Il Ppi frena, Rutelli accelera La Margherita nasce a luglio
Il Ppi frena, Rutelli accelera La Margherita nasce a luglio Il Ppi frena, Rutelli accelera La Margherita nasce a luglio ROMA E' l'ima e mezzo della notte, il camioncino in mezzo a piazza Santi Apostoli è circondato da una folla ebbra d�rivalsa. Sale per primo Walter Veltroni, poi il suo «vice» Enrico Gasbarra e a quel punto, con italico rifles�so, sul piccolo carro del vincito�re sale chi può: Giovanna Me�landri che esulta come se aves�se fatto gol, Pierluigi Castagnet�ti che saluta un po' defilato e soltanto alla fine sospinto dalla folla, sale sulla vacillante peda�na anche Rutelli. L'abbraccio plateale tra Rutelli e Veltroni nella notte del 27 e quel cavalle�resco, ripetuto gesto dell'ex sindaco («Il vincitore è lui») siglano un patto amicale e poh�tico destinato a lasciare il se�gno nei prossimi mesi. Eppure, in cima ai pensieri del neo-capo dell'opposizione non c'è l'addio a Roma, non c'è l'ombra di D'Alema e neppure l'intensità dell'abbraccio di Walter, ma la fioritura più rapida possibile della Margherita. Fioritura non semplice, desti�nata a scontare le sforbiciate di alcuni sapienti «potatori» cam�pani/che rispondono ai nomi di Ciriaco De Mita, Gerardo Bian�co, Clemente Mastella. Proprio ieri -' in un albergo vicino alla stazione Termini anziché nel solito salone di piazza del Gesù s�e svolta una lunga riunione della direzione del partito popo�lare. Come èra nelle attese sono venuti allo scoperto i «malpancisti» del Poi, quelli che la Margherita la capiscono ma non la amano, a cominciare da Ciriaco De Mita, protagonista di un intervento pacato nel tono, ma duro nella sostanza. Alla fine è stato dato via libera all'approccio proposto da Pier�luigi Castagnetti: avanti alla Margherita ma con giudizio. Ma sul progetto «Margherita entro l'estate» Francesco Rutel�li punta tutte le sue carte personali e pohtiche, temendo che uno slittamento verso l'au�tunno metterebbe. a repenta�glio l'intero piano. E così, insie�me al suo «pensatoio» -Paolo Gentiloni ed Ermete Realacc�oltre al professor Arturo Parisi Rutelli ha messo a punto un calendario stringente. ' Nella prossima settimana saranno eletti i presidenti dei due grup�pi parlamentari, mentre l'As�semblea costituente della Mar�gherita nei piani dei rutelhan�dovrebbe tenersi il 7 e l'S luglio. E in quella occasione i quattro partiti cederanno una parte dei propri poteri al «pri�mo gruppo dirìgente unitario, chiamato a governare la fase costituente del nuovo soggetto federale». Dunque, l'S luglio l'Assemblea costituente avrà eletto un segretario della Mar�gherita (Dario Franceschini o Enrico Latta), un presidente (Francesco Rutelli) e un organi�smo dirigente chiamato a dipa�nare le questioni poUtiche. E i quattro partiti che fine faranno? Ppi, Asinelio, Udeur e Rinnovamento saranno risuc�chiati subito nella nuova Mar�gherita? «Assolutamente no», fa sapere uno dei rutelhan�doc. L'astuzia sta tutta qui: i partiti formalmente continueranno a vivere, ma i loro organismi dirigenti saranno progressiva�mente svuotati. E se qualche notabile dovesse opporsi? Se De Mita mettesse il freno? Dice Rino Piscitello, che ha in mano l'apparato dei Democratici: «Sia chiaro: noi voghamo tutti, ma se qualcuno si autoesclude...». Come dire, senza dirlo esplicitamente: non sono alle viste preghiere o rallentamenti per portare tutti i popolari nella nuova formazione. Certo, Francesco Rutelli non lo dirà mai, neppure sotto tortura. Ma neanche lui sem�bra turbato dall'ipotesi che qualcuno dei notabili più con�notati resti fuori dalla Marghe�rita, che a quel punto si avvici�nerebbe ancora di più al pro�getto di «movimento fresco, guidato da una classe dirigen�te giovane», di cui proprio Rutelli parla nelle chiacchiera�te informali. E che qualche resistenza a «pelle» resti in tutto il ppi, lo conferma anche il dibattito a porte chiuse della direzione. Rosi Hindi, scher�zando sul successo elettorale ottenuto dalla Margherita, ha guardato De Mita e'gli ha detto: «E' unvoto scombinato quello che mette assieme De Mita ed Ermete Realacci...», che proprio qualche giorno fa aveva definito l'ex segretario della de come un «sasso da digerire». E pìroprio De Mita ha confessato il suo turbamento per «questa mia condizione di sasso indigeribile...». [f.mar.l Alla direzione del partito popolare passa la Ijnéa di Castagnetti: avanti ma con giudizio " De Mita si dice turbato per una frase diRealacciche lo ha definito «sasso indigeribile» Walter Veltroni e Francesco Rutelli alla festa in piazza del Popolo
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