Autobomba nel cuore di Gerusalemme

Autobomba nel cuore di Gerusalemme Terrore nel quartiere dei ritrovi, davanti al comando dipolizia AldoBaquis TEL AVIV Una autobomba palestinese (probabilmente della Jihad islamica) è esplosa ieri notte a Gerusalemme, in un pareheggio situato nella via Heleni Hamalca a poche decine di metri dal Comando centrale della polizia del Campo dei Russi. «La carica è stata fortissima», ha affermato il capo della polizia di Gerusalemme, Micky Levi, fra i primi ad arrivare sul posto. «L'auto è andata completamente distrutta». La zona dove in quel momento si trovavano centinaia di giovani, che affollava�no le discoteche e i pub è stata isolata nel timore che nelle vicinanze ci fossero altri ordigni. Secondo Levi, l'esplosione non ha provocato vittime. Ancora poche ore prima Ariel Sharon aveva avvertito di essere sul punto di ((perdere la pazienza» e di annullare l'autoproclamato «cessate il fuoco» parziale nei Territori. In un duro comunicato emesso dall'ufficio del premier israeliano alla vigilia di ima spola diplomatica fra Gerusalemme e Gaza dell'ambasciatore Usa William Bums si tornava ad accusare il presidente Yasser Araf at di essere di responsabile dalla spirale della violenza», colui il quale «deve assolutamente deporre le armi». Oltre ai continui attacchi armati palestinesi (venerd�c'erano stati due attacchi suicidi, a Netzarim e a Hadera) adirritareSharonèstato il testo del discorso pronunciato ieri da Arafat ai delegati della Conferenza islamica, riuniti in Qatar. Il presidente palestinese ha praticamen�te accusato lo stato ebraico di genocidio. «Israele ha detto sta conducendo una distruttiva guerra di aggres�sione il cui scopo è di sterminare il nostro popolo, e di distruggerne la esistenza». Dopo aver accusato Israele di utilizzare contro i palestinesi in rivolta mezzi vietati dai trattati intemazio�nali ((fra cui uranio impoverito, gas venefici, materiale radioattivo», Arafat ha detto che il suo popolo «sta irrigando con il suo sangue la Terra Santa, per difendere i Autobomba nel cuore di Gerusalemme Luoghi Santi ai musulmani e ai cristiani dai progetti di giudaizzazione» di Gerusalemme. Ha citato un progetto, sottoposto la settimana scorsa a Sharon, per la edificazio�ne di ima singagoga sulla Spianata delle Moschee, a breve distanza dalla moschea al-Aqsa, terzo luogo santo per l'Islam. Malgrado la pesantezza delle accuse, Arafat ha detto di essere ancora interessato a raggiungere con Israele una ((pace da coraggiosi», una volta issata la bandiera palestinese sui minareti e sulle chiese di Gerusalemme. Per raggiungere questo scopo bisogna, a suo parere, convocare una conferenza intemazionale a Sharm elSheikh, con la partecipazione di leader regionali, degli Stati Uniti, della Russia, della Unione europea e dell'Onu. Oggi il presidente palestinese ne parlerà con l'amba�sciatore Bums, che è stato incaricato di coordinare con i dirigenti palestinesi ed israeliani le fasi e i tempi della realizzazione delle conclusioni del Rapporto Mitchell. Si tratta in sostanza di sincronizzare la totale sospensione delle violenze con il congelamento delle colonie ebraiche. Nel frattempo, però, gli atti di violenza proseguono. Ieri l'Autorità nazionale palestinese ha accusato Israele di essersi macchiato ancora una volta di «un orrendo crimine» provocando la morte di Azzam Mazhar, 25 anni. Considerato un dirigente locale di Tanzim e membro delle Brigate al-Aqsa, Mazhar ha trovato la morte sabato quando, presso Nablus, è esplosa l'auto su cui si trovava con tre militanti di al Fatah e con due del Fronte popolare. A quanto pare i militanti palestinesi avevano il bagliaio pieno di munizioni: la esplosione di una bomba a mano avrebbe provocato la gigantesca deflagrazione. Ma ieri i servizi di sicurezza palestinesi hanno arrestato un commerciante di armi palestinese che avrebbe rifornito Mazhar di munizioni. Questi è sospettato di aver fatto esplodere l'auto con un telecomando, oppure di essere stato involontario strumento dei servizi segreti israelia�ni. Israele, con un comunicato ufficiale, ha affermato di essere estraneo all'episodio. L'esplosione non ha causato vittime ma è il segnale di una sfida onnai senza limiti Sharon aveva appena detto: «Stiamo perdendo la pazienza»

Persone citate: Arafat, Ariel Sharon, Azzam, Fatah, Micky Levi, William Bums, Yasser Araf