L'Ecofin avverte: «Italia attenta al debito » di Enrico Singer

L'Ecofin avverte: «Italia attenta al debito » L'Ecofin avverte: «Italia attenta al debito » Botta e risposta sui numeri, per Visco va tutto bene Enrico Singer inviato a LUSSEMBURGO La crescita che rimane al di sotto delle aspettative. Il prezzo del pe�trolio che toma a volare e spinge l'inflazione. Le difficoltà di Stati Uniti e Giappone che non sono finite. Tra i ministri economici dell'Unione europea riuniti a Lussembuiigo il clima è severo, come l'analisi della situazione. E nei Grandi orientamenti di politica eco�nomica entra in modo esplicito la regola della flessibilità. Gli scosta�menti tra obiettivi e risultati soprattutto nel decisivo rapporto tra Pil e debito saranno valutati alla fine dell'anno e, se risulteran�no effetto delle difficoltà mondiali, saranno tollerati. Ma proprio per�ché le preoccupazioni aumentano, anche le raccomandazioni si fanno più pressanti. La flessibilità non è ima Ucenza a contravvenire alle regole. E per l'Italia la raccomandazione che lancia il commissario europeo agli Affari economici, Fedro Solbes, è: «Attenti al debito». Ridurre il defi�cit pubbhco ed evitare che, addirit�tura, aumenti è il primo comanda�mento che la Uè affida al futuro governo Berlusconi. Anche le tre pagine dedicate all'Italia dal docu�mento finale approvato dall'Ecofin si aprono con il richiamo «ad assicurare nella Finanziaria del 2002 il rispetto di uno stabile percorso di riduzione del debito» condizione necessaria per realizza�re «la graduale riduzione del carico fiscale» e invitano a controllare la spesa delle Regioni rafforzando il patto di stabilità intemo e a proce�dere entro l'anno alla verifica dei parametri della riforma delle pen�sioni. La strada del taglio delle tasse è percorribile, anche in un quadro difficile come quello dipinto a Lus�semburgo, dice il ministro delle Finanze belga Didier Reynders che è presidente dell'Eurogruppo: «In Belgio abbiamo un alto livello di debito pubbhco, eppure abbiamo ridotto la pressione fiscale». Il «se�greto» sta nel rispetto della gabbia delle regole europee. Per questo i ministri degh altri Paesi dell'Unio�ne attendono di sapere quali sono i progetti del nuovo govemo. n ministro dimissionario del Tesoro, Vin�cenzo Visco, con diplomazia, ma anche con una certa dose di polemi�ca, salutando i suoi coheghi ha detto che «lascia l'Italia con i conti a posto» e che «i programmi do�vranno chiederli a qualcun altro». «Ci auguriamo che al prossimo Ecofin il nuovo responsabile del�l'economia itahano ci chiarisca i punti fondamentali della Finanzia�ria 2002», ha detto Didier Reyn�ders. Il prossimo vertice dei mini�stri economici della Uè è fissato per il 10 luglio e per quella data potrebbe già essere pronto il Dpef che metterà a punto il futuro mini�stro dell'Economia, Giuho Tramon�ti. «Anche se non ci sarà ancora il Dpef, potremo avere ima prima discussione», ha detto Reynders. Un chiarimento che, probabilmen�te, affronterà anche un altro punto controverso uscito dalla riunione di ieri. L'ennesimo balletto delle cifre tra gh esperti della Uè e quelli del ministero del Tesoro a proposi�to delle previsioni del rapporto tra Pil e debito pubbhco. Non è la prima volta che le cifre dell'Italia e queUe della Uè non sono le stesse. Secondo Visco «c'è un problema legato al sistema di calcolo» e ora i tecnici europei «stanno verificando i conti» perché l'errore sarebbe loro. Ma il proble�ma non è secondario: è in base al confronto tra il limite di sicurezza consentito dall'Unione europea e l'effettivo rapporto tra Pil e spesa pubblica che sarà data la «pagella» di fine anno al nostro paese. E che, in caso di risultati allarmanti, po�trebbe essere chiesta una manovra correttiva. Il «benchmark» il mar�gine di sicurezza che deve rispet�tare l'Italia è fissato al livello negativo dell'1,2 per cento del Pil. Secondo gh esperti del ministero del Tesoro si tratta di un mainine che offre tranquillità poiché la previsione è di un disavanzo, depu�rato dagli effetti ciclici, compreso tra lo 0,5 e lo 0,807o: valori che corrispondono a un disavanzo com�plessivo tra lo 0,8 e 1' 1 per cento. Gh esperti di Solbes, invece, prevedono un disavanzo deh'1,3 per cento. Un risultato che supera sia pure dello 0,1 per cento il limite di sicurezza deh'1,2. Ecco perché ieri Fedro Solbes invitava l'Italia a «pensare prima di tutto a ridurre il deficit» e a non fare troppo affidamento sugli stabiliz�zatori automatici che entrano in funzione quando la crescita raUenta. Visco ha contestato con decisio�ne i calcoli della Uè e ha ricordato che i dati dell'Ocse e del Fondo monetario intemazionale danno ragione alle previsioni italiane. Ha anche ripetuto che «non esiste alcun buco di bilancio di diecimila miliardi» e che un eventuale disa�vanzo aggiuntivo «dipenderà dal comportamento del nuovo gover�no». Ha ammesso, però, che le stime della crescita italiana sono da rivedere ancora al ribasso: c'è da attendersi un 2,4 e non il 2,5 previsto finora. Rallenta la crescita mondiale Nei parametri Uè appare la regola della flessibilità i avvertimenti che II C#||pPEcofln lancia all'Italia nei Grandi Orientamenti di Politica econòmica (GOPE) approvati ieri a Lussemburgo Pareggio di bilancio nel 2003 Riduzipne delle spese contestual mente a riduzio�ne delle tasse Freno alla spesa sanitaria Verifica della riforma sulle pensioni entro l'anno Riduzione del debito I PALETTI DELL'ECOFIN Conti pubblici v L'Italia dovrà puntare a raggiungere "un deficit dello 0,80Zo del Pil nel 2001". come indicato nel f programma di stabilità, ed "assicurare nella preparazione della finanziaria 2002 il rispetto di uno stabile sentiero di riduzione del disavanzo per centrare l'obiettivo di medio termine di un bilancio In pareggio" nel 2003 Pensioni "La Verìfica' sulle pensioni va fatta nel 2001 come previsto". "Per assicurare la sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche l'Italia deve procedere come previsto alla revisione dei parametri del sistema pensionistico, inclusi ulteriori passi per promuovere lo sviluppo di schemi di previdenza complementare privata" .;aM!MMW8mwWWI^