La Quercia è rimasta a secco

La Quercia è rimasta a secco I DS IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE IL TESORIERE SI E' DIMESSO La Quercia è rimasta a secco I quadri senza stipendio: «Sciopero» retroscena Maria Teresa Meli ROMA Ili ON c'è più una lira, al Botteghino. Come sa bene il tesoriere dei ds. Lino Paganelli, che qualche giorno fa si è dimesso spiegando che le casse del partito erano vuote, che la situazione era quella che era, e che, di certo, non poteva migliorare, soprattutto dopo la sconfitta elettorale. Sconfitta che, in genere, non rende certo più munifiche le banche con cui tutti i partiti, in Itaha, sono esposti. Quelle dimissioni sono rimaste congelate, come ogni cosa, nella Quercia, in attesa del congresso, in autunno. Il proble�ma, però, è che al Botteghino vorrebbero riservare lo stesso trattamento anche ai salari di quanti lavorano l�dentro. Ma i dipendenti del partito di fare la fine di tanti bastoncini Findus non hanno voglia alcu�na. Loro, che da due mesi non vedono ima lira di stipendio e che in compenso sgobbano da mane a sera, loro che veleggiano ormai da anni al ritmo di una busta paga ogni novanta giomi, sono più che stanchi di attende�re. Perciò sono in agitazione. Di più: adesso minacciano di scio�perare, se la loro questione non verrà risolta in qualche modo. E' l'arma estrema, finora usata solo come spauracchio, ma se le cose dovessero andare avanti cos�ancora per molto, i dipen�denti del Botteghino non avreb�bero altra alternativa. L'hanno fatto capire chiaramente. E la Quercia, ancora sotto botta per la non brillante prova elettora�le, di nuovo sotto stress per l'ennesima guerra intestina, di tutto ha bisogno, in questo mo�mento, tranne che di uno sciope�ro. Insomma, era dai tempi deUa «cura dimagrante» subita dal�l'organico del Bottegone dopo la svolta di Occhetto, che la situa�zione non era cos�mal messa. Perciò ieri, il comitato dei reggenti dei ds, tra le more di una discussione surreale sulla direzione, i tempi e i modi del congresso nazionale, l'opportu�nità di eleggere un altro organi�smo ancora, questo più ristret�to, con compiti esecutivi (propo�sta di Violante, bocciata duran�te il dibattito e, alla fine, archiviata dallo stesso D'Alema, che pure la caldeggiava), gli undici «traghettatori» della Quercia so�no stati costretti a occuparsi anche di problemi assai più urgenti. Ossia degli stipendi che non corrono e dei dipendenti sul piede di guerra. Ma non è che siano stati fatti grandi passi avanti. «Attendiamo i rimborsi elettorali», è stata la considera�zione pressoché unanime al Bot�teghino. Magra consolazione per i funzionari, le funzionarle, gh impiegati e le impiegate della Quercia. Questa frase, proprio la medesima, se l'erano già senti�ta rivolgere dal dimissionario Paganelli. L'unico escamotage trovato finora è stato quello di chiedere ai parlamentari di au�mentare di un milione al mese la quota che versano neUe casse del partito. Un bel disastro, veramente. Mentre i dirigenti discettano a scelta di partito socialdemocra�tico, partito del socialismo euro�peo, gambe e testa dell'Ulivo, i dipendenti continuano a non vedere una lira. I pochi fortuna�ti che in' questi ultimi tempi sono riusciti ad andare via dal Botteghino, ora sembrano abba�stanza soddisfatti. Non perchè prendano stipendi più alti. «Sem�plicemente perchè spiegava venerd�scorso uno di loro vediamo almeno i soldi tutti i mesi». Come se non bastasse, alla già poco florida situazione delle casse diessine si è aggiunto un altro aggravio. Sono trenta�sette, infatti, i funzionari che erano stati distaccati nel gover�no. Ora che a palazzo Chigi arriva il Cavaher Silvio Berlu�sconi bisognerà pur trovare una collocazione anche a loro. E comunque, il tanto atteso rimborso elettorale basterà alla bisogna? O meglio, fino a quan�do basterà? Perchè anche sui rimborsi non è che ci sia tanto da stare allegri dalle parti della Quercia. I ds hanno perso qua�ranta seggi al Senato epiù di venti alla Camera. Il che signifi�ca soldi in meno. Perciò, tra i tanti grattacapi e i molti proble�mi che dovrà fronteggiare il nuovo segretario diessino, chiunque egli sia, quello delle casse del Botteghino che languono sarà forse il più difficile da risolvere. Peri pagamenti si va da un rinvio all'altro «Siamo in attesa dei rimborsi elettorali» Ai parlamentari chiesto di versare un milione in più della loro quota LA CURA DIMAGRANTE tràil 1991 éin992 La cura dimagrante di Achille Occhetto dopo ta svolta della Bolognina, ii nuovo partito (Pds) rinuncia al vecchio modello comunista e riduce sensibilmente l'apparato La vicenda dell'Unità, lo storico giornale fondato da Antonio Gramsci, arriva a una svolta drammatica. Il quotidiano dei Ds sospende le pubblicazioni L'ADDIO AL BOTTEGONE rftfài! 1999 éW 2000 Addio a Botteghe Oscure (lo storico palazzo costruito da Alfio Marchini del quale li Pei prese possesso nel '46), per la nuova sede di via Nazionale. Nel settembre 2000, la Quercia lascia la storica sede: una decisione che consente al partito di risparmiare oltre un miliardo wmmMd^^M^^■:«m«.m*m**x ir aMiJiyJiL Il «botteghino», la nuova sede in via Nazionale dove i Ds si sono trasferiti dopo aver lasciato via delle Botteghe Oscure '

Persone citate: Achille Occhetto, Alfio Marchini, Antonio Gramsci, D'alema, Lino Paganelli, Maria Teresa Meli, Occhetto, Paganelli

Luoghi citati: Roma