L'ira dei tifosi in attesa «E' una festa rovinata» di Claudio Giacchino

L'ira dei tifosi in attesa «E' una festa rovinata» L'ARMATA TRADITA DELUSìONEPERCENTOMÌL^SULLF ALPI CUNEES' —i»— L'ira dei tifosi in attesa «E' una festa rovinata» reportage Claudio Giacchino inviato a VINADIO Iff ARMATA tradita dal Giro. * Ovvero, le centomila persoI ne che hanno invaso la pro�vincia Granda occupando la salita che da Vinadio s'inerpica al Santua�rio dove si sarebbe dovuto conclu�dere il tappone decisivo, e dunque destinato alla storia, della corsa rosa. Invece, niente processione di Girini, niente tifo: solo delusione, rabbia, e filosofica consolazione pantagruelica quando, poco dopo mezzogiorno, s'è sparsa la notizia: «Tappa aimullata». Di bocca in bocca, il tradimento è volato come vm fulmine lungo la statale 21 imbandierata a festa da Demonte a Vinadio, s'è arrampica�to lassù, nell'aria frizzante dei qua�si 1400 metri del traguardo. Duran�te il volo, s'è fermato sulle trenta�mila biciclette, i mille camper, le tremila auto e le mille moto con cui l'Armata s'era acquartierata nei prati, lungo lo Stura e attorno allo stabilimento dell'acqua minerale S. Anna. Un immenso accampa�mento piantato dalle avanguardie mercoled�vicino allo striscione d'arrivo e poi, vìa via che i posti erano occupati, sempre più giù, lungo i tornanti. La retroguardia ha preso posizione all'alba, gli ulti�mi drappelli si sono fermati tra Aisone e Vinadio poiché la polizia aveva chiuso la strada. Una grande festa popolare, sino alfatale mezzogiorno. Ilmezzogiorno del tradimento dell'Armata del Giro. E subito, è cominciato l'eso�do. Tra i primi a lasciare la valle, un bus con 48 fans delle due ruote: . «Alle due eravamo partiti da Rovi�go. Ci hanno bloccati qua, davanti all'hotel Nebius di Vinadio. Pazien�za, sarebbe stato bello lo stesso veder sfilare gli eroi della bici, invece...». «Invece, banda di drogati smoc�colano tre famigliole versiliesi che con due camper erano arrivate ieri l'altro al chilometro 13 della salita di S. Anna ci hanno rubato il divertimento. Siamo tifosi del Ci�polla (Cipollini), da oggi avremo meno entusiamso anche se il Cipol�la è pulito». Al chilometro 4 una tendopoli di gente lombarda: il tradimento è digerito bene, chissà se altrettanto si potrà affermare dei sei chili di salsicce, cotechini, costine alla bra�ce che i panciuti suiveurs della Val Trompia ingurgitano bagnandoli con un fiume di vino rosso. «Peggio per quei drogati dicono in coro questi Pantagruel al seguito del Giro -. Non ci rovineranno la festa, abbiamo preso due giorni di ferie per venire qua, mica li sprechere�mo». E, ale coni'abbuffata. Di simili consolazioni l'Armata trabocca: nei pressi dello stabili�mento S. Anna, c'è un gruppetto di liguri che si sono trovati al momen�to sbagliato nel posto sbagliato: «Siamo di San Remo si presenta il leader, Giobatta Roberi nella not�te ci siamo trasferiti qui per vedere la salita. Per ora non ci muoviamo, facciamo lavorare lo stomaco,, ab biamo formaggi, salumi favolosi, prego, favorisca». Una combriccola di tedeschi, dai limitrofi camper appellata Kartoffen, si rimpinza di wurstel e pinte di birra, saranno gh ultimi a sapere che i soli ciclisti visibili oggi è il fiume di bici che sta scendendo dal colle. Tra la folla anche un manipolo di americani di Manhattan: di stanza a Caraglio, in giro turistico per il Piemonte, li avevano condotti al Giro, quando gli hanno detto che nothing race, e spiegato il motivo, hanno annuito: «Drug, come nel rock». Beh, non proprio. Comunque, il rock assorda il Villaggio commer�ciale (gh stand degh" sponsor della corsa rosa) che ogni giomo è monta�to nelle viijitianze del traguardo. Disoccupate le curvilineee hostess: «La gente smamma, affari sottoze�ro». Desolato un canuto grimpeur. Fausto Ferri: «Ho 63 anni, abito a Ceva. Me la sono fatta in bici, ho sempre sognato di assistere a una salita del Giro, non aveVo mai potuto farlo, adesso che sono appe�na andato in pensione mi sono tolto la vogliat Bella roba». «Bella roba^ sospirano amaro . gh organizzatola cuneesi, il tradi�mento è un danno miliardario in termini di immagine: niente corsa, niente diretta tv, niente opera pro�mozionale dell'acqua S. Anna, del�le terme di Vinadio. Riflettori spen�ti anche sulla nuova specie di gerani donata dal floricoltore Ser�gio Avalla di Pianezza «Si chiama Torino 2006» annuncia mostrando una trincea di vasi rossi. Pure il papà del «geranio nuovo» si conso�la mangiando mentre il bresciano Marco Zeni fa la guardia al deserto attomo al furgone carico di maghe rose, bandane, gadget: «Da 18 anni seguo il Giro, è sempre peggio. Due anni fa vendevo camionate di ban�dane di Pantani, a 20 mila lire l'ima, quest'anno a 5 mila lire, oggi manco a regalarle...». Intanto, con�tinua la riturata dell'Armata tradi�ta, finirà a notte fonda. La maglia rosa Gilberto Simoni: era II più atteso ieri sul Colle Fauniera, Cima Coppi del Giro, e all'arrivo posto ai 2 mila metri di Sant'Anna di Vinadio. Gli organizzatori hanno promesso: la corsa verrà su queste montagne già nel 2002

Persone citate: Cipollini, Gilberto Simoni, Giobatta Roberi, Granda, Marco Zeni, Pantani