ANGOLETTA

ANGOLETTA ANGOLETTA girotondo di colori 1 e piccini tAMO'iTfiA . p.iol.l P.illóttino — INALMENTE una grande u mostra celebra cpieh'indi" menticabhe «giocondatore deh'infanzia» per dirla con Vittorio Pica che fu Bruno Angoletta. Tardivo quanto doveroso omaggio a un artista di statura europea, la mostra Dalla A alla Ang. Bruno Angoletta, professio�ne illustratore, organizzata a Mi�lano dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, con la Fonda�zione Biblioteca di via Senato e la Biblioteca Nazionale Braidense, sedi deh'esposizione aperta fino al 10 giugno, resa possibile dalla generosa disponibilità di molti cohezionisti, si basa su un primo nucleo di circa 120 bozzetti originali del fondo Monda dori, tutti inventariati in�formaticamente. Pittore, illustratore, de�coratore e scenografo na to a Belluno il 7 novem�bre 1889, Bruno Ango�letta non segue le orme del padre avvocato e, dopo aver abbandonati gli studi di giurispru�denza a Padova, si tra�sferisce a Boma per de�dicarsi completamente all'illustrazione e alla pittura, nella quale aveva debuttato nel 1906 con piccole vedute del Cadore, per esordire, l'anno successivo, con le sue prime caricature sul popolarissimo setti�manale socialista e anticle�ricale «l'Asino», duetto da Guido Podrecca (Goliardo) e dal caricaturista Gabriele Galantara (Bata Langa). Come pochi anni dopo accadrà a.un altro autodidat�ta, Mario Pompei, anche per Bruno Angoletta sarà deter�minante 1 incontro con l'av�vocato Vittorio Podrecca, fra�tello di Guido e segretario al Liceo musicale di Santa Cecilia, che nel 1911 gh affiderà quasi integralmente l'illustra�zione di «Primavera», mensile «impegnato» per l'infanzia che vanterà la cohaborazione di Massuno Gorkij durante il suo esilio italiano, e chiuderà le pubblicazioni nel 1914, anno nel quale Podrecca fonderà il suo storico teatrino di marionette. Nel raffinato universo dei «Piccoh di Podrecca», subito «adorati e adottati» dalTintellighenzia romana, Angoletta avrà un ruolo di primo piano come decoratore degh ambienti del famoso teatrino ricavato nell'ex scuderia di Palazzo Odescalchi, ma soprattutto in qualità di scenografo e figurinista di dehziose fiabe e operine bufft allestite, per più di un decennio'accanto a Pompei, CambehottiTerzi, Depero, Montedoro, oltre a Caramba, Prampolini e Sto, già cohaboratori di «Primavera». Il «cruciale» 1914 sarà un anno particolarmente fecondo nella carriera di Angoletta: oltre atorinese «Numero», cohaborerà a «Noi e il Mondo» menshe de «LTribuna» e al torinese «Pasquino», ma soprattutto si dedicherà all'illustrazione di numerosi testper l'infanzia di Térésah, BistolfiZuccoli, Clvinini, per la neonata «Bibliotechina della lampada» creata a Ostìgha da Arnoldo Mondadori, editore presso il quale sarà attivissimo anche nei decenni successivi, sia come illustratore che come grafico, si pensi solo all'elegante stilizzazione del leggendario marchietto della «Medusa» del 1933. Dopo la brutale interruzione dovuta agh eventi behici, che lo vedranno volontario negli alpiniprigioniero, ferito e decorato; a partire dagh Anni Venti, il segno spezzato e decorativo, di marca secessionista, di Angoletta, si sal�da stilizzandosi in composizioni curvilinee, prima in una sinuosa «linea 1920», noi rigorosamente geometriche, nelle quali l'essen�ziale àplat dehe campiture, am�plificato dagh squihanti colori a contrasto, evoca le coeve vignette per le ((vetrine» della Rosta di Majakovskij. Si allude qui, soprat�tutto, all'opera profusa nel limpi�do déco dehe illustrazioni per Tre favole belle di Francesco Pastonchi. La regina Marmotta di Toma�so Monicelh, Il ragno incantato di Amalia Gughelminetti, o alla collaborazione a «Giro Giroton�do», le cui strofette, dovute alla penna dell'infaticabile Belt, Anto�nio Beltramelh, come ad esempio queUe dei metafisici Secchi eSberlecchi, sarebbero entrate con pre�potente vitalità nel lessico dei piccoh italiani ((bene» degh Anni Venti. A questo periodo geometriz�zante, seguirà un recupero del segno che, negh Anni Trenta, andrà sgranandosi in sapide om�bre che sottolineano plasticamen�te i volumi, fino ad acquistare una definitiva, corposa fisiono�mia Novecento; sono di questi anni le cohaborazioni a «Scena Illustrata», «La Donna», «Il Balil�la», «La lettura» e l'illustrazione dei Racconti idioti di Alphonse Mais, Giove e le bestie di Trilussa. Apparizioni del Viandante di Térésah. Amico di Gìgiotti Zanini e dell'architetto Giovanni Mu�zio, spronato da Semeghini, Tosi e Carrà nella sua attivi�tà di pittore, nel 1929 Ango�letta esporrà con il gruppo del Novecento, ma da posizioni defilate a cui lo inducevano un'estrema riservatezza, tanto da far osservare a Orio Verga�rli: «Non si riteneva forse, a differenza di altri; abbastan�za "pittore". La sua modestia era il riflesso di un'altra co�scienza dei problemi deh'ar�te. Diventò così, trasferendosi a Milano, quasi interamente illu�stratore». Trapela qui un emblematico rammarico, come se nelle centina�ia di volumi da Cuore a Pinoc�chio illustrati per i principah editori italiani e nella cohabora�zione ad oltre una quarantina di riviste. Bruno Angoletta non aves�se espresso compiutamente la sua poetica, con mezzi formali di assoluta modernità e con sensìbi�le attenzione ai principah movi�menti artistici, non solo italiani, deha prima metà del Novecento. Scomparso a Milano il 7 genna�io 1954, Angoletta è stato un indiscusso caposcuola. Dotato di una non comune cultura artisti�ca e musicale, era anche un eccezionale latinista; premia�to al concorso Agip 1952-53, va ricordata la sua presenza aheprincipàE rassegne del set' tore, dalla n Mostra della Seces�sione romana del 1914 alla Fiera del Libro di Firenze del 1922, dall'Esposizione di Arti Decorati�ve di Monza del 1923 alla Mostra di Scenografia a Vienna del 1924, dalla XVI Biennale veneziana del 1928 alla Mostra del Libro d'Arte, alla XX Biennale del 1936, fino alla grande Mostra della Caricatu�ra alla VI Quadriennale romana del 1954. Universalmente noto, il suo Marmittone, epico personaggio di antieroe creato nel 1928 nel corso deha lunga militanza al «Corriere dei Piccoh» e sorta di fratello minore del Buon soldato Svejk di Jaroslav Hasek, è soprat�tutto la restituzione in chiave grottesca, dolente e surreale del�l'esperienza militare e degh anni di prigionia in Moravia. Come per la maggioranza degh illustratori italiani, anche nel ca�so di Bruno Angoletta, si può legittimamente parlare di un as�soluta ((negligenza critica» se, a parte, un'esigua serie di citazioni, dovrà aspettare di essere ultrases�santenne perché gh sia dedicato il primo articolo monografico. Non a caso, lo scriverà un artista amico, Mario Pompei, il quale nel 1953, un anno prima della scom�parsa di Angoletta, ne celebrerà le grandi doti di modernità su «Maternità e infanzia»: «In un'epoca in cui l'allestimento tea�trale, nel senso in cui oggi si intende, era, in Italia, quasi ah'a b e, per merito di Vittono Podrec�ca regista, e di Bruno Angoletta scenografo, divenne veramente antesignano e maestro di origina�lità e di gusto. Fra una Bella dormente nel bosco e un Cappuc�cetto rosso, fra un Guerin meschi�no e una Cenerentola conobbi, io appena ragazzo, quel pittore estroso e bizzarro che si firmava con un piccolo triangolo. «Guardavo a lui come a un maestro di una genialità inesauri�bile. Come tale lo considero tut�t'ora anche se siamo diventati coheghi e ci diamo del tu. Del maestro, nel senso cattedratico deha parola. Bruno Angoletta non aveva proprio nulla. Piccolo e vivace, giocherellone e distrat�to, timido e incostante, è ancora oggi così. Se anche deve far uso degh occhiali per "vederci megho da vicino" i suoi occhietti a virgo�la sorridono con la stessa furberia di una volta. Come allora, i capelli fatti più radi e un po' incanutiti, sono costantemente spettinati». La mostra di Bruno Angoletta è suddivisa in due sezioni: la prima, nella sala Maria Teresa deha Braidense, ripercorre le tap�pe del suo impegno professionale documentandone l'attività di illu�stratore, vignettista, scenografo, decoratore e disegnatore pubblici�tario, e la seconda, nelle sale deha Biblioteca di via Senato, apre al visitatore il magico laboratorio di un artista per l'infanzia. Curato, come la mostra, da "Erik Balzaretti, che lo apre con un esemplare intervento sul «pri�mato deha professione», l'ihustratìssimo catalogo comprende testi di Valentina del Pizzol e Stello Villani, Pino Boero, Pompeo Vagliani, Claudio Carabba, Alfonso Cipolla, Giovanna Ginex e una nota di Daniela Scala. Edito dallo studio bibliografico torinese Litt�le Nomo di Sergio Pignatone, il volume viene finalmente a colma�re quel lungo vuoto che tanto doleva a chi scrive, perché anche Angoletta fu penalizzato dall'im�provvisa chiusura deha collana «Cento anni di illustratori», dove la sua vagheggiata monografia sarebbe rimasta nel limbo deha buone intenzioni, nelTottima compagnia di quelle previste su Gustavino, Yambo, Mussino, Mateldi. Brunetta, Terzi, Scarpelli, Bnmeheschi... A Milano una mostra del pittore, illustratore, decoratore e scenografo, sensibile ai principali movimenti artistici del '900: dopo l'esordio suir«Asino di Podrecca», collaborò con maggiori editori, animando i classici per ragazzi, da «Cuore» a «Pinocchio», per il «Corriere dei piccoli» inventò l'epico Marmittone Fu anche un ottimo grafico: realizzò negli Anni Trenta per Mondadori l'elegante stilizzazione del leggendario marchietto della «Medusa» Sotto, il marchio della «Medusa», storica collana della casa editrice Mondadori Bruno Angoletta lo disegnò nell 933 A sinistra, Bruno Angoletta: nato a Belluno il 7 novembre 1889, mor�a Milano nel 1954. Indiscusso caposcuola, era dotato di una notevole cultura artistica, musicale e classica illustratore, decoratore e scenografo, sensibile ai principali movimenti artistici del '900: dopo l'esordio suir«Asino di Podrecca», collaborò con maggiori editori, animando i classici per ragazzi, da «Cuore» a «Pinocchio», per il «Corriere dei iccoli» inventò l'epico Marmittone Quattro copertine disegnate da Angoletta per «Cuore» di De Amicis, «Bambi» di Salten e le riviste «Annuario di lettura» e «Le Tre Venezie» CUORE t*d*tr*' illwm é* a.mmm 4*f*fWM i�a i�ì/, àh ri tAMO'iTfiA . p.iol.l P.illóttino — INALMENTE una grande u mostra celebra cpieh'indi" menticabhe «giocondatore deh'infanzia» per dirla on Vittorio Pica che fu Bruno ngoletta. Tardivo quanto doveroso maggio a un artista di statura uropea, la mostra Dalla A alla ng. Bruno Angoletta, professio�e illustratore, organizzata a Mi�no dalla Fondazione Arnoldo e lberto Mondadori, con la Fonda�one Biblioteca di via Senato e la iblioteca Nazionale Braidense, edi deh'esposizione aperta fino 10 giugno, resa possibile dalla enerosa disponibilità di molti ohezionisti, si basa su un primo ucleo di circa 120 bozzetti riginali del fondo Monda ori, tutti inventariati in�ormaticamente. Pittore, illustratore, de�oratore e scenografo na o a Belluno il 7 novem�re 1889, Bruno Ango�tta non segue le orme el padre avvocato e, opo aver abbandonati i studi di giurispru�enza a Padova, si tra�ferisce a Boma per de�icarsi completamente l'illustrazione e alla ittura, nella quale veva debuttato el 1906 con iccole vedute el Cadore, per sordire, l'anno uccessivo, con le ue prime caricature ul popolarissimo setti�manale socialista e anticle�ricale «l'Asino», duetto da Guido Podrecca (Goliardo) e dal caricaturista Gabriele Galantara (Bata Langa). Come pochi anni dopo ccadrà a.un altro autodidat�a, Mario Pompei, anche per Bruno Angoletta sarà deter�minante 1 incontro con l'av�vocato Vittorio Podrecca, fra�ello di Guido e segretario al Liceo musicale di Santa Ceciia, che nel 1911 gh affiderà quasi integralmente l'illustra�ione di «Primavera», mensile impegnato» per l'infanzia che vanterà la cohaborazione di Masuno Gorkij durante il suo esilio taliano, e chiuderà le pubblica�zioni nel 1914, anno nel quale Podrecca fonderà il suo storico eatrino di marionette. Nel raffi�girodei Racconti idioti di AlphonsMais, Giove e le bestie di Trilussa. Apparizioni del Viandante dTérésah. Amico di Gìgiotti Zanini dell'architetto Giovanni Muzio, spronato da SemeghiniTosi e Carrà nella sua attività di pittore, nel 1929 Angoletta esporrà con il gruppo deNovecento, ma da posiziondefilate a cui lo inducevano un'estrema riservatezza, tanto da far osservare a Orio Vergarli: «Non si riteneva forse, a differenza di altri; abbastanza "pittore". La sua modestia era il riflesso di un'altra coscienza dei problemi deh'arte. Diventò così, trasferendosi Milano, quasi interamente illustratore». Trapela qui un emblematicrammarico, come se nelle centinaia di volumi da Cuore a Pinocchio illustrati per i principah editori italiani e nella cohaborazione ad oltre una quarantina driviste. Bruno Angoletta non avesse espresso compiutamente lsua poetica, con mezzi formali dassoluta modernità e con sensìble attenzione ai principah movimenti artistici, non solo italiandeha prima metà del NovecentoScomparso a Milano il 7 gennaio 1954, Angoletta è stato uindiscusso caposcuola. Dotato duna non comune cultura artistca e musicale, era anche ueccezionale latinista; premiato al concorso Agip 1952-53va ricordata la sua presenzaheprincipàE rassegne del setore, dalla n Mostra della Secessione romana del 1914 alla Fierdel Libro di Firenze del 192dall'Esposizione di Arti Decoratve di Monza del 1923 alla Mostrdi Scenografia a Vienna del 1924dalla XVI Biennale veneziana d1928 alla Mostra del Libro d'Art Quattro copertine disegnate da Angoletta per «Cuore» di De Amicis, «Bambi» di Salten e le riviste «Annuario di lettura» e «Le Tre Venezie» CUORE t*d*tr*' illwm é* a.mmm 4*f*fWM i�a i�ì/, àh ri nURMOfH BAMBI almanacco lstterarìo