L'AUTORITÀ' SEPARATA DAL POTERE
L'AUTORITÀ' SEPARATA DAL POTERE L'AUTORITÀ' SEPARATA DAL POTERE Michele Alnls C» E' un uomo solo l�sul Colle. Incarna la massima autorità statale, ma i suoi poteri si sono prosciugati, sono stati via via erosi durante la nostra lunga (e inconclu�sa) transizione. A cominciare dai due poteri più importanti che la Costituzione gli consegna: la nomi�na del presidente del Consiglio e lo scioglimentodelle Camere. In passa�to furono occasione di scelte laceran�ti, come la nomina di Fella nel 1953, effettuata dal presidente Einaudi fuori da ogni designazione dei parti�ti; o come quando il presidente Gronchi confer�l'incarico a Tambroni, che per la prima volta incluse i missini nella maggioranza di gover�no. Era il 20 marzo 1960, e da l�a poco quella scelta avrebbe sollevato le piazze di Genova e Reggio Emilia. Cosi come ha scatenato liti e polemi�che infinite la decisione del presiden�te Scalfaro, nel Natale del 1994: quando cadde Berlusconi, e invece di licenziare il Parlamento, Scalfaro consegnò Palazzo Chigi a Bini. Ma non ci sono ribaltoni nel nostro oroscopo immediato: sia Ber�lusconi sia Rutelli si sono impegnati in questo senso durante la campa�gna elettorale, e comunque il primo si accinge a governare con un a larga maggioranza. Sicché il presidente Ciampi non ha avuto scelte difficili da compiere, e del resto anche la nomina del presidente del Consiglio ha tutta l'aria d'un timbro notarile, apposto su una scelta già effettuata dal corpo elettorale. Ieri Ciampi ha dato un mandato aBerlusconi, «con�formemente al risultato delle eledo�ni», come ha detto l'incaricato. Ap�punto. In realtà quel mandato glielo avevano già assegnato gli italiani, che il omaggio scorso hanno trova�to per la pmna volta i nomi dei candidati a premier sulla scheda elettorale. Significa che il Capo dello Stato è ormai un re travicello, una figura tutt'al più decorativa? Parreb�be inevitabile, dato che le sue attri�buzioni sono costruite a fisarmoni�ca, e dunque si riducono quando prendono spessore le altre istituzio�ni, a cominciare dal governo. Ma invece no, non è così. Non passa giorno che sullo scrittoio del Presidente non arrivino appelli d'ogni sorta. Si chiede che sia lui a nominare ilprossimoconagliod'amministrazione della Rai. Si domanda un suo intervento per risolvere il conflitto d'interessi. E soprattutto cresce il suo potere d'influenza, di moral suasion, che nessuna nonna potrà mai descrivere o prescrivere. Sarà che dai tempi di Pertini non avevamo un Presidente altrettanto popolare. Sarà che impallidiscono gli altri organi di garanzia, come i presidenti di Camera e Senato, oggi come ieri troppo contigui alla mag�gioranza che h ha espressi. Oppure dev'essere anche questa una regola non scritta della nostra transizione: nell'Italia di Ciampi, l'autorità si è separata dal potere. mlcheleainis@tin.it
Luoghi citati: Genova, Italia, Reggio Emilia
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