Protocollo di Kyoto, via libera anche dall'Italia di Enrico Singer
Protocollo di Kyoto, via libera anche dall'ItaliaProtocollo di Kyoto, via libera anche dall'Italia Il premier svedese Persson da Berlusconi: non ci saranno strappi Enrico Singer Inviato a LUSSEMBURGO L'Unione europea conferma la sua linea: il protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di igas nocivi nell'atmosfera deve essere ratificato entro la fine del 2002. Con gh Stati Uniti, come tutti dicono di sperare. Ma anche senza, come il «no» preannunciato da Bush lascia prevedere. Il documento della presidenza svedese della Uè è stato approvato ieri sera all'unanimità dai' ministri dell'Ambiente dei Quindici. Il «sì» italiano lo ha pronunciato il ministro «ad interim», Gianni Mattioli, che ha voluto smorza�re i toni della polemica scoppiata con Silvio Berlusconi: «Il nostro non è il colpo di mano di un govemo che sta per andare via. Colpo di mano sarebbe stato cambiare la posizione sostenuta da cinque anni e che Berlusconi ha più volte detto di condividere». Continuità, quindi, con scelte compiute da tempo. «E che ci daimo forza nella delicata trattativa con gh Stati Uniti che contìnua, nonostante tutto, con l'obiettivo di trovare un punto d'intesa», ha detto Kyell Larsson, il ministro dell'Ambiente svedese che presiedeva la riunione. «Continuità» è stata anche la parola più ripetuta dal primo ministro svedese Goran Persson che nelle stesse ore incontrava a Roma il futuro capo del govemo italiano, Silvio Berlusconi e il presidente del Consiglio uscente. Giuliano Amato. «Continuità nella poUtica euro�pea»: una frase che a Lussembm^o ha disinne�scato buona parte della tensione della vigilia dominata dall'ipotesi di uno «strappo» italiano sul protocollo diKyoto. Almeno formalmente. Perché una divergen�za di fondo sulla strategia da seguire nel confronto con gli Usa esiste. I dubbi sull'effica�cia operativa del protocollo di Kyoto, posi come è stato scritto nel 1997, ci sono. E non soltanto in Italia. Tutti sanno che, alla fine di un negoziato che dovrebbe concludersi in tempo perla grande conferenza sull'ambiente convoca�ta per il settembre del 2002 a Johannesburg, i termini del protocollo saranno, quantomeno, «precisati». La possibilità d�«recuperare gh Stati Uniti all'accordo» per usare le parole di Kyell Larsson sta tutta nei m argini di flessibili�tà dei due fronti e, anche, nel tenore delle proposte che George W. Bush presenterà agli europei gioved�prossimo nel summit Usa-Ue a Goeteborg. Alla vigilia di questo appuntamento, una rottura del fronte europeo era considerata dalla presidenza svedese della Uè e dalla Commissio�ne Prodi come «molto negativa». Kyell Lars�son, ieri, lo ha detto chiaramente: «Da quando, quattro mesi fa, Bush ha detto che per gh Stati Uniti il protocollo di Kyoto è morto, l'unità dimostrata dall'Europa è stata decisiva. Spero che lo sia anche per il futuro. E se il nuovo govemo italiano avrà dei dubbi, gh spieghere�mo le nostre ragioni. Personalmente, rimango ottimista e mi sembra prematuro ogni altro commento». Anche il commissario della Uè per l'Ambiente, la svedese Margot Wallstroem, ha insìstito sull'unità e ha ricordato che il vertice dei capi di Stato e di govemo dei Quindici che si terrà sempre a Goeteborg venerd�e sabato prossimi «sarà un'occasione unica per fare chiarezza». La base del «chiarimento» sarà proprio il testo appena approvato. Un documento d�quattro pagine in undici punti che, in sostanza, invita ancora una volta gh Usa a «partecipare costruttivamente» al negoziato (il prossimo incontro plenario è in programma in luglio a Bonn) e afferma che «l'Unione europea mantie�ne l'obiettivo di ratificare il protocollo di Kyoto entro il 2002». Nel documento, naturalmente. non sono entrate le modifiche che erano state proposte nella fase preparatoria dal rappresen�tante del ministero dell'Ambiente italiano, Cor�rado Clini, e che avevano fatto esplodere il «caso». Clini, ieri, non era con il ministro a Lussemburgo. «Sarebbe stato un gesto stalini�sta obbligarlo ad essere qui», ha detto Gianni Mattioli. Per il ministro dell'Ambiente «a interim», tutta la tempesta sullo «strappo» itahano è nata proprio «per rinìziativa d�un solerte alto funzionario le cui ragioni non voglio indagare». Anzi, secondo Gianni Mattioli, le modifiche al documento europeo proposte da Clini ((hanno avuto un effetto dirompente e hanno costretto Berlusconi ad assumere posizioni ben prima di raterle meditare. E hanno finito per danneggiaro». Mattioli ha anche rivelato d�avere chiesto un colloquio a Berlusconi e di avere già parlato al telefono con il probabile futuro responsabile dell'Ambiente, Altero Matteoli, «al quale mi lega una buona amicizia perché è stato un ministro che ha affrontato i problemi». Colloqui che dovrebbero favorire la «continuità» sui temi ambientah, nelle aspettative di Mattioli. «Se poi Silvio Berlusconi cambierà posizione, questo sarà una sua scelta». fl ministro «ad interim» Mattioli: il nostro non è un colpo di mano fl futuro govemo potrà cambiare posizione Tentativo di recuperare gli Usa fl documento varato in Lussemburgo invita al dialogo
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