«Niente veti, ora scopro il bluff» di Giovanni Cerruti

«Niente veti, ora scopro il bluff» IL TRAVAGLIO DEI «LUMBARD» E LA FORMAZIONE DEL NUOVO ESECUTIVO «Niente veti, ora scopro il bluff» I leghisti all'attacco: pronto a restare fuori retroscena Giovanni Cerruti /^ MILANO ARONI che dice basta, non mi va di farmi rosolare, rinuncio al ministero di Giustizia e del futuro governo altro non so. Bossi e Berlusconi che s'incontrano e poi negheranno quattro ore di trattativa e strate�gie. La domenica si chiude con Bossi che alle nove di sera dichia�ra: «Una cosa posso assicurare: al governo ci vado e con il ministero della Giustizia. Con Maroni vado a scoprire il bluff». E qui comincia una storia che al momento ha una solo protagonista, Bobo Maroni nella parte della vittima. Bossi l'aveva candidato alla Presidenza della camera e si sa come è finita. L'aveva candidato alla Giustizia: finisce con una telefonala a Berlu�sconi e poche righe dettate al�l'agenzia Ansa. «Mi rendo conto fa sapere Maroni che per compheazioni che ritengo pretestuose e motiva�zioni che mi sfuggono rischio di rendere più difficile la formazione del nuovo governo. Ringrazio la Casa delle Libertà, ma per consen�tire a Berlusconi di comporre la sua squadra comunico la mia indi�sponibilità a ricoprire la carica di ministro della Giustizia nel suo governo». La meditava da almeno due giomi, Maroni. Da quando aveva saputo, come Bossi, che un poderoso veto avrebbe bruciato il suo nome all'ultimo secondo, quan�do al Quirinale il Presidente Ciam�pi metterà la sua firma sui decreti di nomina ministeriale. «Umberto, qui finisce che mi fregano. E' meglio smarcarsi e scoprire per�ché». Maroni si smarca, ma la storia forse non è finita. «La posizione di Maroni è dignitosissima, e adesso andiamo a vedere il bluff», dice Bossi. Andiamo a vedere se esisto�no davvero i veti. Già sabato pomeriggio, da Gemonio, Bossi ave�va cominciato a fremere. Aveva disdetto la cena ad Arcore con Berlusconi. Aveva dettato dichiara�zioni determinate: se c'è un veto sulla Lega alla Giustizia, se Berlu�sconi non lo respinge, allora noi non entriamo al governo salta per aria la Casa delle Libertà. Berlusco�ni l'aveva saputo sabato sera. Pre�occupazione. Una telefonata per convmcere Bossi ad un incontro. Una seconda. Finalmente l'incon�tro nella notte, ad Arcore. Quattro ore. «Berlusconi mi dice che non ci sono veti». Al momento Bossi vuol credere che il no sia solo su Maroni. «Per la persecuzione di Papalia», precisa. Il Procuratore della Repubbhca di Verona che ha messo sotto inchiesta le Camicie Verdi, la Lega e i suoi dirigenti, Maroni compreso, per attentato all'integrità dello Stato. Ecco il problema. E' accetta�bile un ministro di Giustizia che un domani, magari si e magari no, si ritrova rinvialo a giudizio con quell'accusa? Forse Bossi aveva sottovalutato la «persecuzione Pa�palia» e il velo finisce con la nota di Maroni all'Ansa. Se è così, dice Bossi, la Giustizia resta alla Lega e sarebbe pronto il nome di Roberto Castelli, senatore del Lago di Co�mo, ingegnere esperto di ambiente e viabilità. «Su un nome non posso fare la guerra, e mi spiace per Bobo. Ma se cos�non fosse, se non è questio�ne di un nome...». Bossi, appunto, vuole andare a vedere. Se passa Castelli fine della storia, se non passa ne comincia un'altra. «Si aprirebbe un conflitto istituziona�le senza precedenti e si andrebbe ad un governo tecnico che non avrebbe i numeri per slare in piedi. La sfida istituzionale sareb�be devastante». Bossi continua a pensare che «l'attacco a Bobo è un attacco alla Lega». Continua a sospettare che la storia non finisca con l'ingegner Castelli al ministero di via Arenula, dietro la scrivania che fu di Togliatti. Si immagina altri veti, e il primo è che ne capisce il buon Castelli di Giustizia e codici? Con Berlusconi si sono messi d'accordo, negare le quattro ore di incontro. E sarà Bossi a guidare la caccia al bluff. Nella memoria gli è rimasta una frase di gioved�sera, «Dal Quirinale ci sono quattro veti su quattro ministeri che non posso�no andare alla Lega: Interni, Este�ri, Giustizia e Difesa. Appunto, su un nome, anche se è il nome di Bobo Maroni, da sempre amico e complice, non va alla guerra. Sulla Lega, invece, non si discute nem�meno. «Berlusconi non può accet�tare veti, altrimenti all'estero ap�parirebbe un premier dimezzato». E finisce la sua domenica con il dubbio: «Sullo sfondo vedo il pro�blema Papalia, ma non vorrei che fosse un falso problema». Bossi va a vedere il bluff e Maroni in barca a vela. Da ieri sera ha staccato il telefonino e dice di non volerne più sapere. «In questi giomi ne ho sentite troppe sul mio conto, c'è perfino chi ha parlato di un "Dossier Maroni"». Al telefono Berlusconi gli ha chiesto di restare al governo, al Welfare come gli aveva proposto nella notte di saba�to 19 maggio. «Non solo perchè non ho il suo conto in banca, ma io non sono come Previti che passò dalla Giustizia alla Difesa...». Delu�sione, delusione che brucia, e que�sto non è un bluff. Ma è domenica sera e oggi è già un altro giorno. Per la Lega e per Maroni, potrebbe�ro riaprirsi altre caselle, dalle In�frastrutture alle Comunicazioni, che vuol dire Rai. Le delusioni si possono dimenticare in fretta. ^ www.lastampa.lt La Lega è matura per avere il ministero della Giustizia? Instant Poli sul sito della Stampa Come alternativa per la poltrona di Guardasigilli sarebbe già pronto Roberto Castelli senatore eletto nel collegio del lago di Como ingegnere esperto di viabilità Lo sfogo del leader «Posso assicurare: al governo ci vado e con uno dei miei proprio in quel dicastero» Per il «vice» del senatur potrebbero aprirsi le porte di Infrastrutture o Comunicazioni (Rai)

Luoghi citati: Arcore, Este, Gemonio, Milano, Verona