Opa, i Quindici trovano il compromesso di Enrico Singer

Opa, i Quindici trovano il compromesso Attesa entro luglio l'approvazione della nuova direttiva, ancora molti ostacoli da superare Opa, i Quindici trovano il compromesso Passi avanti anche per l'Euro-Consob Enrico Singer ooirispodente da BRUXELLES «Un altro tassello di quel complesso mosaico che è il mercato unico euro�peo è andato al suo posto. Mi sembra incoraggiante». Era molto soddisfatto ieri mattina il commissario della Uè per il mercato intemo, Frits Bolkestein. Il compromesso raggiunto nella notte a Lussemburgo sulle regole co�muni per l'Opa ha salvato dodici anni di lavoro preparatorio. E, soprattutto, ha salvato l'Unione da una brutta figura. Peggio: da una battuta d'arre�sto nel processo per eliminare le «disar�monie» che falsano i mercati, come la vicenda Edf-Montedison dimostra. Ma sulla soddisfazione di Bolkestein pesa ancora l'incognita dell'approva�zione della direttiva da parte dell'Eu�roparlamento e del Consigliò. La ratifica, attesa per luglio, non è scontata perché esiste ancora un «fiionte del no» che si oppone all'articolo più importante della direttiva sull'Opa europea. E' l'articolo 9: quello che obbliga il management della società oggetto dell'offerta pubblica di acqui�sto ad ottenere il consenso degli azioni�sti prima di mettere in atto le misure difensive, le cosiddette «poison pills». Secondo la Germania e un buon nume�ro di eurodeputaiti, condizionare le «pillole al veleno» ai tempi e alla pubblicità di un'assemblea dei soci equivale a spianare la strada a chi lancia un'Opa. L'alternativa proposta dal «fronte del no» era una «autorizza�zione preventiva» valida 18 mesi che il management poteva chiedere agli azionisti per metterai al riparo da scalate. In sede di Consiglio dei ministri economici la Germania è rimasta isola�ta da tempo. E il «fronte del no» si è spezzato l'altra notte anche nella dele�gazione parlamentare che ha parteci�pato al negoziato nel «comitato di conciliazione» tra Commissione, Consigho ed Europarlamento istituito proprio per risolvere la questione. Dei 15 parlamentari della delegazione, al momento cruciale del voto, uno era assente, otto hanno detto «si» e sei «no». La direttiva, quindi, è passata nel suo testo integrale. Con una con�cessione importante, però, sui tempi: gli Stati membri avranno quattro anni di tempo per recepire la direttiva e, se lo vorranno, potranno «sospendere» l'applicazione dell'articolo 9 per un altro anno. In pratica l'armonizzazione delle regole per l'Opa scatterà nel 2004 e, fino al 2005, potranno rimanere diffe�renze sul punto-chiave della direttiva. E' facile prevedere che sarà proprio la Germania a utilizzare fino all'ultimo la «disannonia» visto che in molte legislazioni europee, italiana compre�sa, ci sono già norme simili a quelle volute dagli esperti della Uè. Il rinvio dei tempi nonnalmente sono due gli anni previsti perrecepùeunanormativa europea è stata la concessione fatta, al «fronte del no». Il tedesco Klaus Lehne, capo della delegazione parlamentare nel comitato di concilia�zione, però, si è dichiarato lo stesso insoddisfatto e ha annunciato che spera ancora di ottenere delle modifi�che della direttiva attraverso il lavoro di un gruppo di esperti di diritto societario che sarà costituito al più presto. Il gruppo di esperti aiuterà la Com�missione a fare chiarezza su tre que�stioni: 1) i principi per definire il prezzo equo da offrire in caso di Opa obbligatoria, 2) il diritto della maggio�ranza degli azionisti di acquistare i titoli di una minoranza dei soci, 3) il pari trattamento degli azionisti nei vari Stati Uè. Come si vede, l'iter per arrivare all'esatta definizione del�l'Opa europea deve attraversare anco�ra snodi importanti. L'accordo rag�giunto a Lussemburgo, comunque, ha avuto il grande merito di evitare che la direttiva dovesse ripartire da zero: il termine per concludere la procedura di conciliazione, infatti, scadeva ieri. Nel «mosaico» del mercato unico è entrato, sempre ieri, anche un altro tassello: la Conunissione ha creato il nucleo di una futura «Consob euro�pea». Si tratta di due comitati European securities committee (Esc) e Committee of european securities regulators (Cesr) che rapipresentano i primi componenti della nuova rete di regola�mentazione europèa diretta a costrui�re un mercato integrato dei capitali secondo lo schema del «rapporto Lamfalussy» approvato nel vertice di Stoccolma del marzo scorso. L'Esc sarà formato da rappresentanti nomi�nati dagli Stati Uè, il Cesr sarà formato da rappresentanti delle autorità nazio�nali attive nel settore come l'italiana Consob. Frits Bolkestein, com.nissario europeo per il mercato intemo A suo parere con l'intesa raggiunta a Lussemburgo «un altro tassello della costruzione del mercato europeo è andato al suo posto»

Persone citate: Bolkestein, Frits Bolke, Frits Bolkestein, Klaus Lehne, Lamfalussy

Luoghi citati: Bruxelles, Germania, Lussemburgo, Stoccolma