Scienziato, scrittore, senatore

Scienziato, scrittore, senatore | STORIA DELLA SCIENZA Scienziato, scrittore, senatore MICHELE GIUA(1889-1966) DOCENTE DI CHIMICA, FU UNO DE112 PROFESSORI UNIVERSITARI CHE NEL 1931 RIFIUTARONO DI ISCRIVERSI AL PARTITO FASCISTA Gianni Fochi (*) N attesa che arrivi nelle biblioteche un nuovo volu�me del «Dizionario Biogra�fico degli Italiani», conte�nente l'articolo su Michele Gina affidato a quel profondo studio�so che è Luigi Cerniti, la vita e l'opera di questo maestro di chimica e di moralità pubblica vengono presentate a chi non l'ha conosciuto da Rosanna Carpignano sul periodico «La Chi�mica e l'Industria», organo della Società Chimica Italiana (httpV/www.bias-net.com/chimicaZrivista.htra). L'Università certo non s�op�pose vivacemente al fascismo quando il regime decretò (8 ottobre 1931) che i professori gli giurassero fedeltà: su oltre 1200 professori ordinari solo 12 rifiutarono, perdendo il posto, A quel tempo Gina aveva 42 anni (era nato nel 1889 in pro�vincia d�Sassari, a Castelsardo). Si era laureato a Roma, ma aveva studiato anche a Berlino nell'istituto diretto dal premio Nobel Emil Fischer. Divenuto poi, a Roma e Milano assistente di chimici molto importanti, aveva ottenuto la libera docen�za (1916) e un incarico d'inse�gnamento all'università d�Sas�sari; nel 1921 era infine passato come assistente a Torino, dove fu anche incaricato del corso d�chimica organica al Politecnico. Nel '22 arrivò secondo nella terna per una cattedra all'ate�neo di Perugia, ma per il suo aperto dissenso dal fascismo nessuna facoltà lo chiamò. Nel '33 gli venne richiesto espressa�mente d'iscrìversi al partito fa�scista, e al suo rifiuto l'incarico gli fu tolto. Si diede allora alla ubera professione e alla lotta clandestina col groppo torinese d�Giustizia e libertà. Scoperto nel '35, fu condannato dal tribùnaie speciale a quindici anni d�carcere. Potè essere liberato solo nell'agosto del '43, nel cli�ma confuso che precedette l'ar�mistizio. Datosi alla macchia in Val Pellice, svolse un'intensa attivi�tà di scrittore. Compose infatti i ricordi della sua prigionìa, poi pubblicati da Chiantore nel 1945; insieme con la moglie Clara, scrisse la seconda edizio�ne del suo Dizionario d�chimica generale e industriale (UTET, 1948), ricco di quarantamila voci e d�moltissime informazio�ni scientifiche, tecnologiche, merceologiche e bio-bibliografi�che; infine redasse una storia delle scienze e una della chimi�ca (Chiantore, 1945 e 1946). Nel dopoguerra fu eletto de�putato all'assemblea costituen�te e fece parte dei settantacinque che stilarono la costituzio�ne. Per il partito socialista fu poi senatore nelle prime due legislature. Intanto il mondo universitario, nel luglio 1945, volle rimediare alle ingiustizie che egli aveva subito, ma la faccenda fu piuttosto lunga e laboriosa. Finalmente nel 1949 Gina fu nominato, ordinario di chimica organica industriale e direttore dell'istituto omonimo dell'università di Torino, là, nel 1951, riusciva a inaugurare i laboratori nello scantinato in Corso Massimo D'Azeglio. Riprese il lavoro di ricerca e continuò a scrìvere con impe�gno indefesso. Fra il 1957 e il 1962 la UTET pubblicò il Tratta�to di chimica industriale in otto volumi, a cui Gina contribu�sia come coordinatore sia come au�tore di ventuno monografie. Come abbiamo già visto, Gina seguiva con passione anche gli aspetti storici della chimica, dedicando ad essi molti opusco�li e alcuni libri, l'ultimo dei quali fa parte della «Storia delle scienze» pubblicata dalla Utet nel 1963. Non mancava in lui l'interesse divulgativo, tanto da farcii scrìvere nel '56 per la Va lardi «La chimica nella vita sociale». In una nota aggiunta all'arti�colo della Carpignano, Ferruc�cio Trifirò, professore dell'uni�versità d�Bologna e direttore della rivista, insiste sul fatto che "dietro quel monumentale trattato di chimica industriale, dove la chimica che serve alla società è presente [...]con una puntigliosa ricerca di tutti �settori, doveva esserci una con�cezione etica della propria pro�fessione. [...] D�Gina, quello che è bene non dimenticare I...]è la figura morale. [...lUn'educazione pro�fessionale che non educhi sul piano etico non è completa (...]. Non serve trovare, comunque, qualche credito d'insegnamen�to per l'etica da inserire nei nuovi currìcula, ma solo degli esempì". (*) Scuola Normale, Pisa

Persone citate: Carpignano, Chiantore, Emil Fischer, Gianni Fochi, Michele Gina, Potè, Rosanna Car, Trifirò

Luoghi citati: Berlino, Bologna, Milano, Perugia, Pisa, Roma, Sassari, Torino