L' ambigua alleanza tra il Raíss e lo Sceicco di Igor Man

L' ambigua alleanza tra il Raíss e lo Sceicco L' ambigua alleanza tra il Raíss e lo Sceicco Arafat e Yassin, il capo di Hamas: le due facce dei palestinesi retroscena Igor Man CHE cosa ci fa una matrioshka sulla scrivania di un palestinese-doc? Lo domando al mio interlocutore, un «quadro» di al-Fa�tah che vive da anni a Roma, ama l'Italia e venera Arafat. Un modera�to e per tanto «un palestinese frustrato sull'orlo della disperazio�ne», come mi dice accendendo l'en�nesima sigaretta. Cosa ci fa ima matrioshka sul suo tavolo?, doman�do al mio interlocutore che «per motivi di sicurezza» desidera man�tenere l'anonimato. Risposta: «Di�ce tante cose questa bambola russa fatta di più bamboline sempre più piccole, l'una incastrata dentro l'al�tra. Io temo che siamo vicini all'ul�tima bambola». Cioè? «Sharon ha due alternative. La prima è fare il buono per verificare se la tregua (voluta dagh americani) tiene. Ma gli estremisti (dentro e fuori del govemo di coalizione) sono impa�zienti e, scontentando loro, Sharon finirebbe con l'alienarsi l'opinione pubblica che reclama vendetta do�po l'ultima, ignobile strage di Tel Aviv. La seconda altemativa è quella di cogliere il benché minimo pretesto per mandare gh aerei a bombardare i nostri tenitori, quel�li diciamo restituiti. Ma questa volta il generale lo ha detto chiaro: i cacciabombardieri avranno cura di colpire case "non vuote". Insom�ma, poiché obiettivamente nessu�no può, non dico garantire, ma prevedere se e per quanto tempo reggerà una tregua, in teoria siamo alla vigilia d'un terribile showdown. Non è improbabile, infatti, che la furia militare di Israele riduca le nostre città, i nostri villag�gi in poltiglia, trasformando quel po' di terra che l'autorità di Arafat amministra in ima replica di Bei�rut-1982». AUora, dico, i libanesi pagarono un prezzo altissimo: perché se voi palestinesi eravate il bersaglio di Sharon bisognava, per centrarlo, coventrizzare la già felice capitale dei cedri. Ve la cavaste, sia pure al prezzo di lacrime e sangue, Arafat riparò in Egitto e riprese a tessere la tela che portò voi e gh israeliani ad Oslo. Ma oggi? «Oggi è diverso, tragicamente diverso». Infatti, spiega il mio interlocuto�re, oggi ai palestinesi viene chiesto di seppellire il kalashnikov e ogni «sacrosanta rivendicazione» in cambio di un modus vivendi con Israele. Significa, secondo il palestinese-doc, accettare di vivere chiu�si nei «bantustan», con i rubinetti dell'acqua e dell'energia elettrica in mano a Israele, senza nessuna prospettiva di sviluppo, di pace. E' tale situazione a far calare precipi�tosamente le azioni di Arafat por�tando al rialzo quelle di Hamas. Cioè degli oltranzisti islamici i cui figli, o fratelli, imbottiti di tritolo vanno in Israele a uccidere «la megho gioventù» saltando in aria coi ragazzi israeliani. E mentre questi ultimi sono veramente agnellini innocenti, non fosse altro perché, giovanissimi e da poco «saliti» a Sion, non hanno sparato un colpo contro un palestinese che sia uno, l'altro, il terrorista-suici�da, è in definitiva un soldato, ancor�ché atipico, del vero esercito (un esercito carsico) palestinese. Quel�lo del «fucile e Maometto». Tanti anni fa, nel 1986, sollecita�to dal fascinoso Jean-Pierre Péroncel-Hugoz, il collega francese auto�re di «Le radeau de Mahomet», andai all'università islamica di Ga�za. Quattromilaseicento studenti (un terzo dorme) ripartiti in sei facoltà, veniva considerata minore rispetto alle più qualificate univer�sità di An Naja e Bir Zeit. Era però integralista arrabbiata e veniva giudicata dai suoi finanziatori (le fondazioni dei Paesi arabi ricchi ovvero carismatiche come l'univer�sità islamica di Al Azhar) un'otti�mo terreno dove spargere il seme del fondamentalismo. Agh allievi è prescritto un anno propedeutico alla disciplina islamica. Durante i quattro anni di corso, gh allievi debbono memorizzare sei Sure (ca�pitoli) del Corano, da contestual�mente «scandagliare in profondi�tà». I laureati andranno ad insegnareiuno su tre) «là dove è imprescin�dibile ricordare agh immèmori la Parola», cioè «al Quran», il Corano. Ma la caratteristica distintiva del�l'università di Gaza era il suo rifiuto dell'Olp. GU studenti simpa�tizzanti di Arafat, deU'Olp molto forte e diffusa nei Territori occupa�ti, erano considerati veri e propri cani in chiesa. Nel mighore dei casi fratelU da ricondurre suUa retta vie. Al nazionalismo laico dei se�guaci di Arafat, quelli deU'Università di Gaza opponevano il primato deUa reUgione. Prudente, U rettore pur di non aver grane proib�agU studenti fedeU ad Arafat di celebra�re l'anniversario deUa strage di Deir Yassin compiuta durante la irima guerra arabo-israeUana dala banda Lehi, frutto deUa crimina�le fusione deU'Irgun con la Stem. Un ispirato studente, pur premet�tendo che l'Olp «rappresenta il popolo palestinese», osservò che i suoi membri non erano pu osser�vanti del Libro seppur facessero politica. Essi «debbono imparare e prima o poi ci riusciranno che la pohtica procede daU'islam e si con�fonde con l'islam medesimo». Scoprii che quegh studenti non ignoravano che Arafat militò neUe fila dei FratelU Musulmani, proprie a Gaza negU Anni 50. Tutta�via, disse secco U rettore congedan�domi, nella sua università si mette�va al primo posto 0 trionfo del�l'islam, dopo la «liberazione nazio�nale». Ho voluto ricordare questa lon�tana esperienza per un motivo persino ovvio: Hamas. E' l'acroni�mo deUa parola araba Ardore, è la poderosa «organizzazione assisten�ziale» islamica che, in fatto, condiziona Arafat. L'organizzazione, un vero movimento, sorse a Gaza nel 1987 proclamando la sua differen�za rispetto aU'Olp. Ricca di doUari sin dal primo momento d'attività, Hamas ha fornito agU «underdogs» palestinesi un'assistenza quasi da Wehare State: senza nuUa chiede�re ai suoi assistiti se non «ubbidien�za aU'Altissimo». In un primo momento Israele tollerò Hamas: addirittura speran�do in una divisione dei palestinesi, che avrebbe portato un duro colpo aUa leadership e al carisma di Arafat, si spinse a foraggiare (non sappiamo esattamente come) l'or�ganizzazione. Che si fece beffe del «nemico sionista», riuscendo a giuocare a una sorta di nascondino pohtico-reUgioso con l'Olp e con Israele nel contempo. (Il destino è un regista ironico: proprio coloro che Israele pensava di trasformare in «fiancheggiatori» contro Arafat, sono quelU che oggi uccidono, suici�dandosi, i giovani «sabre»). Dopo la prima fase degU accordi di Oslo, con Arafat di ritomo nella sua terra che cammina scalzo, a Gaza, per «sentire intimamente il sacro suolo della patria», Hamas stabilisce con l'Olp una sorta di nonbelUgeranza, rivendicando pie�na autonomia operativa «nei diver�si settori deUa società islamica». Arafat non è un poUtico ma un diplomatico, sicché accetta quella che lui definisce «l'aUeanza del destino» con il fondatore di Ha�mas, lo Sceicco Ahmed Yassin. Costui, trasferitosi a Gaza dopo la disfatta araba del 1948, giovanissi�mo rimane paraUzzato neUe gam�be, sembra per una poUomieUte. Fu «katib» e maestro di dottrina neUe moschee di Gaza, venne arre�stato nel 1984 dagU israeUani e condannato a 13 anni di galera. Ma verme liberato dopo li mesi di carcere duro, riprendendo, così, la sua attività di «cospiratore religio�so». Arrestato di nuovo U 18 di maggio del 1989 con molti altri seguaci, ((rivoltosi impenitenti e pericolosamente armati anche di colteUi (sic)», neU'ottobre del 1991 viene condannato aU'ergastolo. Benché paraUtico e cieco di un occhio a causa delle torture che avrebbe subito in prigione, l'oc�chio sinistro semichiuso, fragile, afflitto da un elenco interminabile di malanni, lo Sceicco supera senza traumi condanna e galera, incide cassette di sermoni mistici ma incendiari, prega. NeU'ottobre del 1997 viene inopinatamente rila�sciato. «Grazie aUa goffaggine dei servizi segreti sionisti», dirà. Infat�ti viene scambiato con due agenti israeliani arrestati mentre stanno )er assassinare, in Giordania, KhaidMisha'ai, capo deU'ufficio politi�co di Hamas. Con la sua voce flebile «che però trafigge», giomi fa ha sconfessato Arafat affannato a cucire un minimo di tregua arma�ta, dichiarando guerra ad oltranza «al nemico sionista». Non si è mai capito se Arafat lo avversi oppure l'ammiri. Certo si è che i rapporti tra Olp e Hamas sono stati in questi ultimi anni tempe�stosi, ondivaghi, ambigui. Arafat arresta gU uomini più di spicco di Hamas, minaccia di mettere a pa�ne e acqua lo Sceicco, ma regolar�mente libera i fondamentalisti e corre a rendere omaggio aUo Sceic di no. In co carismatico. Pratica la doccia scozzese, il povero Arafat: per con�tentare americani e israeUani di�chiara guerra ad Hamas, al braccio armato deUa «pia organizzazione»; sbatte in ceUa questo o queUo, ma poi è costretto a gridare «tana libera tutti», e questo perché non può, letteralmente non può, arre�stare la violenza di Hamas. La più perniciosa, e non a torto, agU occhi di Israele. La violenza inarrestabUe è quel�la dei terroristi-suicidi. Tutti figU di Hamas. DifficUe se non impossibUe da bloccare, la violenza, per�ché i terroristi-suicidi non li puci bloccare in partenza, riconoscerU, schedarli. Ogni tanto Israele riesce a elimi�nare un «nemico», come quel pericolo pubblico nu�mero uno esperto in esplo�sivi: squilla il telefonino, lui non ha nemmeno il tempo di dire «aiua» (sì?) che gU salta via la testa. Ma per uno che va in Paradiso ce ne sono altri venti pronti a sostituirlo. In verità questo del ter�rorismo-suicida è un feno�meno nuovo neU'islam sannita. Si vuole che sia�no stati gU sciiti di Hezbol�lah, esportati nel 1982 in Libano da Khomeini, ad aver convertito i giovani di Hamas al martirio. L'islam condanna U suici�dio, ma gli sciiti «spiega�no» che immolarsi per uc�cidere il nemico è un atto di purificazione che porta subito in Paradiso. Durante la spaventosa guerra (inutile) tra Iran e Iraq, a Dezful fanciulli con la fascia bianca del martire suUa fronte andavano a sminare i campi di mine irachene, correndoci sopra a piedi nudi. I giornali pubblicavano le foto dei martiri, le lettere compiaciute dei loro genitori. In Libano gli Hezbol�lah, nati appunto daUa costola di Khomeini, han spesso praticato il terrorismo-suicida, concedendo anche aUe donne di immolarsi. La prima bomba-umana femminUe fu una sciita sedicenne di Sidone. Per quanto possa sembrare as�surdo, non è (Ufficile reclutare giovani aspiranti martiri, nella Pa�lestina sotto (teorica) autorità pale�stinese. Hamas e l'altra perniciosa formazione integraUsta, la Jihad islanùca, affermano categorica�mente di aver «pronti» almeno 120 nuovi aspiranti martiri. I reclutatori vengono, appunto, daUe universi�tà islamiche, oppure dal «braintrust» di Hamas. Gli basta un'oc�chiata per capire che U ragazzo è «maturo», e dunque bastano sette, al massimo dieci giomi per saggia�re la sua effettiva vocazione. L'ad�destramento è rapido: portano le bombe assassine in un borsone da basket, in un fodero di violoncello, ovvero si imbottiscono di tritolo. Come riescano a passare senza guai i vari posti di blocco israeUani e superare le perquisizioni rimane fino ad ora, almeno, un mistero. Cos�come rimane un mistero U fatto che U pio giovinetto integraU�sta israeUano che assassinò Rabin riusc�ad avvicinarsi, armato, al palco dal quale sarebbe sceso Ra�bin per trovare la morte, dopo aver cantato insieme con 100 mila per�sone «Shalom», Pace. Prima di im�molarsi, ifanciulU terroristi incido�no videocassette per salutare i genitori, o la fidanzata, oppure lasciano sui quaderni a quadretti versi di cui ignorano l'autore, rico�piati con l'incerta grafia dei fanciulU. «Oh Tu che tieni le chiavi del Cielo/ aprilo: per me. / Sto arrivan�do. / I compagni che mi hanno preceduto sono già in Paradiso». Ancora: «Mia madre indossa l'abi�to del funerale / e siede sola, ripo�sando. / Guarda, madre mia, la mia fotografia e loda Iddio / con la sua voce più fresca: sono arrivato in Paradiso». Su «Le Monde» deU'8 gennaio del 1984 André Fontaine ci ricorda�va quanto, trent'anni prima, aveva scritto Jules Monnerot: «Il comuni�smo è stato l'islam (radicale) del Secolo XX». E cioè la religione dei conquistatori fedeU al profeta. Og�gi, forse, di fronte ai fanciulU-martiri di Hamas dovremmo ribaltare la tesi: «L'islam radicale è U nuovo comunismo». Non si è capito se il leader dell'Olp detesti o ammiri il profeta fondamentalista Periodicamente arrestai suoi uomini poi li rilascia e gli rende omaggio Israele ha pensato di utilizzare il movimento radicale per destabilizzare il nemico più forte Ma gli oltranzisti hanno giocato d'astuzia I lanciatori di pie�tre dell'intifada, a sinistra, passano ormai in secondo piano rispetto al�le stragi e ai peri�coli di un conflit�to. A destra, Ara�fat: le ipotesi di pace hanno fatto calare le sue azio�ni portando al rial�zo quelle di Ha�mas Il primo ministro israeliano Ariel Sharon, di fronte alle scelte più gravi del suo governo. In basso a sinistra lo sceicco Yassin, capo carismatico di Hamas