La liturgia dello show inaugurale

La liturgia dello show inaugurale La liturgia dello show inaugurale Dagli scontri di piazza al défilé di pornostar la storia E allora: «La seduta è aperta». Ma prima e dòpo e durante pugni, abbracci, infarti e por�nostar. Carrozze con cavalU e auto blindate al portone; dai mutilati di gueixà ai divi della tv, passando per arbitri di calcio e terroristi redenti; e poi, se capita e a Roma capita sempre non mancano turi�sti giapponesi, maniaci, gorilla/ vi�giU umani, manifestanti e pazzoidi di qualsiasi nicchia. I nuovi arrivati. SimboU umani buttati h, nella giornata specialissi�ma in cui si inaugura la legislatu�ra, tra la piazza e il Palazzo di Montecitorio, su e giù perii Trans�atlantico, dentro l'aula e adesso pure negh studi televisivi, ormai mobili e adeguatamente digitaliz�zati. Un tempo assisteva anche la regina; «Ritta, nella tribuna diplo�matica, circondata daUe sue dame, salutava in giro; e la bianchezza perlacea del volto vinceva la into�nazione legnosa dèi fondo. Eila appariva fresca e giovane scrisse Madide Serao, ineguagliabile cro�nista parlamentare, ne La conqui�sta di Roma (1885) tutta serena, sotto là falda di paglia dorata del suo cappello, che un piumetto color fregola adomava»... In fondo, fin da allora, è lo spettacolo che gh itali ani si merita�no, dopo aver votato. Però è anche una cerimonia che la democrazia rappresentativa aUestisce per di�mostrare a se stessa la propria supremazia sacrale, la disponibili�tà ad accogliere dò che è nuovo. Ora la regina non c'è più. Ma la rappresentazione tiene mirabil�mente insieme il rito e lo show, la memoria e il futuro. «I primi ad entrare neU'aula di Montecitorio stamane si legge nella cronaca deUa Stampa in cui Paolo Monelli dà conto della prima seduta deUa Costituente-sono stati alcuni depu�tati liberah che in gruppetto serra�to sono andati a collocarsi nel quarto settore di sinistra, dove sedeva Giovanni GioUtti». Sembra strano, ma le esigenze liturgiche pongono quasi subito una questione di sedere, di posti, di dislocazione nell'emiciclo. Così, sempre nel 1948, i primi missini cercarono di identificare il banco di Mussolini, in alto. E lo stessa fece nel 1992 la nipote Alessandra, ma il ricordo era ormai perso. NeUa prima seduta della settima legisla�tura (1976) PanneUa e altri tra radicali scatenarono una gazzarra tenibile occupando i banchi in alto a sinistra. «Fate politica col sede�re!» gridava Pajetta. E tuttavia nel 1992, decine e decine di leghisti occuparono sin dalla mattina i ban�chi deUa De, e U rimasero per un decennio, a riprova di una centrahtà che andava al di là degh schemi. Poi il «colore», come genera che proprio in tah occasioni trionfa: dai vestiti «azzurro elettrico» con cui si presentarono a Montecitorio i deputati monarchici laurini ai blazer blu dei «berluscones». In particolare i giornalisti consumano tesori d'osservazione e d'inchio�stro sui vestiti deUe deputate. Un'intera colonna di micidiale pre�cisione d'alta moda compilò Vitto�rio Goiresio nel 1958, «indulgendo ad una frivolezza che che sarà consentita almeno in questa prima occasione parlamentare». «Rose , rosse sugli abiti delle deputate del Pd notava sempre sulla Stampa Fausto De Luca nel 1963 e rose bianche su quelli deUe deputate de». Quindi altro rituale giornalisti�co la ricerca del deputato più giovane. All'inaugurazione deUa Costituente risultò Giorgio Tupini, cui un buontempone amico fece comraissionai-e quel giomo un ciuc�cio e im bavaglino ricamato. E ancora, la ricerca della deputata piùbeUa: nel 1948 i fotografi prese�ro d'assalto una onorevole comuni�sta. Laura Diaz, «che nei salotti intellettuali e mondani di Livorno secondo MoneUi 'provocava confronti con le dive d'oltre oceano». Impressionante è notare come i resoconti inaugurali di mezzo se�colo fa siano affini a quelli più recenti. Mentre nel mezzo gU anni sessanta e settanta la risorsa narrativa di inizio legislatura ha una fase di stanca, tanto che nel 1963 e nel 1968 la cerimonia non inerita la prima pagina. Vero è che nel 1968, proprio quel giorno, hanno sparato a Bob Kennedy; ma suU'attentato due deputati de. Greggi e Rampa, Utigano di brutto, con tentati schiaffoni fuori deU'iaula. don U passare del tempo, in effetti, a moltipUcano i punti di osservazione. AU'aula si affianca U Transatlantico, ecco che aniva l'ar�bitro Lo BeUo, ecco gh avversari déUo scandalo del Sifar, Eugenio Scalfari e U generale De Lorenzo, con l'inseparabUe monocolo. La «passerella» resta irresistibUe, ma dopo U Salone dei Passi Perduti lo spazio spettacolare si dilata alla piazza, a ridosso del palazzo, che gh anni del terrorismo rendono sempre più simile a un «fortilizio» espressione della lotti con intenninabili filiere di transenne, doppi cordoni di polizia, richiesta di docu�menti ai passanti, auto blindate. La più tumultuosa apertura di Montecitorio è queUa de 1983, con i deputati del Msi che neU'aula si scaghano contro U muro di com�messi a difesa di Toni Negri. La più straniante, quasi onirica, queUa del 1987. NeUa piazza rovente, sotto un cielo grigiastro, d sono fascisti che manifestano per la li�bertà di Signorelh, demoproletari che mostrano fanghi inquinati, in�quilini che gridano «lotta dura, casa sicura!». AU'improwiso arri�va da destra un colorito drappeUo di deputati verdi in bidcletta e da sinistra, capitanato da Riccardo Schicchi, un plotone di attrici hard, con cartelli, mezze nude, attornia�te da un pista-pista di fotografi e operatori, uno pure con U volto insanguinato, che si dirigono verso i granatieri di Sardegna a guardia al portone. C'è l'onorevole Cicdolina, vestita tricolore, con calze bian�che e guanti di pizzo, e poi Moana, Malù Ramba e Hula Hop che sven�tola U reggipetto. Basterà ricordare 'che FeUini si sent�«scavalcato» da queUe immagini. Dopo tutto, era l'Itaha: questo èj U bello deUo show inaugurale;,] Inutile scandalizzarsi. Questi non altri gU itaUani hanno spedito nel Palazzo deUa Nonna a rappre-!S sentarh. Nel 1992 arrivano i leghisti, pure loro tutti insieme, hanno affittato un pullman, come una scolaresca in gita. Bossi si guarda intorno, strafottente, e al cronista della Stampa Giovanni Cenuti affi�da una battuta che sembra una poesia: «Bel défilé, àbiti lunghi, ballo lento». Al Senato Speroni esibisce il cravattino: «No, non è un laccio texano» annuncia rassicurante. lu�to U professor Miglio trova un sosia nel senatore de Cappuzzo. Liberti�ni esce dall'aula e telefona a Funari. «Come va la votazione?». Rispo�sta: «E'un gran casinol». «I deputa�ti nuovi scriveva la Serao alla fine deU'ottocento erano i più turbati. quell'apparato reale e parlamenta�re, quel pubbUco femminile e ma^ schUe, quel messaggio del re, giuramento degU altri deputati, tut*| to questo ne scotevai nervi». La più tumultuosa apertura nell'83 cÉii deputati del Msi all'assalto dei ammessi che difesero Toni Negri Una festa a parte quella dei leghisti che nel '92 arrivano come scolari in gita e poi occupano i banchi de yg LE CURIOSITÀ' ìlOVAME: Chiara Moroni, del Nuovo | Psì, nata nel 74, eletta alla Camera MU' ANZIANO: il senatore a vita Francesco De Martino. Tltó nel 1957~ ' ^W~I , '—7— fcFFERENZA DI ETÀ' FRA i DUE: quasi 67 anni ATE «IN ATTESA»: Stefania Prestigiacomo e Roberta Pinotti NE: per ora le deputate sono 64 e le senatrici solo 25 IWHEiBItTl: i volti nuovi sono 18S al Senato e 250 alla Camera i UE PROFESSIONI: avvocati, medici, crescono i giornalisti j } RECIDIVI: Francesco Servello è quello con maggior anzianità di servìzio. Dopo di lui Ciriaco De Mita e Luigi Berlinguer PIÙ DIFFUSI: alla Camera ci sono tre Alfano, tre Barbieri, tre Bianchi, tre Pepe, tre Rossi, tre Russo. Al Senato nessun cognome triplo, ma ci sono due Battaglia, Brutti, Caruso, Danieli, Franco e Sodano STRANIERI»: tra i deputati. De Brasi è nato in Belgio, Galvagno nella ex Jugoslavia, Jacini a Losanna, in Svizzera, Mantovani in Spagna, Violante a Dire Daua, in Etiopia. AI Senato, De Zulueta è nata a Bogotà, Servello a Cambridge SpiCavolfiorAssortimei.-:-:;— -.-:...-...:.-. .. 'w&w&'i&vxzfy. llona Seller ('«onorevole Cicciolina» Al suo debutto parlamentare si presentò vestita tricolore, insieme con Moana, MalùRambae HulaHop che sventolava il reggipetto II leader di Autonomia Toni Negri La sua elezione fu contestata dall'estrema destra