L'ex poliziotto denunciò i complici di Francesco Grignetti

L'ex poliziotto denunciò i complici L'ex poliziotto denunciò i complici Un esposto anonimo per sviare le indagini Francesco Grignetti ROMA «Gh indagati rappresentano un vero pericolo sociale. L'unica via da percorrere è la privazione della libertà». In Procura, terminati gh interrogatori e sentiti altri giova�nissimi testimoni, si nutre un'amara soddisfazione. «E' un'in�chiesta dura e feroce. I particolari sono raccapriccianti, gh ambienti di inimmaginabile abbandono. Ma mai come questa volta abbia�mo tante prove». Per tranquilliz�zare i genitori della scuola elemen�tare «don Rinaldi» ieri il colonnel�lo dei carabinieri Vittorio Tomassone è andato di persona ad incon�trare le famiglie. Ha ribadito che «non sono coinvolti bambini di questa scuola». L'inchiesta è prati�camente chiusa. Ieri due indagati hanno rifiutato di rispondere alle domande, altri due hanno negato. Il presunto capobranco, l'ex poli�ziotto R. M., secondo il suo avvo�cato Andrea Parlatore è in uno stato psicologico «devastato». Due soli indagati hanno dun�que accettato l'interrogatorio con il gip Fabrizio Gentili. C. R, accu�sato di avere avviato alla prostitu�zione i suoi due figli minorenni, uno di appena 13 anni, ha negato assolutamente ogni addebito. A. S. ha ammesso di essere omoses�suale e di avere avuto rapporti con molti giovani, ma mai riferi�sce il suo legale Mariano Buratti avrebbe «procacciato minori ad altri». Questo però si sostiene nel�l'ordinanza di custodia cautelare: l'uomo, infermiere in una struttu�ra clinica privata, irretiva i giova�nissimi e li «affittava» ad alcuni chenti facoltosi tra cui il suo stes�so datore di lavoro. Quanto all'ac�cusa di fare sniffare cocaina alle sue giovani vittime, l'avvocato dice che l'uomo «non ha una lira». La pubblica accusa ritiene di avere prove solidissime. Ci sono le testimonianze dei ragazzi, i risul�tati delle perquisizioni, le intercet�tazioni telefoniche e ambientali, le prime ammissioni. Ma il pm ha soprattutto un asso nella manica: è stato lo stesso R. M., l'esperto di informatica del Provveditorato, ad avere denunciato tutti gh altri. Accadeva nell'agosto dell'anno scorso. Quando l'uomo ha scoper�to che c'era una madre che si preparava a smascherarli tutti e che si era rotto il muro dell'omer�tà, R. M. ha scritto un lungo esposto anonimo e l'ha inviato ài carabinieri del Casìlino. Dentro la lettera anonima c'era già tutto: l'infermiere che procac�cia ragazzini a certi vecchi, il medico che organizza i balletti verdi nella sua chnica, il carabinie�re die coarta ragazzini abusando dell a sua divisa e che poi si occupa di «venderli)) a pedofili della Ro�ma-bene, il padre che avvia alla prostituzione i suoi figli, il giova�notto che si è emancipato dalla prostituzione e s'è trasformato in magnaccia. L'unico nome che non c'era, guarda caso, era il suo. Un ingenuo tentativo di sviare le inda�gini. I carabinieri del Nucleo operati�vo ci hanno messo poco a capire che cosa era realmente accaduto. Quando poi si è presentata quella madre che raccontava la tragedia di suo figlio, «fidanzato» a quattor�dici anni con quell'uomo adulto, e poi precipitato nel gorgo della prostituzione «marchettara» tra la stazione Termini e villa Borghe�se, hanno messo insieme i pezzi. A fine settembre scattavano le ma�nette proprio per lui, l'ex poliziot�to. Ed era il 23 ottobre quando, nel corso di un interrogatorio drammatico, riconosceva come proprio l'anonimo e confermava la chiamata in correità. «Un comportamento non pro�prio lineare spiega l'avvocato Andrea Parlatore ma d'altra parte il soggetto ha gravi proble�mi psicopatologici. Non si può prescindere dal contesto per capi�re l'accaduto».

Persone citate: Andrea Parlatore, Fabrizio Gentili, Rinaldi, Vittorio Tomas

Luoghi citati: Roma