La nuova Berlino: cattedrale di cristallo, cemento e utopia

La nuova Berlino: cattedrale di cristallo, cemento e utopia L'ESEMPIO DI POTSDAMER PLATZ: APPENA IERI CANTIERE, OGGI CUORE SIMBOLICO DELLA GERMANIA UNIFICATA La nuova Berlino: cattedrale di cristallo, cemento e utopia REPORTAGE Giorgio Cosetti A nuova Berlino: troppe me�morie, suggestiom, luoghi da guardare e da comprendere. mm. Conviene approderà come "turisti per caso", poche cose nella sacca, letture e pregiudizi detro le spalle. Orfani del Check Point Charhe (con le sue spie) e dello Zoo (con i suoi ragazzi sbandati), si parte da una croce tracciata sulla mappa: poi si scava dentro e non tutto all'intor�no. Davanti a noi c'è la spettacolare distesa d Potsdamer Platz. Appena ieri era un cantiere, l'utopia in fieri d Moneo, Piano e dtri ged contem�poranei delTarcdtettura; oggi si è trasformata a tempo d record nel cuore simbolico della nuova Germada, ma sarebbe falso leggere questo spazio come un nuovo centro urba�no. Potsdamer Platz, là dove sorgo�no i nuovi musei Gemelde e Neue Gderie la Coneerthalle e il Music Hall Teater, i grand centri commer�ciali e i cinema mdtiplex più fre�quentati, assomiglia anche ora a un grande gioco del lego incompiuto. Pdazzi come mattoneini color ocra, strade piccole tracciate col compas�so, sterrati che presto saranno giar�dini e aperture lacustri, appartamen�ti e uffici che svettano verso il cielo, costruzioni dte ma ben lontane dalla iattanza dei grattacieli ameri�cani. Nel cuore d questa "piazza" artificide a misura d'uomo, una piazza vera e propria c'è, intitolata a Marlene Dietrich. Il che la dee lunga sullo spirito con ed Berlino ricrea la sua utopia del presente. A pochi passi, unica torre antica sdvajuardata come monumento naziona�le, c'è la bellezza pura e astratta del Sony Center, vera cattedrale Idea che toglie il respiro. Lo ved d lontano questo formidabile monu�mento camuffato tra gli dtri palaz�zi, fiero dei suoi nove, piani (e due. interrati), grazie alla cupola cangian�te e trasparente che cambia colore seguendo le luci del crepuscolo e i lampi della notte. Una vela tesa a prendere il vento della modernità, un autentico gioiello che nel tempo è già pronto a rivdeggiare con l'dtra cupola, quella del Reichstag ricostru�ito, la Porta d Brandeburgo, il Mu�seo Pergamon, la vuota solennità d Karl Marx Allée e la nostalgia roman�tica d Unter den Linden. In cima, sd ballatoio che corre sotto la vela, si può intravedere la vecchia torre della televisione della Berlino Est comunista. I due monu�menti si fronteggiano d lontano e misurano una distanza che ha il respiro della Storia: tozza, solo appa�rentemente imponente, già annerita dalle ceneri del mondo che rappre�sentava l'ima; leggero, minimalista, luminoso nella sua bellezza, il secon�do; un monumento d ed tedesed e italiani possono certo menar vanto, grazie a Renzo Piano. Ma c'è un vdore aggiunto: qd pubblico e pri�vato si sono dati la mano per realiz�zare il Sony Center che porta il nome del suo mecenate, ma che esiste perché una volontà politica lo ha piantato lì, d centro d un poderoso piano regolatore concepito per sanare le ferite del passato: Potsdamer Platz sorge sull'antica taira d nessu�no, dove i cecchim americam e russi potevano sfidarsi nel tiro d bersa�glio. Il nuovo complesso, aperto solo pochi mesi fa in tutte le sue parti, è anch'esso dotato dello stesso vdore simbolico: tre aperture a confluire in una piazza intema, sovrastata nove piani più su dalle capriate a vista che sopportano una lamellatura a intarsio per coprire dalla piog�gia e dalla neve. In mezzo, nove piani più giù, caffè e ristoranti per tutte le cucine, vere casette prefab�bricate che sono spuntate un bel giomo ancora avvolte nel cellopha�ne azzurrino e riecheggiano architet�ture più antiche, giardinetti e terrazze per godere del primo sole, negozi e uffici. Più sotto ancora, nell'interra�to, c'è spazio per un elegante dscorestaurant e per le sale d'essd dell'mtellighentia sofisticata. Cineclub aperti alle proposte più originali, cinema da tutto il mondo, insomma il programma del "Forum" d Ulrich Gregor. Qd batte infatti il cuore nuovo della più antica rassegna sessantottina del Festivd cinemato�grafico d Berlino, il "Forum" appun�to, che d norma si riconosce nella sala off d Berlino Ovest, Delphi e che d recente ha trovato ospitali�tà anche qui. Qd, appena qudche mese fa, gli stud d Babelsberg (la Cinecittà tedesca, rinata a nuova gloria dopo gli smarriti fasti dell'Ufa CHECK PO.INT.CHARIJE il muro de «La spia che venne dal freddo» non c'è più. Anche il postò di controllo condiviso da americani , e russi ha lasciato il posto a un modesto museo per spioni ih pensione. Eppure qui si ricordano uomini edonne ucdsl mentre correvano, tra due casematte, verso la libertà. Adesso c'è uh doppio segno per tèrra, uria linea quasi invisìbile che dà un brivido. nazista, i teatri d posa dove nacque il mito dell'espressionismo tedesco tra Caligari e Berlino, sinfoda d una grande città) mettevano in mo�stra splendori e miserie del grande regista Fritz Lang, quello d «Metropolis». Qd si conserva la memoria d un cinema che ha scandto la storia: Pabst, Mumau, Ruttman, Wiene, ma anche Kluge, Fassbinder, Herzog,Wenders... Tornati dl'aria aperta, sulla via verso i capolavori rinascimentali della Gemeldegderie e l'dtro espres�sionismo, quello pittorico conserva�to alla Neuegalerie, si coglie meglio il senso dell'utopia del presente con ed tutta Berlino oggi si mette in mostra. Bombardata, annichilita dalla guerra, spenta nella sua gran�dezza antica, tagliata in due e poi ricucita come la Creatura d Mary Shelley, la città cerca la sua moder�na identità in un sogno ambizioso e impensabile per il turista occidenta�le, abituato a centri urbani che coltivano il ricordo del passato e la conservatone dell'esistente. Berli�no si offre invece come cantiere aperto e sospeso tra due ere: unica grande metropoli europea che ha l'obbligo d esistere d nuovo, risco�prendo il proprio passato ma ricollo�candolo in un contesto inedto, in�ventato d ritmo del presente. In nessun dtro luogo come qd il re�stauro significa reinvenzione, il mo�derno si sovrappone all'antico. E da qd nascono sfide arcdtettodche esdtanti, paradossi estremi, recupe�ri che lasciano senza fiato come nei grand viali desolati dell'Est, muta�zioni d senso a interi quartieri come la scintillante (un tempo) Ku'dam e la sofisticata (oggi) Kreutzbeig. L'utopia è quella d ideare una capi�tde die opponga un'idea neo-rinascimentale, aperta, razionale a quella possente, minacciosa, medoevde del borgo militarizzato che fu nei tempi del Muro. Ma la scommessa lascia sul campo morti e feriti. Trion�fa cos�quel fenomeno tutto berline�se che va sotto il nome d "Ostdgie", ovvero nostalgia dell'Est, rimpianto del momento sospeso, idealmente contenuto nella Cortina d Ferro, in cm la Berlino "libera" dell'Ovest si sentiva terra d nessuno e quind d ' tutti, mentre quella "oppressa" dell' Est aveva comunque un'idea, una storia, un vdore a ed aggrapparsi. Ed esplode come in tutta la Germa�nia la contraddzione dell'emigra�zione intema, il razzismo dei ricchi contro la desolazione dei nuovi pove�ri. I primi stavano d d qua del Muro e adesso si sentono minacciati (se vecchi) o cercano la libertà perduta (se giovani) nei quartieri d là, ormd deserti. I second fuggono dd passa�to ma vanno a sbattere contro la propria inadeguatezza e indgenza. Arrivano a Ovest solo per scoprirsi ostaggi del capitalismo rampante, a sbrigare i lavori spored, a stirare lenzuola negli alberghi americani, guidare taxi su strade che conosco�no a mdapena, andare a servizio nella società opdenta che li relega poco più su d tured e slavi. TROPPE MEMORIE, SUGGESTIONI, LUOGHI DA COMPRENDERE: CONVIENE APPRODARCI COME «(TURISTI PER CASO», POCHE COSE NELLA SACCA, LETTURE E PREGIUDIZI DIETRO LE SPALLE Il Sony Center, vero monumento laico che toglie il respiro già pronto a rivaleggiare con l'altra cupola, quella del Reichstag ricostruito, la Porta di Brandeburgo, i Museo Pergamon, la vuota solennità di Karl Marx Allée e la nostalgia romantica di Unter den Linden In sequenza: Potsdamer Platz, la cupola del Reichstag ricostruito, l'Unter den Linden ed il vecchio Check Point Charlie. Nelle foto piccole: Alexander Platz, la Porta di Brandeburgo e l'antico aeroporto di Tempelhof