ultimo ro�manzo medioevale, esso inaugu�ra la sua propria morte, canta il proprio requiem e insieme porta la promessa di una trasfigurazio�ne. Se Don Chisciotte è un'opera del Rinascimento, al suo interno sopravvivono, come nelle parole crociate, i giochi, il vocabolario, le allusioni e i carnevali del Medio Evo, cos�come ce li ha descritti Mikhail Bachtin: opera carnevalesca. Don Chisciotte è un'opera medioevale che si pro�lunga nella modernità grazie al�la tradizione creativa di Laurence Steme e Denis Diderot, i successori diretti di Cervantes. Se Don Chisciotte è un'opera medioevale nella quale s'interse�cano, come dice Ernst Robert Curtius, «gli stih, i generi e le tradizioni», è anche un'opera radicalmente nuova che annun�cia tutti �dubbi sui quali si costruisce il mondo del pensiero critico e antidogmatico che noi associamo alla modernità. Se Don Chisciotte è la grande opera letteraria della decadenza della Spagna, da questa decaden�za nasce quella grande avventu�ra creativa che è la letteratura moderna. A Cervantes toccò in sorte di nascere nella Spagna di Filippo II, bastione della Controriforma, Paese autoproclamatosi «difen�sore della fede». Ma forse solo uno spagnolo di quell'epoca pote�va scrivere Don Chisciotte [...]. DalTuniverso dogmatico della Fede nasce, quasi per reazione ma soprattutto in risposta criti�ca, un'opera. Don Chisciotte, che ruota attorno al dubbio. Perché tutto è messo in dub�bio, nell'opera di Cervantes. E' messo in dubbio il luogo stesso dove si svolge il romanzo: «In un paese della Mancia di cui non voglio ricordarmi il nome». L'in�cipit del libro stabilisce una vol�ta per tutte l'atmosfera di incer�tezza che prevarrà lungo le sue miUe pagine. Incertezza sull'autore: chi ha scritto Don Chisciotte? Un certo Cervantes, più versato in pene che in versi? Un certo De Saave�dra, citato nel libro con ammira�zione per ciò che ha fatto «al fine di ottenere la libertà»? O Cid Hamet Ben-Engeli, lo scriba mo�resco che trova per caso un manoscritto anonimo e gh dà la forma del romando firmato da un certo Cervantes de Saavedra? Resta, in sovrappiù, la possibilità perversa che l'autore del Don Chisciotte sia l'avventurie�ro Avellaneda, autore della ver�sione apocrifa la cui comparsa costringe Don Chisciotte a cani�biare la sua strada per andare a Barcellona a denunciare l'impo�stura di Avehaneda e dimostrare che lui. Don Chisciotte, è il vero protagonista di Don Chisciotte. Incertezza sui nomi: a comin�ciare dallo stesso eroe, i nomi dei personaggi cervanteschi il loro segno di identità sono messi in dubbio. Don Chisciotte sarebbe in realtà un certo Alonso Quixada o Quesada o Quixana, mode�sto gentiluomo della Mancia. Questo non impedisce che Quesa�da, Quixada o Quixana siano i nomi incerti che lo stato civile accorda a un identificabilissimo cavaliere errante chiamato don Chisciotte della Mancia [...] Chiunque entri nella sfera del�l'eroe cambia nome e si trova impigliato nella politica cervantesca dell'incertezza [...] Le parole sono lasciate aUa casualità del mondo: se una parola può avere più etimologie, è che il mondo può avere più interpretazioni, non solo l'unica spiegazione inamovibile, dogma�tica, contro-riformista dell'epo�ca in cui viveva Cervantes, quan�do i dizionari definivano il nome «Maria» come «tenero appellati�vo della madre del Salvatore». L'incertezza maggiore del ro�manzo è però la sua certezza più proclamata. Don Chisciotte se ne va per il mondo al fine di verificare l'autenticità e la virtù dei cavalieri erranti, ma il cava�liere errante percorre il mondo per onorare la sua dama [...] Cervantes utilizzò il genere amoroso per accentuare ancor più l'incertezza strutturale del suo romanzo. A più riprese invo�ca, come motivo e onore delle sue prodezze, la nobile dama Dulcinea del Toboso, la quale in realtà, e il lettore lo sa, è la robusta contadina Aldonza Lo�renzo. Per lei, trasformata in Dulcinea, Don Chisciotte fa peni�tenza nella Sierra Morena e chie�de a Sancho di andare al Toboso per informare la dama deUe alte imprese che Don Chisciotte com�pie in onor suo. Sancho, che conosce la vera Dulcinea, vale a dire la contadina Aldonza, se la ride del suo padrone. [...] La risposta di Don Chisciotte è una delle più commoventi di�chiarazioni d'amore mai scritte. Lui sa chi è in realtà Dulcinea. Eppure la ama e, proprio perché la ama, la contadina vale quanto «la più illustre principessa del mondo». Lui riconosce che la sua immaginazione ha trasformato la contadina Aldonza in dama Dulcinea.» Ma non è proprio lì, s'interroga Don Chisciotte, l'es�senza dell'amore? Fare deh'esse�re amato uh oggetto incompara�bile, unico, collocato al di sopra di qualunque considerazione di ricchezza o povertà, distinzione o volgarità? «Cos�dunque conclude Don Chisciotte mi basta pensare e credere che la brava Aldonza Lorenzo è bella e onesta. Quanto alla sua nascita, poco importa... nella mia immaginazione io la dipingo come la desidero ... E la gente dica quello che vuole». Questa dichiarazione di Don Chisciotte completa l'incertezza ' che domina il romanzo, perché getta il dubbio su tutta l'opera. Se Don Chisciotte ha sempre saputo che Dulcinea è Aldonza, sapeva anche che i giganti erano mulini a vento, le feroci armate un gregge di pecore e tutta la sua epopea una meravigliosa illusio�ne, una menzogna avventurosa che Don Chisciotte ha vissuto al fine di dare vita al gentiluomo Alonso Quixano e, ancor più, far entrare nella vita reale l'immagi�nazione letteraria? Vedete come l'incertezza che compenetra tutto Don Chisciotte autore, personaggi, luoghi, ■no�mi si risolve in una pluralità di generi che finisce per .svelare l'illusione dell'eroe, la favola che lui vive, ma che è la realtà di un amore che sostiene tutto l'edifi�cio. Lo svelamento della verità su Dulcinea è anche lo svelamento deUe grandi strutture che sosten�gono l'opera di Cervantes. La prima è che Don Chisciotte agi�sce nella consapevolezza che il suo compito consiste nel restitui�re corpo all'eroicità perduta di un mondo perduto. Per quello ha passato la sua vita a leggere, fino al momento in cui decide di mettere in pratica quello che ha letto e' diventare l'eroe delle sue letture. Ma e questa è la seconda impalcatura entrando nella stamperia di Barcellona Don Chi�sciotte scopre che lui stesso è scritto e letto. Partecipa della natura di Amadigi di Gaula, di Lanzarote, e soprattutto del pro�totipo letterario storico, Roland, non soltanto nell'azione ma an�che nella finzione. Come loro, è l'argomento di un libro, un perso�naggio immaginario. Di qui la terribile crudeltà del crollo deUe due impalcature, al momento della visita di Don Chisciotte e Sancho al castello dei duchi. Don Chisciotte, cavahere della Fede, parte per affron�tare un mondo infedele. L'incer�tezza scenica del romanzo si ripete. Dorotea inganna Don Chisciot�te quando si traveste da princi�pessa Micomicona? Il baccellie�re Samson Carrasco lo inganna quando lo sfida sotto i tratti del cavaliere degli Specchi? O è Don Chisciotte che h inganna tutti obbligandoli a entrare, travestiti da personaggi, nell'immenso uni�verso della lettura di Don Chisdotte? Io ho almeno una certezza: Don Chisciotte lo stregato fini�sce per stregare tutti. Quando leggeva, imitava l'eroe epico. Quando è lui a essere letto, è lui che il mondo imita. Il prezzo da pagare è il disincanto. Don Chi�sciotte è il simbolo dell'atto del leggere. Un punto interrogativo scritto con l'inchiostro nero, cos�come l'ha disegnato Picasso. Questo segno d'incertezza cre�atrice e ribelle dipende dalla lettura, da parte di Don Chisciot�te, del mondo come meraviglio�so enigma dell'immaginazione, capace di trasformare i mulini a vento in giganti e le locande in castelli. Ma, arrivando al castello del duca e della duchessa. Don Chi�sciotte si rende conto che il castello è davvero un castello, mentre prima poteva vedere un castello nella più umile deUe locande della campagna di Castigha. L'incarnazione dei suoi so�gni nella realtà priva Don Chi�sciotte deUa sua immaginazio�ne. Non deve più immaginare un mondo irreale. I duchi glielo offrono nella sua concreta quoti�dianità. Ma allora, a che serve la lettura? Che significato dare ai libri? A partire da questo mo�mento, tutto è tristezza e disin�canto. Paradossalmente, Don Chisciotte perde la fede nel mo�mento in cui il mondo deUe sue letture diventa il mondo della sua realtà senza mediatore im�maginario [...] •Dostoevskij ha definito Don Chisciotte «il romanzo più triste di tutti i romanzi». E' l�che ha trovato il modello dell'«uomo buono», Myskin, il principe idio�ta. AUa fine della storia, il cava�liere della Fede ha veramente acquisito una faccia triste. Per�ché Don Chisciotte, aggiunge Do�stoevskij, soffre di una malattia, «la nostalgia del realismo». Ma di quale realismo si tratta? Del reahsmo di avventure impossibili, piene di maghi, cavalieri er�ranti e giganti spaventosi? Esattamente. Prima, tutto quello che era scritto era vero. Neh'epopea, non c'era il minimo spazio tra il detto e il fatto. L'intensa nostalgia di Dòn Chi�sciotte è un reahsmo senza con�traddizione. La scienza nuova, i dubbi nuovi, tutti gh scetticismi che rendono anacronistica la fe�de deh'antico cavaliere, si danno appuntamento sulla strada di Don Chisciotte, l'ambasciatore della lettura unica, e minano le sue illusioni attraverso il proce�dimento stesso che crea il suo libro, il libro pluralista, dubbio�so, polifonico, intitolato Don Chi�sciotte della Mancia. Don Chisciotte toma al suo vihaggio e recupera la ragione; Per un uomo come lui, è il colmo della follia: è il suicidio. Quando accetta la realtà convenzionale. Don Chisciotte si condanna a morte. Non gh resta che vivere un'altra vita. Non gli resta che provare la sua esistenza, non nehe letture di cui si è nutrito, ma nehe letture che susciterà: le letture de L'Ingegnoso Hidalgo Don Chisciotte della Mancia. Don Chisciotte perde la vita della sua realtà coerente e nostal�gica ma guadagna per sempre la vita del suo libro nel suo libro. Per questo Don Chisciotte è il più spagnolo dei romanzi. La sua essenza si definisce attraverso la perdita, l'impossibilità, una ri�cerca ardente di identità, una cattiva coscienza di tutto ciò che poteva essere e non è stato. E, per reazione a questa mancanza, l'affermazione di una realtà crea�ta dalTimmaginazione, dove tut�to ciò che non è stato, alla fine, accade. Poiché la storia della Spagna è stata quello che è stata, la sua cultura le ha reso quello che lei non è stata. La poesìa mistica di San Giovanni della Croce, la poesia barocca di Quevedo e Gongora, la libertà visiva d�Velàzquez, di Goya, di Bunuel. L'arte spagnola fa vìvere tutto quello che la storia ha persegui�tato, negato, ridotto al silenzio o ucciso. L'arte ristabilisce la veri�tà di fronte alle menzogne della storia, E' per questo che Dostoe�vskij ha potuto definire Don Chisciotte un romanzo nel quale la verità è salvata dalla menzo�gna. Copyright Carlos Fuentes Le Monde Traduzione di Marina Verna In Cervantes si rispecchia tutta la cultura di Spagna, dalla mistica di Giovanni della Croce alla poesia di Quevedo, dall'arte di Goya al cinema di Bunuel Dostoevskij lo defin�«il romanzo più triste di tutti i romanzi», nel quale «la verità è salvata dalla menzogna»: l�trovò il modello per il suo principe idiota Ultimo romanzo medievale, canta il proprio requiem e si trasfigura Interseca stili, generi e tradizioni, anticipa il pensiero antidogmatico IL MULINO DI Don Chisciotte in alcune tra le più note raffigurazioni d'artista: a sinistra dipinto da Daumier, a destra visto da Picasso; qui sotto (nel tondo) un'incisione di Salvator Dal! e un disegno di Daumier ntes, cano nza gi ta itto muno li «Don Chisciotte» di Cervantes, riletto dallo scrittore messicano Carlos Fuentes In una conferenza svolta lo scorso maggio a Parigi e qui tradotta, è disponibile In Italiano in numerose edizioni: tra quelle più economiche ricordiamo gli Oscar Mondadori, la Bur Rizzoli e i Tascabili Einaudi. Tra i saggi sul Cervantes, un classico, disponibile In edizione Tea, resta il «Commento alla vita di don Chisciotte» scritto da Miguel de Unamuno

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