La lettera ai Romàni: nei secoli dei secoli le grandi ore cristiane di Enzo Bianchi

La lettera ai Romàni: nei secoli dei secoli le grandi ore cristiane La lettera ai Romàni: nei secoli dei secoli le grandi ore cristiane RECENSIONE Enzo Bianchi j. N tutte le epoche affamate e 1 assetate di giustizia è sembra�to naturale prèndere posizioI ne al fianco di Paolo, parteci�pando profondamente al suo pen�siero, anziché assumere l'atteggia�mento indifferente e distante del�lo spettatore. Forse noi stiamo entrando in una di .queste epo�che...». Cos�si esprimeva Karl Barth neha prefazione al suo primo commento aha Lettera ai Romani. Si era negh anni imme�diatamente successivi aha prima guerra mondiale, quando la neo�nata «Società dehe Nazioni» non intravedeva ancora le cupe nubi che si sarebbero ben presto adden�sate sull'intero pianeta e che avrebbero posto interrogativi an�goscianti sulla presenza del male nel mondo e nel cuore deh'uomo e sull'assenza o il silenzio di Dio di fronte dll'annientamento non so�lo di un popolo ma, con esso, deha stessa dignità umana. Ora la nostra stagione appa�re affamata e assetata più di senso che di giustizia, forse anche perché/constatati tragicamente i limiti deha giustizia umana e la tracotanza dell'ingiustizia, si è come smarrito il senso che dà consistenza all'idea stessa di giu�stizia. Ahora anche oggi può esse�re prezioso non restare spettatori «indifferenti e distanti», ma pren�dere posizione a fianco di Paolo, neha sua appassionata ricerca di senso all'intemo e attraverso il dolore umano assunto da Dio stesso. La Lettera ai Romani, anche se «non è un trattato astrat�to di teologia né una summa teologica» e nemmeno «un com�pendio di tutta la dottrina cristia�na», resta pur tuttavia «uno scrit�to che, dopo duemila anni di cristianesimo, continua a suscita�re grande attrazione e a costituire una fonte sempre zampillante per qualsiasi livello deha-vita cristia�na». Né si dimentichino le conse�guenze sovente tragiche, mai irrilevanti che la sua lettura e interpretazione hanno avuto nel�la storia e neha società civile, per lo meno mediterranea ed euro�pea: dall'atteggiamento dei cri�stiani verso «la radice santa di Israele» e verso la Legge data da Dio al suo popolo, fino aha diatri�ba tra cattohei e riformatori sulla «giustificazione per fede» e sul «ruolo» dehe opere neha salvez�za, le vicende anche umane di intere regioni e di svariate genera�zioni hanno subito l'influsso di questa pietra miliare del pensiero giudaico e cristiano. Come ignora�re che, da Origene ad Agostino, da Luterò a Karl Barth, molti tra i più fecondi pensatori deha cristia�nità si sono cimentati con il commento a questa Lettera che, in alcuni passaggi fondamentali, affronta con profondità medita problematiche che toccano da vi�cino non solo i cristiani ma chiun�que abbia a cuore le sorti dell'uma�nità e il senso della storia? Si pensi al capitolo 5 e aha dottrina dei «leccato originale», o ai capi�toli cfal 9 ah' 11, sull'imprescindibi�le, tràgico e al contempo salvifico rapporto tra Israele e la Chiesa, o ancora al capitolo 13 sui rapporti con le autorità civih., Sì, dire Lettera ai Romani significa evoca�re una chiave di lettura dell'inte�ra civiltà occidentale. Pitta si è riproposto di per�correre questo testo analizzando�lo con il metodo deha «retorica letteraria», cercando di cogliere l'interazione tra i tre elementi fondamentah: l'autore-mittente e il suo ethos, il lettore-destinatario e il suo pathos e, infine il logos, il discorso-contenuto che la lettera vuole veicolare: approccio fecondo, arricchito dai dati ormai imprescindibili del metodo storico-critico. Ne risulta un percorso dettaghato e approfondito che nel contempo non dimentica mai il quadro d'insieme e l'obiettivo pri�mario di Paolo: rendere conto ahe comunità cristiane di Roma, pro�venienti in massima parte dagh ambienti giudaici deha capitale dell'impero, del «Vangelo di Dio», deha «buona notizia» deha salvez�za universale elargita da Dio attra�verso là passione, morte e risurre�zione di Gesù Cristo e accolta dagh uomini attraverso la fede in lui. Così, un annuncio pensato per una comunità precisa, si dilata e diviene messaggio di speranza per l'umanità intera, di ogni tem�po e di ogni luogo. Nel meticoloso lavoro di Pitta una curata traduzione e un pun�tuale commento si susseguono, dialogando con le letture antiche e moderne deha lettera paolina e facendo tesoro dehe ricchezze che ne sono scaturite nei secoh: un'opera coraggiosa che affronta uh testo a volte problematico e ostico con h desiderio di renderlo accessibile a una più vasta cer�chia di lettori e, soprattutto, di fame emergere le valenze ancora oggi fondamentah per la fede cristiana e la vita quotidiana. Sì, perché sfide inedite attendono il cristianesimo nel terzo millennio, sfide che richiedono conversione e slancio evangelico rinnovati. Ancora oggi, quindi, non si può che. condividere con l'autore di queste dense pagine la lapidaria affermazione di Paul Althaus: «Le più grandi ore deha storia del cristianesimo sono anche le ore della Lettera ai Romani». Antonio Pitta ha ripercorso il testo paolino con cui, da Origene ad Agostino, da Lutero a Karl Barth, si sono cimentati i più fecondi pensatori ||f| Lettera ai Romani A cura di Antonio Pitta. Paoline, pp. 634, L 60.000 LIBRI BIBLICI

Persone citate: Antonio Pitta, Karl Barth, Lettera, Lutero, Paul Althaus, Pitta

Luoghi citati: Israele, Roma