Ulivo, un'allegra disfatta e superlavoro per Figaro

Ulivo, un'allegra disfatta e superlavoro per Figaro NEILA BOMBONSERA Di PALAZZO MADAMA SORRISI D7ORDINANZA E «GETTONATI» BARBIERI Ulivo, un'allegra disfatta e superlavoro per Figaro retroscena l• ROMA GLI unici prostrati sono i bar�bieri (per il superlavoro) e Fisichella (il cui unico voto desterà un orrendo sospetto; o forse gh hanno fatto uno scherzo). Gh altri senatori, invece, freschi come fiori, i vincitori è ovvio ma anche i vinti, ulivisti socialistieuropei o margherite senza distinzioni, facce da scampati come a dire: tutto qui? Tutto qui la disfatta, l'arrivo dei barbari, la caduta? In fondo non è successo quasi niente, al posto di Mancino molto congratulato è stato eletto un galantuomo da ap�plausi (e infatti 1 hanno applaudito), pure le elezioni potevano andare peggio, la Lega già s'agita e il seggio è ancora lì, come la buvette e appunto il barbiere. E' molto curata la barba di Claudio Petruccioli, che s'abbandona a ricordare cadute e risalite «nell'83 eletto, nell'87 no, nel '92 sì...» cui ha dedicato pure un bel libro, sono perfetti i baffi di Ayala che se gh chiedi del 61 a 0 subito dall'Ulivo nella sua Sicilia e delle difficoltà della «sua» procura di Palermo risponde che lui è eletto in Lucania neoregione rossa, è più corta del solito la barba di Ottavia�no del Turco tanto di buonumore da parlare bene pure di Visco, è fresco di taglio e di pubblicazione anche Achille Occhetto che si è fatto i capelli a spazzola come la Pivetti. Ognuno pare avere i suoi motivi per sorrìdere, Marina MagistreUi per le buone sorti del suo chente Ah Agca e della Margherita, e poi Franco Debenedetti ripescato, come Tana De Zulueta, che è anche diventata bionda (Patrizia Toia invece rama�ta). In contratendenza solo il giorna�lista dalemiano Pasquale Laurito, cravatta nera, «oggi è giorno di lutto». Figuratevi allora i sorrisi di chi ha vinto davvero; Marcello Del�l'Utri, per dire. 0 il più intervistato, lo schivo D'Onofrio, abbronzato dai riflettori. 0 l'avvocato Consolo, che con le dita scandisce i voti mancan�ti all'elezione di Pera come a Capo�danno meno quattro, tre, due e si propone come vero erede delle cra�vatte di D'Urso (un presagio in quella di ieri: blu con bilance simbo�lo della Giustizia, e dell'omonima commissione). Nulla è come nel '94, quando i barbari parevano arrivati davvero, a parte il gessato di Scognamigho die però parlò con la mano in tasca, e gh applausi furono disgiunti, pri�ma il centrosinistra per Spadolini vincente e beffato (che ne morì), poi il centrodestra appunto per Scogna�migho issato di peso sulle spalle dei leghisti. Nulla è come nel '96, quan�do Mancino se l'applaud�l'Ulivo da solo. Ieri, neanche un leghista porta�va la camicia verde, spiccava solo la giacca a righe tipo pigiama di una senatrice veneta molto in confiden�za con Galan, sceso dal Veneto e festeggiato dai corregionali. Tutti poihanno applaudito Marcello Pera e la storia straordinaria di un ragio�niere di Lucca impiegato alla Banca toscana e innamorato della filosofia, che sarebbe forse rimasto alla filiale di Agliana se non fosse stato per una lettera, che un giorno scris�se a Popper (e a cui Popper non restò insensibile). E da filosofo Pera ha parlato, ad esempio di «governo della legge», «fisiologia della pohti�ca», «amore dei diritti», «natura laica delle istituzioni», e anche delle «obiezioni che fanno crescere nella vita». Ha poi ricordato Ciampi e la «nostra comune terra di origine», la Toscana «nobile patria di religione civile e di tolleranza» (passaggio per cui il capo dello Stato l'ha ringrazia�to nel colloquio al Quirinale), e ha chiuso con un «viva la Libertà», senza nominare la Casa, che è stato molto apprezzato. Altri applausi da ambo le parti, l'ultimo a smettere è Paolo Guzzanti esordiente. Lino Jannuzzi invece rievoca la prima volta di 33 anni fa e ricostruisce la storia della campagna elettorale del '68 in termini che smentiscono defi�nitivamente qualsiasi voce di ricon�ciliazione con Scalfari. Con i giorna�listi in gran forma pure gh avvocati berlusconiani, compreso Contesta�bile a cui il lavora usurante non ha limato un centimetro di girovita. La chiama scandita da un com�messo con bacchetta e da uno spe�aker ridanciano ha mescolato le carte, attendono il loro turno Q comunista Pizzinato che ha studia�to a Mosca e il cattohco integralista Gubert che ha studiato a Trento in piena rivoluzione sessuale ma è arrivato vergine al matrimonio, sor�risi per il senatore che si chiama Montalbano come il commissario e per il collega S er vello che abbozza il passo dell'oca e infila la scheda con gesto marziale. La Loggia un po' ingnignito rimane senza (scheda), ben rappresentato come d'abitudi�ne il ramo figli Luigi «Chinchino» Compagna, Alessandro Forlani e Lotta continua Fiorello Cortìana lotterà anche per Manconi -, tutto sotto lo sguardo dei senatori a vita. Presiede Paolo Emilio Taviani, splendido per tratto, lucidità e tim�bro di voce, in prima fila Giovanni Agnelli conversa con Oscar Luigi Scalfaro, Andreotti studia certe car�te, non si vede Cossiga. Amato passa rapido, gh altri del centrosini�stra invece indugiano con l'aperiti�vo a prezzo politico nella destra e uno scenario da illustrare con la sinistra, s�Berlusconi trionfa ma hai visto mai basta un niente e i giochi magari si riaprano, allegria di naufraghi, ci sarà sempre una regione rossa, un collegio sicura, una buvette, un ribaltone, un bar�biere. II neo presidente del Senato Marcello Pera a colloquio con il senatore a vita Giovanni Agnelli

Luoghi citati: La Loggia, Lucania, Lucca, Mosca, Palermo, Sicilia, Toscana, Veneto