L'ultimo ribelle di Affinati in una Roma fantascientifica

L'ultimo ribelle di Affinati in una Roma fantascientifica L'ultimo ribelle di Affinati in una Roma fantascientifica NEI tanti romanzi di Affinati o comunque nehe molte sue opere tra saggistiche e narra�tive il tema dominante è sempre la minaccia della violenza (che nehe forme più diverse infierisce sul mondo) e il dovere di resisterle. Anzi più precisamente i suoi libri sono una presa d'atto (una descri�zione minuta), uno studio deha violenza (esaminata nella varietà dehe sue espressioni) come realtà con la quale nel futuro sempre più dovremo fare i conti. Anzi il futuro è l'esercizio deha violenza cui non potremo sfuggire. Ma offriremo sol�tanto i nostri corpi come già abbia�mo fatto sulla spiaggia di Omaha Beach dove nel primo minuto dello sbarco furono uccisi cinquecento rangers o nella notte di Dresda quando sotto le bombe morirono 120 mila cittadini. Offriremo solo i nostri corpi ma niente d'altro. E quel nient'altro è la nostra salvez�za. E anche in II nemico negli occhi, sua ultima fatica. Affinati ritoma sul tema sviluppandolo in uno sce�nario fantascientifico grandioso e terribile (grandiosa�mente terribile). Nei quartiere romano Esquilino, e precisa�mente in piazza Vitto�rio (che oggi i romani conoscono come il luo�go di concentrazione del maggior numero di emigrati e di emarginati deha città), in un tempo futuro (che l'autore non definisce) cresce un grattacielo (che ha il nome di Domix) dove trova riparo e vive, protetti da vighanti armati, una piccola popolaRECENAnGug zione diprivilegiati mentre tutt'intòmo il quartiere langue nella di�struzione e nello sfacelo. Strade dove devi stare attento a «dove mettere i piedi, perché in terra si può trovare di tutto: rottami, fil di ferro, reti metalliche, calcinacci, uomini accasciati che delirano... l'aria... irrespirabile, gh occhi si arrossano subito e, dopo un po' che cammini, ti si torcono le budeha... dappertutto s'accatastano rifiuti in�dustriali, vagoni adibiti a alloggi di fortuna... torme di cani selvatici seminano il panico tra la foha. I vecchi si fanno largo usando i bastoni per tenere a distanza gh animah famelici». In questo scena�rio da fine del tempo (che ricorda le immagini apocalittiche del film 1997 Fuga da New York il film di John Carpenter realizzato circa trent'anni fa) cui l'autore non rinun�cia ad alludere come al nostro prossimo futuro, vive un giovane di IONE lo lmi nome Affo «l'ultimo ribelle deh'epoca mo�derna: l'anarchico del�la Roma Sud», «indivi�duo lacerato... che in�tendeva recidere den�tro di sé, la tentazione al materialismo che aveva respinto» il quale aha testa (a capo) di una banda di giovani perduti dà l'assal�to al grattacielo penetrandovi attra�verso una inutile astuzia. Infatti un congiurato tradisce e l'assalto fini�sce nella fuga e per i più nel sangue. La violenza è invincibile. Sen�nonché accade che sessant'anni do�po (anzi novant'anni dopo per la definitiva stesura) una funzionaria del ministero dell'Interno viene in�caricata di ricostruire quell'assalto fallito e viene sorpresa da una realtà di fronte aha quale sente nascere dentro (in lei) ben altro che comprensione e partecipazione. Quegh uomini, protagonisti deha infelice impresa (nuovi assalitori di un altro palazzo d'inverno ma dei loro predecessori tanto più solitari e sventurati), cittadini sbandati di un quartiere invivibile, dove il deca�dimento è ormai assoluto con le case diroccate e le fogne come unico ricovero dehe masse sbanda�te quei giovani perduti hanno la misura di veri tragici eroi. E non per il coraggio che pure non gh manca o per la capacità di sacrifi�carsi (che magari è un rimedio aha vita infame che conducono) ma per il sentimento di solidarietà e la generosità che h anima (in una realtà che sta tutta nel rubare al vicino quel che non ha) e, più decisamente, per la passione per la vita aha quale non voghono rinun�ciare pur sapendo che gh è già stata (che è stata loro) portata via (che oramai l'hanno perduta). Cos�se la violenza è invincibUe, invincibUe è anche la vita. Questo sembrerebbe l'assunto (da me impoverito per ragioni di chiarezza) che anima il romanzo. Ma è proprio così? 0 quell'amore (quel sentimento posi�tivo) che l'autore sparge e diffonde sulle rovine, ormai irreversibili, di piazza Vittorio che lo ha visto nascere e crescere, fino a vent'anni (che h Affinati è nato nel 1956) non è altro che uno sbocco di nostalgia, il cedimento a un ricor�do, il rifiuto di un abbandono? In realtà II nemico negli occhi è abitato da un pessimismo assoluto (temperato daha presenza di un provvisorio dubbio radicato nella autobiografia sentimentale dell'au�tore). Ne sembrano essere la prova le parole in fondo conclusive pro�nunciate daha signora del Ministe�ro degh Interni che, dopo aver portato a termine la difficile ricerca dopo aver raccolto una documen�tazione puntuale e minuta (su quel�la sorta di presa di Bastiglia di 90 anni prima) arricchita da interviste ai pochi superstiti ancora in vita al momento di consegnarla si scon�tra con l'indifferenza assoluta di coloro che ghela avevano commis�sionata i quali, ricevuto il prezioso dossier, non fanno di megho che nasconderlo (abbandonarlo) in un cassetto. E la signora, sconsolata: «...la mia pretesa di restituire a ogni cosa un senso, collocando le parti nel tutto, è una moneta fuori corso che gh uomini si sono lasciati ahe spahe come un balocco di età tra�scorsa, quando era ancora viva l'idea di poter dominare la realtà. Adesso la maggioranza di noi ha rinunciato e preferisce ritirare al banco il gettone di plastica col quale accenderà le luci del monitor, piuttosto che elaborare una mappa deha volta stehare». RECENSIONE Angelo Guglielmi «IL NEMICO NEGLI OCCHI»: UNA PICCOLA POPOLAZIONE DI PRIVILEGIATI ALL'ESQUILINO, UNA BANDA DI GIOVANI PERDUTI, UN ASSALTO FINITO NELLA FUGA E NEL SANGUE Soffia la breva su quel ramo del ago di Chiappori Eraldo Affinati: una storia sulla violenza cui non potremo sfuggire Eraldo Affinati II nemico negli occhi Mondadori, pp. 325, L 32.000 ROMANZO

Persone citate: Affinati, Angelo Guglielmi, Chiappori, Eraldo Affinati, Eraldo Affinati Ii, Esquilino, John Carpenter

Luoghi citati: Dresda, New York