La regia è di Sua Maestà la regina di Sandro Cappelletto
La regia è di Sua Maestà la regina QUESTA SERA IN PRIMA MONDIALE A ROMA LA «SERENATA TEATRALE» REALIZZATA NEL '600 DA CRISTINA Di SVEZIA La regia è di Sua Maestà la regina Sandro Cappelletto ROMA REGINA e regista, non solo protettrice di artisti, ma lèi stessa impegnata a realizza�re uno spettacolo. La forza delle stelle, colmo di intenzioni. Questa sera alle 19, al Palazzo della Cancel�leria, per iniziativa delle Ambascia�te di Svezia.presso l'Italia e la Santa Sede, lo Stockolm Baroque Ensemble esegue in prima mondia�le quella serenata teatrale concepi�ta e voluta da Cristina di Svezia. Figlia di Gustavo Adolfo, re prote�stante e combattente durante la guena dei Trentanni, lei si conver�te al cattoheesimo, si trasferisce a Roma, viene esibita come vivente trofeo della fede cattolica, crea l'Accademia Clementina da cui sca�turirà l'Arcadia, gestisce un teatro a pagamento, ospita Corelli e Scar�latti. «Voi con eterni ardori/ felicitate i cori,/ che se mi date voi ch'aman�te io sia,/ la gloria è vostra e la ventimi è mia». Sono i versi finali della serenata, recuperati grazie al lavoro di detective di Carolyn Gianturco, la studiosa che ha ritrovato una versione della partitura alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, curandone l'edizione critica: «E' la prima ed unica espressione della creatività di Cri�stina in campo musicale venuta alla luce finora», dice la Gianturco, che ha consegnato il proprio lavo�ro ad una pubblicazione dell'Acca�demia dei Lincei. La regina sceghe anzitutto il compositore, Alessandro Stradella. Amante dell'amante di un Con�tarmi, alla quale avrebbe dovuto soltanto insegnare musica, fugge con lei da Venezia a Torino, viene. una prima volta colpito dai sicari del nobilomo, sopravvive, si rifiigia a Genova, è Giovanni Andrea Dona a proteggerlo, fino a quando altri pugnali lo stendono. NeghAnni70delSeicento,Stradella e a Roma e lavora per Cristi�na. Le convenzioni non permetto�no a una donna di sporcarsi le mani con le faccende di teatro, e con un testo cos�esplicito; c'è allora bisogno di un librettista e lei lo trova nel sacerdote e scrittore Sebastiano Baldini, al quale non lascia tregua. Scrive, in italiano. trentaquattro pagine di imo «sce�nario», insieme sceneggiatura, broghaccio di regia e libretto. Decide il soggetto: i due amanti Demone e Cleri, in una stellata sera d'estate, si dichiarano il proprio amore, mentre un altro gruppo di perso�naggi di amore ragiona. Suggeri�sce, stimola, riscrive, sceghe i can�tanti, scrittura Giulia Masotti, (da sirena del Tevere». Stradellainizierà con una Sinfonia, qui ci vorrà un madrigale, qui un duetto; que�sto ruolo lo canterà un castrato, quest'altro un tenore. Baldini deve capire che i due protagonisti «sfo�gano assieme la loro amorosa pas�sione», che Demone è geloso: «Hai pensato a me? hai visto nessuno che più di me ti piacesse? dimmi se di quanti t'adorano vi è chi sia quanto me innamorato». La coltissima sensuale Cristina si ispira a Petrarca, alla canzone Quell'antiquo mio dolce empio si�gnore, dove Amore compare, vin�cente, davanti al Tribunale della Ragione. Le mohezze della Roma barocca infiammano la discepola di Cartesio. Averne, oggi, di mece�nati così! Cristina di Svezia. I versi finali della sua serenata La forza delle stelle sono stati ritrovati a Torino: si tratta dell'unico documento della sua creatività
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