Come l'Aids ha cambiato la nostra vita

Come l'Aids ha cambiato la nostra vita Come l'Aids ha cambiato la nostra vita Vent'annifa il primo caso, da allora milioni di vittime la storia ROMA GAETAN Dumas, ragazzo ca�nadese alto e biondo, aveva 26 anni quando il 5 giugno del 1981 i ricercatori del Center for disease Control di Atlanta segnala�rono l'improvviso aumento di casi di polmonite e di sarcoma di Kaposi in giovani omosessuali. Era l'Aids, allora Grid cioè «gayrelated immune deficiency», un modo per dire al mondo; tranquilli il male colpisce solo i gay. Gaetan anco�ra non sapeva di es�sere malato e soprat�tutto che il mondo lo avrebbe ricorda�to come «di paziente zero», «l'untore». Avido di avventure approfittava del suo lavoro da steward alla Canadian air per trovare ragazzi da amare in giro per il mondo. Zone di caccia preferite: Sta�ti Uniti e Francia. Aveva un'agenda dove appuntava tut�te le sue avventure: tremila. Randy Shili ts, giornalista del San Francisco Chronicle, anche lui vit�tima dell'Aids, ùel libro «Andthe band played on», tracciò una mappa degli amori e degli spo�stamenti di Gaetan e scopr�che dei pri�mi 19 malati, la me�tà aveva avuto rap�porti con lo steward. Un bilancio che l'anno dopo fecero anche i medici rintracciando i compagni di letto di Gaetan, per loro una vera «bomba» biologica. La fama di untore costrinse Gaetan a nascondersi fino alla sua fine, il 30 marzo 1984, quando l'America contava più di cinquemi�la morti e aveva ormai capito che il male non puniva solo i gay ma toccava anche donne, bambini, tra�sfusi, emofiliaci, tossici. E' l'anno in cui viene identificato l'Hiv come agente infettivo che causa l'aids, una scoperta contesa da Lue Montagnier dell'istituto Pasteur di Pari�gi e Robert Gallo che ha isolato il virus al National cancer Institute di Bethesda. Nel mondo e in Italia, dove il primo caso di Aids concla�mato è stato registrato nel Lazio nel 1982, si continua, comunque, ad associare la malattia alla vita sessuale dei gay più sfrenati e dei drogati. Ma quando nel 1985 Rock Hudson, simbolo del machismo di Hollywood, rivela di essere gay e nudato, il mondo trema; si capisce che la malattia non risparmia nes�suno. Davanti al divo scavato dal virus si commuove anche Nancy Reagan e le sue lacrime sembrano segnare ima svolta nella politica ottusa che concede pochi fondi alla causa, seguita dal marito Ronald. Un'Immagine Negh Usa i casi salgono a 23 mila, in Italia quelli segnalati sono solo 25. L'Oms valuta tra i 5 e i 10 mihoni i sieropositivi nel mondo. L'anno dopo muore Ryan Tho�mas, un ragazzino di dieci anni che ha contratto la malattia appena nato da una trasfusione di sangue, n suo caso commuove il mondo. Inizia la psicosi e cominciano a cambiare atteggiamenti e rapporti sociali. Dopo gh anni della libera�zione sessuale si ritorna a vecchie morali e il Vaticano ne approfitta per predicare la castità. Chi è mala�to nasconde la verità perché solo pronunciare la parola Aids condan�na all'emarginazione. E in questo clima di caccia alle streghe è damorosa l'assistenza di lady Diana, icona del glamour, a un amico malato terminale. E' la principessa del Galles che dà il via all'impegno delle star internazionali e dei perso�naggi del jet-set nella lotta all'aids. Elton John si impegna per il picco�lo Ryan e quando muore il suo migliore amico e compagno, Ryan White, crea la Elton John Aids Foundation, liz Taylor e Michael Jackson organizzano eventi e con�certi per i bambini con l'Aids. Le star della musica si riuniscono in concerti live Aid. Il fiocchetto rosso portato sulla giacca diventa quasi imo status symbol. Inizia la resistenza. E' ormai evidente che l'Aids colpisce indifferentemente uomini e donne, gay ed eteroses�suali, bambini e anziani. L'unica cura si chiama Azt. Iniziano le campagne intemazionali per l'uso del profilattico e sulla pericolosità dello scambio di siringhe tra i tossici. In Italia il Vaticano insiste; l'astinenza è l'unico rimedio. Sia�mo nel 1988 e l'allora ministro della Sanità Carlo Donat Cattin firma una lettera che manda a 20 mihoni di italiani con l'invito ad avere «un'esistenza sessuale nor�male» e nella quale avverte che il preservativo non sempre è sicuro. Come dire: si prende l'Aids solo chi se lo va a cercare. Scoppia un putiferio. E la campagna «se lo conosci lo eviti», con una persona avvolta da un alone viola, peggiora le cose: viene letta come un invito alla discriminazione. L'Aids cambia anche i rapporti tra genitori e figli e rende mamma e papà sempre più aperti a parlare di sesso e soprattutto di prevenzio�ne. Inizia a farlo anche la scuola, ma il ministro della pubblica Istru�zione Rosa Russo lervolino, nei primi anni '90, blocca la distribu�zione di un opuscolo informativo a fumetti con protagonista Lupo Al�berto: troppo esplicito. Polemiche anche per l'instahazione nelle scuole di distributori automatici di condom nonostante anche in Italia ormai si sa che le fasce di età più colpite dall'infezione sono quelle dei giovanissimi tra i 15 e i 24 anni. Contro i pregiudizi e l'oscuranti�smo si battono Arci-gay e Lila. La lunga marcia verso la cura è solo all'inizio, ma dalla ricerca arriva�no segnah di speranza. I malati iniziano a fare «outing» per aiutare lagente a capire. ■La «peste» del secolo intanto continua a mietere vittime famo�se: muore il cantante Freddy Mercury. Si ammalano il campione olimpico di tufB Greg Luganis, il tennista Arthur Ashe. Reagan si decide a recitare il «mea culpa»: «Forse dice ho sottovalutato il problema». Nel febbraio del 1992, due mesi prima di morire, Giovan�ni Forti, giornalista dell'Espresso, racconta la sua storia sulle pagine del settimanale. Senza pudori rive�la: «Sono stato diagnosticato siero�positivo neU'aprile del 1987, anche se ritengo di essermi contagiato nell'estate del 1981 durante una settimana di sfrenatezze neUe sau�ne di San Francisco». In Italia si contano ormai 13 mila morti. Benetton lancia la campagna con una foto del volto di Reagan che mo�stra i segni del sarcoma di Kaposi. Anche Hollywood interviene con un film-accusa per le discrimina�zioni che i malati subiscono anche sul posto di lavoro; in «Philadelphia» Tom Hanks interpreta un avvocato in carriera licenziato per�ché scoperto sieropositivo. E crona�ca e finzione in questi anni spesso si confondono. Sui giornali si parla di dark lady, di prostitute vendica�trici che «adescano maschi per sterminarli». A dieci anni dal pri�mo caso l'Oms stima in 15 mihoni le persone con infezione da Hiv. L'anno dopo, il 1996, c'è la svolta con un nuovo farmaco inibitore deUe proteasi che aumenta la so�pravvivenza: dall'Hiv alla malat�tia conclamata possono passare anche 16 anni. Nel mondo dei ricchi si muore di meno, ma in Africa è in atto una vera strage: Sono 25 mihoni le persone colpite dal virus e dai primi anni '70 il continente ha avuto 17 mihoni di morti, fra cui quattro mihoni di bambini. Nelson Mandela si è bat�tuto contro le case farmaceutiche per il diritto dei malati ad avere i fannaci al più basso costo possibi�le: ha vinto, ma i cimiteri non hanno più posto. All'inizio si pensava che l'infezione colpisse solo i gay Quando iniziarono a star male bambini ed eterosessuali si cap�che nessuno era immune La paura trasforma il rapporto tra le generazioniScuola e famigliadiventanopiù disponibilia parlare di sessoe di prevenzione Grazie ai nuovi farmaci si può sopravvivere a lungo, ma solo i più ricchi riescono a curarsi Nell'Africa povera la strage continua Un'Immagine di Oliviero Toscani per una pubblicità di Benettor�