la guerriglia del G8 comincia via e-mail di Renato Rizzo

la guerriglia del G8 comincia via e-mail la guerriglia del G8 comincia via e-mail Manifestanti e agenti si insultano al forum delle Tkte bianche Renato Rizzo GENOVA Lo chiamano Forum, luogo vir�tuale dove dar vita ad un «antago�nismo propositivo». Ma a volte, protetto e mascherato dietro lo schermo del computer, il confron�to si trasforma in sgorgo di fiele, oltraggio sanguinoso. Quasi a evo�care ima miserabile speranza o una sciagurata profezia di violen�za per quei giomi roventi che saranno cornice al summit geno�vese degh otto Grandi, in luglio. La rissa mediatica s'impenna nel sito che le Tute Bianche dei centri sociah hanno aperto ai com�menti per stabilire, in ima sorta di referendum, se e quale uso della forza sia tollerabile negli scontri con i tutori dell'ordine. «Ciao, compagni di m... Non vedo l'ora che arrivi il G8 perché sono un poliziotto della Celere che sarà a Genova. E vi spaccherò il e..., brutti figli di... Userò il manga�nello non dalla parte normale, ma da quella con il gancio. Vi aspette�rò a braccia aperte. Benito». Il tappo è saltato. Né basta a tratte�nerlo l'intervento d'un carabiniere: «Idiota d'un collega, sei pagato per difendere i cittadini, non per godere delle sofferenze altrui...». La brutalità prende il lai^o. «Ma quale celerino, tu sei un frustrato di m..,, abituato a vivere all'ombra dei potenti Ti schieri con il più forte, come con la Germania nel '43, ma oggi'come allora quel manganello che sventoli te lo infileremo... senza guar�darne il verso». E Benito, di riman�do: «II fatto che veniamo pagati per manganellare teste come le vostre è un onore e un piacere. Spacciandovi per pacifisti non vio�lenti andate in piazza con sassi. pugni di ferro, spranghe o, maga�ri, molotov...». Avariti cos�all'insegna dello «speriamo che vi massacrino». O con l'augurio di Roma Fan che «i para della Folgore o i San Marco vi diano tante legnate che nean�che vostra madre vi possa ricono�scere. Almeno la smettereste di rompere chi lavora». Considera�zioni da «ricovero psichiatrico» secondo Nea che getta benzina sul fuoco: chi parla cos�è im« virus della società da eliminare». Dialoghi d�rabbia che, spesso, si rivoltano in cosiddette rivincite politiche. Meo, irridente: «Sì, an�date pure a farvi rompere le teste, tanto onnai governiamo noi. Spac�cate qualche negozio, l'opinione pubbhca indignata darà più forza a noi che siamo l'alternativa libe�rale. Vi rode... tornate all'opposi�zione. E grazie Bertinotti: sei un grande». Mario ribatte dalla spon�da opposta: {(Berlusconi sarebbe contentissimo se spaccassimo ve�trine e forzassimo la zona rossa». Davide schiuma intransigen�za: «L'impero deve cadere e se non cade con la forza non cadrà più. Vi odio, violenza sarà per i diritti violati». Sbàncor dispen�sa consigli di guerriglia come un'incarnazione del Che: «Mai essere dove il nemico vi aspet�ta; non attaccare se il rapporto non è almeno cinque a uno; usare la potenza del nemico per sbilanciarlo; l'imprevisto è ri�voluzionario: il già visto, no». Toni allarmati, inneschi di pau�re dopo la «dichiarazione di guer�ra al G8» fatta sabato dalle Tute Bianche. All'interno del Genoa Social Forum, il cartello che oltre agli stessi centri sociali riunisce 330 associazioni e organizzazioni non governative, divampa il dibat�tito sui mezzi e sui sistemi con cui graduare 1 livelli della contestazio�ne. Per evitare che diventi solo uno sterile atto di ribellismo. Sono apprensioni, che, accanto alle baruffe verbali, emergono an�che nel Forum pur se il «referen�dum» sul possibile uso della vio�lenza s'incanala verso chiare indi�cazioni. Su 2600 contatti 1*87 per cento ha risposto che «è giusto praticare la disobbedienza civile», il 66,5 per cento che è legittimo «esprimerla con l'invasione dei propri corpi nelle zone off-limits», il 73,4 per cento che è doveroso «pensare a forme di autodifesa se la poli zia cercherà di massacrarci e violerà i diritti umani». Nel bosco delle e-mail ecco quella di Michele che si interroga se sia più «antagonista» deposita�re 1 risparmi in Banca Etica o sfasciare una vetrina, e quella di Guido che suggerisce alternative alla forzatura dei blocchi: «Con�vincere i genovesi a evacuare la dttà per dimostrare quanto 1G8 siano isolati, occupare per tre giorni i comuni di tutta Italia». Giuseppe Guastalla: «Propongo un corteo a mani legate». Jacopo Fo va oltre: invita a «sfilare nudi, cos�nessuno potrà dire che na�scondiamo armi. Raggiungiamo una piazza a cinquecento metri dalla polizia e mettiamoci a fare sesso tantrico intonando meravi�gliosi mantra». Un «fate l'amore non la guerra» in salsa indiana. GENOA SOCIAL FORUM RAGGRUPPA 324 ORGANIZZAZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI. SI SUDDIVIDE IN TRE ANIME: GLI INDIPENDENTI Si dissociano dal Genoa Social Forum e portano avanti una protesta autonoma. Raggruppano: gli anarchici delia Fai (Federazione anarchica italiana) e alcuni gruppi sociali tra i quali Inmensa di Genova Jtit una igalassia di oppositori moderati, tra questi Réte Lilliput (riunisce 500 «ti ' --o dal Comitato per la rìfoÉi jgrizia.a^bftarsUl vuntfoGS; Arci; Adi Pax Christi; iTese; Ecofemmini^; Attac; Red Idana para la Abolicìori de la Deuda EXterna NETWORK PER I DIRITTI GLOBALI: rivendita una propria autonomia di comportamento. Tra questi, i centri sociali Askatasuna e Murazzi di Torino, Rete No Global Campania, centrò sociale Vittoria di Milano, collettivo femminista Streghe Rosse di Taranto TUTE BIANCHE: fanno un'opposizione più radicale die Non rinuncia al 'uso della violenza. Tra questi, centri sodali die aderiscono a «Ya Basta», Leoncavalio, Spartacus e La Strada di Roma, TNT,lesi, Zapata di Genova, e Rivolta di : lYléflré: ., '

Persone citate: Berlusconi, Bertinotti, Christi, Giuseppe Guastalla, Jacopo Fo, Red Idana, Zapata