Si parla (e si suona) in russo di Leonardo Osella

Si parla (e si suona) in russo S J A G 4 O IM E ^ A I Si parla (e si suona) in russo L'attesissima Viktoria Mullova e Vladimir Jurowski in un programma che va da Stravihsky a Skrjabin SE si eccettua una parentesi con il binomio Bach-Schoenberg, il prossimo concetto della stagione sinfonica Rai al Lingotto (gioved�7 giugno alle 20,30 e venerd�8 alle 21) parla russo in tutto e per tutto. Russi il direttore Vladimir Jurowski e la violinista Viktoria Mullova, e pu�re gli autori Stravinsky e Skrja�bin. Jurowski ha preso il posto del designato David Shallon, pre�maturamente mancato nell'au�tunno scorso: nato a Mosca, ha bruciato presto le tappe cosicché ancor giovane ha ricevuto incari�chi prestigiosi tra i quali, recente, quello di direttore musicale del Glyndeboume Festival Opera. Per quanto riguarda la Mullova, non si sa più che cosa scrivere di lei e quindi ne diamo per scontate carriera e benemerenze. La serata va subito al colmo con due pagine di Stravinsky, lo «Scherzo fantastique op. 3» e il «Concerto in re per violino». Lo «Scherzo» fu scritto nel 1907/8 e costituisce già ima evidente evo�luzione rispetto alle precedenti «Sinfonia in mi bemolle», dall'at�mosfera schiettamente rimskiana, e «Le Faune et la Bergère», suite per mezzosoprano e orchestra dalle evidenti influenze di Debussy e Ravel. Si vuole che questo «Scherzo» sia stato ispira�to alla lettura della «Vita delle api» di Maeterlinck: Stravinsky dapprima lo ammise ma poi lo negò, forse seccato dalle grane che dovette affrontare per un balletto costruito su questo suo brano ed intitolato «Le api» senza il suo consenso: una circostanza che creò tensioni e diatribe. E in fondo anche qui aleggia un poco lo spirito di Rimskij-Korsakov e del suo «Volo del calabrone». Il «Concerto per violino» fu composto nel 1931 nelle varie peregrinazioni d�Stravinsky in Francia, seguito come un'ombra dal violinista Samuel Dushkin, destinatario dell'opera e dunque suo consulente tecnico per la parte solistica. André Boucourechliev ha osservato come la di�mensione principale del lavoro sia il timbro, anche se l'ispirazio�ne di base è legata a Bach, come del resto mostrano anche i titoli . allusivi dei vari movimenti: «Toc�cata», «Ària I», «Aria n», «Capric�cio». Si rivelerà cos�consequenziale il richiamo a Bach che emergerà dalla successiva proposta della strumentazione che Arnold Schoehberg fece dei «Due Preludi corali di Bach per grande orche�stra». Si tratta di «Schmùcke dich, o liebe Seele» (che non sarebbe però di Bach) e di «Komm, Gott Schòpfer, heiliger Geist», j strumentati mentre il compositore stava elaborando la propria teoria della musica dode�cafonica. Caratteristiche di un estremo turgore timbrico raggiungerà, a fine serata, l'esecuzione del «Poe�ma dell'estasi» di Skrjabin: un affresco di sensazioni tra il misti�co e il visionario, un esplodere dionisiaco di ebbrezza sonora, un «naufragio» dei sensi come acme della pura felicità acquisita nel�l'applicazione delle filosofie in�diane. Leonardo Osella La violinista Viktoria Mullova li direttore Vladimir Jurowski

Luoghi citati: Francia, Mosca