Beckett si nasconde sempre in cantina

Beckett si nasconde sempre in cantina Beckett si nasconde sempre in cantina SAMUEL Barclay Beckett nacque il 13 aprile del 1906, un Venerd�Santo, a Dublino, e mor�a Parigi ottantatré anni dopo. Apparte�neva a una famiglia angloirlan�dese benestante, e pertanto fre�quentò, come prima di lui Oscar Wilde che aveva un retroterra non dissimile, la Portora School di Enniskillen e, dopo, il Trinity College di Dublino. Si distinse in parecchi sport anche a livello nazionale, e per tutta la vita avrebbe continuato a seguire il cricket, il rugby e il tennis, dal vivo, per radio e in Tv. Molto dotato per le lingue, imparò presto e molto bene l'italiano, il francese e ti tede�sco, e fece il lettore di inglese a Parigi, dove poco più che ven�tenne strinse grande amicizia con James Joyce per il quale lavorò: come altri discepoli-se�gretari gli leggeva e riassumeva opere di rara e raffinata erudi�zione, materiale per il lavoro in corso che sarebbe diventato «Finnegans Wake». Usc�qual�che volta, anche, con Lucia, la figlia disturbata di Joyce, che si innamorò unilateralmente di lui, causando imbarazzo in fami�glia e il suo temporaneo allonta�namento. Tornato in patria, ebbe un posto di docente di francese al Trinity College, ma qui si scopr�inadatto all'insegnamento e in�sofferente della vita universita�ria. Si dimise, e viaggiò per qualche mese in Germania, do�ve visitò scrupolosamente mu�sei e collezioni di pittura, spe�cialmente fiamminga; l'arte fi�gurativa fu, con la musica classi�ca e gli scacchi, una disciplina che lo accompagnò per tutta la vita, anche se non pensò mai di fame una professione. Pur tor�nando regolarmente in Irlanda per vedere i familiari, ai quali malgrado il conflitto con la ma�dre moralista e prepotente rima�se sempre affezionato, decise di restare all'estero, e dopo essersi sottoposto senza risultati ap�prezzabili a una cura psicanaliti�ca a Londra si stabil�a Parigi, dove tentò di fare lo scrittore. . Aveva esordito o quasi con un notevole saggio su Proust, ma i suoi primi estesi sforzi nanrativi «Dream of a Fair to Miffling Women», «More Pricks than Kicks», «Murphy» furono respinti dagli editori, o ignorati quando uscirono. I grandi spartiacque della sua carriera letteraria furono la decisione di adottare come scrit�tore la lingua francese, e la guerra. Il francese gli serv�per tiberarsi dalla funesta influenza di Joyce, visibile nel tentativo di inzeppare la sua prosa di allusioni erudite e di barocchismi di ogni genere: scrivere in un'dtra lingua gli fa�cilitò l'operazione opposta, di togliere il superfluo, di scar�nificare; contempo�raneamente scopr�di non sopportare, in musica, Wagner e Mahler. « La guerra lo mise in contatto con un nuovo tipo di realtà. Con la sua convivente Suzanne Deschevaux-Dumesnti, di sette an�ni più anziana (l'avrebbe sposa�ta semisegretamente nel 1961), prima dovette affrontare la care�stia nella Parigi sconfitta e occu�pata, quindi collaborò attiva�mente con la Resistenza facen�do parte di una organizzazione che raccoglieva e trasmetteva informazioni agli alleati; infine, quando il suo gruppo fu scoper�to e con Suzanne riusc�a scam�parla per il rotto della cuffia, passò un lungo periodo di lavo�ro manuale e di riflessione in campagna, dove furono pianta�te le radici della sua grande ancorché non immediatamente riconosciuta trilogia narrativa RECENMasd'A in francese, «Molloy», «Malone muore» e «L'innominabile». Noto nei circoli letterari e artistici parigini ma non molto fuori di questi, Beckett diventò improvvisamente famoso quasi per caso, a più di quarantacin�que anni, col successo del lavo�ro teatrale ((Aspettando Godot», inizialmente sbeffeggiato in una cantina ma ben presto tra�dotto e esportato in Europa e nel mondo. Seguirono altri lavo�ri sempre audacemente innova�tivi, una volta accostati al cosid�detto teatro dell'assurdo, oggi definiti piuttosto postmoderni, tra i più famosi dei quali sono «Finale di partita» e «L'ultimo nastro di Krapp». Pur non avendo né esperien�za di teatro, né pazienza con gli attori, né disponibilità a spiegar�si si rifiutò sempre di risponde�re ai perché degli interpreti Beckett cominciò a ricevere mol�te richieste di partecipare agli allestimenti, prima come testi�mone (e non si perdeva una prova), poi anche come regista; e per molti anni esercitò questa attività, anche in Germania e in Inghilterra. Cordiale e affettuoso con gli amid, tra cui privilegiò dei pitto�ri. Jack Yeats su tutti, discreto nelle sue reladoni extraconiuga�ti (ne ebbe parecchie, molte delle quali brevi, ma almeno una, semiufficiale, che durò al�meno dieci anni), spartano nel ménage domestico anche quan�do diventò quasi ricco, non smi�se mai di essere terrorizzato da ogni richiesta di apparire in pubblico, e accettò ti premio Nobel solo quando gli fu garanti�to che non era obbligatorio an�darlo a ritirare di persona. La sterminata biografia di James Knowlson, che conobbe Beckett e gli fu vicino, adotta il criterio di raccontare assoluta�mente tutto il moltissimo che IONE ino ico l'autore è riuscito a scoprire sul biografa�to, con l'apparente scopo di gettare luce sulla sua opera. Que�sto metodo però non aiuta affatto né a penetrare né a inter�pretare il mistero, quel mistero che Beckett stesso voleva restasse tale: a differen�za di quel Dante che tanto ammirava, i suoi non erano simboli da decifrare, ma solleci�tazioni, stimoli, proiezioni di inquietudini, domande che non debbono restare senza risposta. Sapere, mettiamo, che in «Molloy» si nominano le mae�stre di Beckett all'asilo, il suo orsacchiotto e la sua bicicletta verde, dimostra che l'autore at�tinge alla sua memoria per delle immagini, ma non che voglia fare dell'autobiografia. Più istruttive possono risulta�re certe reminiscenze pittori�che, la strada delle quali fu peraltro indicata dallo stesso Beckett: il quadro di Caspar David Friedrich che gli diede il punto di partenza per la scena di «Godot»; o, più imprevedibilmente, la Decollazione del Batti�sta del Caravaggio a Malta, davanti alla quale Beckett sostò in silenzio per un'ora, che gli forn�lo spunto per «Non io». Ragguagtiandod implacabil�mente stiu'irrilevante cosa mangiò Beckett, in quale alber�go scese, dove andò in vacanza, ecc., ecc., ecc. e, sul versante opposto, tacendo pudicamente sui possibili aneddoti piccanti, Knowlson ci informa anche sul�le traversie mediche dello scrit�tore, che sub�qualche disgrazia (nel 1937 fu accoltellato per caso da un macrò; circa trent'anni dopo, cadde nella bu�ca di un meccanico e si fratturò due costole) e soffri particolar�mente di cisti al palato, di una pessima dentatura e di catarat�ta. Per il resto, traccia il ritratto di un uomo timido ma molto deciso, che non accettò compro�messi sul suo lavoro leggenda�ria la sua intransigenza con chi tentava di modificare qualsiasi dettaglio delle pièces -, che non firmava petizioni e non parlava a vanvera, ma che quando era il caso, si schierava dalla parte giusta (sostenne pubblicamente i dissidenti cecoslovacchi, negò il permesso di rappresentare i suoi lavori in Sud Africa dove vigeva l'apartheid) -; e che fu sempre generoso del suo denaro (regalò tutti i soldi del Nobel e di altri premi) e anche di sé, come quando prese a benvolere i detenuti californiani che ave�vano recitato Godot in carcere, e si mise a dirigere gli allesti�menti del loro gruppo quando uscirono ed ebbero bisogno di sostegno per esibirsi in Germa�nia e altrove. Che altro? Beveva molto, spe�cie con gli attori irlandesi che diventarono suoi complici prin�cipali Jack McGowan, Patrick Magee; e durante le sue frequen�ti villeggiature in Italia, a Santa Margherita Ligure e a Cour�mayeur, era un fedele lettore della Stampa. LA STERMINATA BIOGRAFIA DI JAMES KNOWLSON NON RIESCE IN REALTA' A PENETRARE E A INTERPRETARE IL MISTERO DELL'AUTORE DI «ASPETTANDO GODOT» RECENSIONE Masolino d'Amico James Knowlson Samuel Beckett.Una vita a cura diG. Frasca, trad. diG. Alfano, Einaudi, pp.876, L 76.000 BIOGRAFIA Beckett: un uomo timido, ma molto deciso, come rivela la monumentale biografia uscita da Einaudi