Pierferdi, gaffes e simpatia

Pierferdi, gaffes e simpatia L'EX ENFANT PRODiGE DELLO SCUP0 CROCIATO E^ RIUSCITO A DISTRICARSI ANCHE NELLA NUOVA POLITICA-SPETTACOLO Pierferdi, gaffes e simpatia UcMuUma^eim0jomfmai conformista 1m ISTITUZIONALE è imo sti-' * le severo che rifugge dagU I scarti e non ammette con�taminazioni. Pier Ferdinando Ca�sini, ieri, è entrato neU'aula di Montecitorio salutando «all'ame�ricana» e anzi tirando baci, come una star. Ha poi iniziato U suo discorso ringraziando Berlusconi e l'ha concluso con l'invocazione, di sapore etnico-intimistico, aUa Madonna bolognese di San Luca. Può anche darsi che sia un modo per svecchiare certe Uturgie sentite ormai come Un po' «babbione»; come pure di adegua�re le istituzioni al UveUo di una classe poUtica formatasi in un'Ita�lia dominata dalla cultura televisi�va, con i suoi talk-show e il suo protagonismo d'intrattenimento. E tuttavia chiunque si fosse affacciato dalle tribune della Ca�mera senza indulgere a morali�smi tradizionalisti, avrebbe visto sul più alto scranno di Montecito�rio un gran beU'uomo, con uno straordinario abito gessato, i capeìU sale e pepe, una voce poten�te e una postura del tutto adegua�ta al rango. La poUtica odierna è tutta una partita complessa e spesso a som�ma zero tra l'essere e l'apparire, n presidente deUa Camera ha U pieno diritto e ogni ragione a non volersi più far chiamare «Pier» («Pierre» hanno scritto ieri alcuni giomaU), che comunque suona un po' frivolo. Ma Casini, in veri�tà, rischia addirittura «Pierièrdi», come la caricatura che gU hanno fatto all' «Ottavo nano». Avere l'imitatore è al giorno d'oggi un segno di sicuro succes�so, un certificato di popolarità, forse pure un dispositivo di con�senso. Figurarsi se Pier Ferdinan�do si offende. Da questo punto di vista è una persona che entro certi limiti ha la sicurezza e anebe rinteìligenza di non prendersi mai troppo sul serio. Fin da giovane i primi pubbUci riconoscimenti risalendo al febbraio del 1976, assemblea giovanUe di Pisa: «Ma come fa un giovane si chiedeva Giovanni Forti sul manifesto riferendosi a lui a essere seguacedi Flaminio PiccoU?» U futuro presidente deUa Camera possiede l'arte dell'auto-ironia. Non solo, ma l'ha fatta certamente fruttare, con U che confermando istintivamente anche ai più accesi man^ia-democristiani queUa concezione mite e toUerante deUa poUtica che U suo amico e gemeUo Marco FoìUni ba poi teorizzato nei suoi volumi di storia-dc. , «Io ho due figU diceva nei primissimi Anni Ottanta Toni BisagUa, pure in questo individuan�do e anticipando certe tendenze deUa vita pubbUca itaUana -, uno è intelligente e l'altro è beUo». Casini era U beUo. «BeUo come un attore americano» scriveva neUe sue veliné^Vittorio Orefice, che di poUtici se ne intendeva. ^ Ma noh solo beUo, per la veri�tà, e gran lavoratore, se è per questo, ma anche simpatico: nel1 accezione più spontanea, e stra�tegica, e quindi anche poUtica che si possa immaginare. E insomma: in nome deUa simpatia, e anche di una indubbia ed educata modera�zione, nel corso del tempo Casini si è fatto perdonare tutto. L'ambi�zione, pure a scapito dei maggio�renti bolognesi (Tesini, Marabini, mentre di. Andreatta pare abbia registrato un, terribUe comizio anticraxiano) ; la casa di Affittopoli; un «vaffa» durante un vertice del Polo a GiuUanone Ferrara; la proposta di sparare agU scafisti; U rapporto con MasteUa; alcune violazioni aUa consecutio temporum; lo sbarco a Marsala in fun�zione anti-Bossi; una battutella velenosetta contro U Presidente della RepubbUca a Porta a porte; una certa incongrua insistenza anti-gay e sui temi deUa famiglia, che essendo lui non in regola suona un po' pretestuosetta. Peccati veniaU? Sì, con queUo che passa il convento. «Birichino di un Casini» disse una volta Berlusconi lamentandosi che U suo giovane aUeato avesse detto una certa cosa che lo disturbava «solo per trovare spazio sui gior�nali». Ma pure questo è del tutto meritevole d'indulgenza da Ber�lusconi, poi, che in queUa pratica è un maestro. Il punto veniva da pensare vedendolo ieri nel suo primo di�scorso a Montecitorio è che tra la simpatia personale del perso�naggio e «l'alto incarico» che lo fa terza carica deUo Stato, tra quel suo ammirevole disincanto e «U sentimento deUe istituzioni» che lui stesso ha evocato in aula esiste non solo un vuoto da colma�re, ma anche un potenziale con�flitto e forse una pericolosa con�traddizione. Casini è certamente un demo�cristiano, seppure ormai di quar�ta e ultima generazione, la più modernizzante e secolarizzata. Ma in realtà egU incarna al megUo una nuova razza di poUtici ce n'è in ogni schieramento: tele�genici, caldi, cordiaU, aUa mano affermatisi neU'era deUa fine del�le appartenenze e di un politicai show sempre più articolato e pervasivo. Onesto impone di stare al gio�co: mettersi U cappeUetto, andare in tv con U magUone rosso, aprire ai fotografi del Venerd�di Repub�blica U frigo in cucina e anche la porta del bagno di casa (schiuma da barba Noxema rossa extra-sen�sitive accanto al telefono). Le foto nude e rubate, ma anche la parte�cipazione aUa puntata di Teleca�mere, con la conduttrice Anna La Rosa che gU regala un paio di boxer, e lui U mostra sorridente aUa telecamera. Radio Montecar�lo lo mette al quarto posto (dopo Brachino, Cucuzza e Raul Bova) neUa classifica degh uomini che le donne pagherebbero per farci l'amore. La stampa rosa mette le sue foto accanto a queUe di Geor�ge Clooney e lo insegne da anni al mare, ai monti, aUo stadio, al ristorante, per strada pure con titoU fantastici, tipo «Casini, nasi�ni, delfini e rotolini». Le istituzioni invece sono fredde; sono noiose; sono compUcate; e basta questo a far capire U compito difficUe che attende «Pier», «Pierre», «Pìerfer�di» o Pier Ferdinando Casini nei prossimi anni.

Luoghi citati: Marsala