Il «serenissimo» in libertà: non rinnego nulla di Fabio Poletti

Il «serenissimo» in libertà: non rinnego nulla Il «serenissimo» in libertà: non rinnego nulla «Vinceremo, ma quella fase è finita» Fabio Poletti inviato a PADOVA Appoggiata a terra la serenissi�ma borsa con la Bibbia, il Vange�lo, Nietzsche e pure Comisso, impugnata la serenissima ban�diera con il Leone di San Marco, alle 17 e 05 Bepin Segato può finalmente bere un sorso seppur caldo di borghesissimo champa�gne e mettersi tra le labbra un'americanissima sigaretta. Prime parole, da libero: «E' finito un incubo, sono entusia�sta». Secondo concetto, per i posteri e per la Storia: «Non rinnego nulla di quello che ho fatto, ma quella fase si è conclu�sa. I Veneti con metodi democra�tici, vinceranno.. Ci vorranno magari cinquanfanni, ma vince�ranno...». Sono passati quattro anni dal�l'assalto al campanile di San Marco. Dieci mesi, dall'ultima volta che è stato libero. Ma alla fine, Bepin Segato è sempre quello. Un ideahsta, un sognato�re, uno che con la Liga Fronte Veneto che lo ha candidato alle ultime elezioni, ha preso 10 mila preferenze tra i fedelissi�mi. «Xè una brava persona», ammette il giudice del Tribuna�le di sorveghanza Stefano Drago�ne, che alla fine ha firmato il provvedimento che affida 1'«am�basciatore» Bepin Segato ai ser�vizi sociah. Tradotto vuol dire che dalle sei del mattino alle ventidue. Segato può stare/fuori casav,Tre giorni alla settimana copiì.; bi�bliotecario a Borgoricco,: altri tre a Cittadella, provìncia di Padova, ad occuparsi di anziani. Tanto, scrivono i giudiqi nelle otto pagine di ordinanza non è più pericoloso: «Ha accettato la condanna e le regole del carce�re». E fa niente se su un manife�sto elettorale si è fatto fotografa�re dietro alle sbarre come un martire o in un'intervista al Tg3 aveva detto: «Lo rifarei». Lui stesso, aveva spiegato che rifa�rebbe tutto ma con metodi de�mocratici. Senza uno schioppo residuato bellico o un tanketto, fatto con un vecchio trattore e qualche lastra di acciaio saldata alla meglio. Adesso che è libero, Bepin Segato ha in mente grandi pro�getti; «Voglio mettere alla prova il nuovo governo...». Adesso che è libero, Giorgio Vido della Liga Fronte Veneto, sventola più for�te la bandiera davanti al carcere Due Palazzi: «Bepin non ha mai smesso di fare pohtica. Il federa�lismo non basta, ci vuole l'auto�nomia». In attesa che si mettano d'accordo, Berlusconi è avverti�to. Tanto c'è tempo. Che fino alla espiazione totale della pena, più o meno un anno e mezzo, Bepin Segato non potrà vedere i suoi coimputati. Ammesso che vo�gliano incontrarlo, non gh perdo�nano ancora di non essersi pre�sentato quella mattina del 9 maggio a piazza San Marco, nelle vesti di ambasciatore dele�gato a trattare con lo Stato italiano. Un dettaglio, alla fine. Che non è servito ad alleggerir�gli quella condanna a 3 anni e 7 mesi di carcere per associazione sovversiva, come ideologo e ispi�ratore del commando. Al suo avvocato, Pierluigi Riondato, basta averlo tirato fuori dal carcere: «Anche se potevano firmare lo stesso prov�vedimento un anno fa, che non è cambiato niente. Segato e i Sere�nissimi non sono violenti. Vole�vano solo testimoniare le loro idee...». Luigi Comencini, a capo della Liga Veneta, nella scarcera�zione ci vede molto di più: «E' una nostra grande vittoria». Ma questa volta non ci sono fiacco�late, comizi e le poche bandiere le hanno portate solo gli amici più intimi. Perché anche da libero, Bettin Segato sa quelli che sono i suoi limiti: «Non ho più le manette, ma la bocca bendata. Al massimo potrà emet�tere qualche mugugno. Quindi, non aspettatevi faville. Conti�nuerò la lotta in modo democra�tico...». Un po' poco, per uno che nel mondo dell'autonomismo vene�to, 200 mila voti alle ultime elezioni alla Liga, è stato defini�to un «Nelson Mandela bianco» e per lui alla fine si sono mobili�tati tutti, dal presidente della Regione Galan all'ex sindaco di Venezia Cacciari. Un po' poco, per uno che solo quattro anni fa sognava il Doge e la Repubblica Veneta e adesso farà il bibliotecario e l'assisten�te sociale. Ma i tempi sono quelli che sono. E se il suo avvocato, dice che a dargli la notizia della liberazione, sono stati gli extracomunitari in cella che gli gridavano «Bepin sei libero...» dopo aver visto i tiggì, e quindi che ai Serenissimi vole�vano bene tutti, a Segato tocca ammettere'che in fin dei conti gli volevan tutti bene in carcere «perché gli passavo le sigaret�te». «Non ho più manette ma la bocca bendata Quindi al massimo potrò mugugnare non aspettate faville» Luigi Comencini, capo della Liga, esulta per la scarcerazione «Questa è una nostra grande vittoria» Giuseppe Segato, il «serenissimo» scarcerato ieri. «E' finito un incubo, sono entusiasta»

Luoghi citati: Borgoricco, Padova, Veneto, Venezia