Gli psichiatri per il giallo Agusta di Vincenzo Tessandori

Gli psichiatri per il giallo Agusta Gli psichiatri per il giallo Agusta «La contessa era in sé quando cambiò il testamento?» Vincenzo Tessandori inviato a PORTOFINO Chissà se nel vocabolario della contessa trovava posto la parola «pace». Perché neppure ora che è morta il frastuono, l'attesa degh eredi e l'attenzione degli inqui�renti sembrano mitigati. Neppu�re quando la legge metterà la parola fine sarà finita davvero, tante sono le ombre, i dubbi, i; sospetti che quella morte per" niente annunciata si trascina dietro. Disgrazia, dunque, un maledetto gioco finito nella tra�gedia. Lei, Francesca Vacca Agu�sta, quel gioco lo faceva quando veniva colta dall'estro. Si na�scondeva, forse nel tentativo che qualcuno finalmente si occu�passe di lei. Lo aveva già fatto anche a Cuemavaca, in Messico, e lo aveva ripetuto in quel primo luned�dell'anno, prima in un armadio, da dove aveva telefona�to fin in Sudafrica, e poi, anche più tardi, a sera, quando usc�per l'ultima volta dal salone al piano�terra di Villa Altachiara. Ma perché nascondersi? C'è qualco�sa di patologico in un'idea simi�le? Soltanto una perizia psichia�trica può rivelarlo ed è proprio quello che verrà fatto. Post mortem. E' un lavoro delicato e per niente semplice, deciso dalla ma�gistratura che s'è rivolta al pro�fessor Marcello Canale, medico legale, e a uno psichiatra. Natu�ralmente, si dovrà lavorare su ricordi, racconti e «carte». Che in questo caso non sono soltanto gh interrogatori dei protagonisti di questa che da grande storia è diventata una storiaccia, ma an�che i sei testamenti. Sarà singola�re conoscere il motivo che spin�geva, ogni volta, la contessa a cambiare opinione, perché, for�se, non si trattava soltanto di un mutamento d'umore. «Occorre risalire alla personahtà e agli stati d'animo della donna nell'ul�timo periodo che ha preceduto la morte», spiega il professor Cana�le. Non è una bizzarria, questa della perizia a un morto, è una prassi «quasi» comune nella psi�chiatria forense e, naturalmen�te, le risposte ai quesiti hanno un valore soprattutto indicati�vo. Dunque, una brutta storia, una storia a due facce: quella che mostra la vita e la fine di Francesca Vacca Agusta e quella che mette sotto un cono di luce tutte le vicende dei protagonisti rimasti. Il tempo è galantuomo, si dice. La vita a Villa Altachiara è ripresa e non è più quella di prima. E' in corso una guerra che, come tutte le guerre, si lascerà dietro delle vittime, l'uni�ca differenza dagli altri conflitti è che, in questo caso, difficilmen�te si tratterà di vittime innocen�ti. Sulla linea del fronte Raggio e Susanna Torretta sono da una parte deUe trincee, insieme, an�che se lei dice: «Non sto con nessuno»; di là c'è Tirso Chazaro Rosario, detto Tito, l'ultimo amo�re di Francesca Agusta, l'asso pighatutto. Separati in casa, il dialogo portato avanti soltanto attraverso le carte bollate. Tito denuncia Raggio per averlo, dice lui, costretto a firmare un accor�do che, s'è reso conto, lo avrebbe più che danneggiato. Raggio e il notaio Federico Solimenadenunciano il messicano per calunnia. E questo può significare che, Tito, ha mentito al magistrato. Ma se avesse detto la verità? Difficile prevedere la fine anche di questo capitolo. Quasi ogni mattina Tito sale al cimitero di San Giorgio dove rotolano anche coloro che hanno deciso di conce�dersi una sana giomata di «turi�smo funebre»: perché, è così, la spoglia tomba della contessa è diventata un'attrazione. E poi, jogging. Anche ieri mattina, in tuta grigia con la scritta «Cham�pion», sudato, sulla strada per Santa Margherita, in slalom fra le auto. Dice Tito: «Lo facevo tutte le mattine con Francesca, di correre, ora sono solo. Mi accusano? E di che Cosa? Io sono quello che l'accompagnò a Lon�dra, quando lui. Raggio, l'aveva cacciata in quella brutta storia, quella di Tangentopoli. E io lo vedevo che era terrorizzata, quando in Messico era costretta a cambiare albergo ogni due o tre giorni. Che cosa è successo quella sera? Che lei è morta, ecco che cosa è successo. Susan�na Torretta, lei lo sa bene, che cosa è accaduto, perché c'era, si trovava dietro di me, puta madre! E i soldi? Di quanti miliardi si è parlato! Anche di quelli che tutti cercavano e che lui, Ragjgio, aveva fra le mani». Quelli di Craxi? «Seguro». Insomma, non rimane che aspettare, come in tutte le storie, anche in questa il tempo è galantuomo. Almeno lui. La contessa Francesca Vacca Agusta Nell'ultimo testamento lasciò tutto all'amante messicano Tirso Chazaro Rosario

Persone citate: Cana, Craxi, Federico Solimenadenun, Francesca Vacca Agusta, Francesca Vacca Agu, Francesca Vacca Agusta, Marcello Canale, Susanna Torretta, Tirso Chazaro Rosario

Luoghi citati: Messico, Portofino, Sudafrica