Prodi: in questa situiuione non possiamo far niente di Francesco Manacorda
Prodi: in questa situiuione non possiamo far niente L'UNIONE EUROPEA E IL NODO DELLE LIBERALIZZAZIÓNI, Prodi: in questa situiuione non possiamo far niente reazioni Francesco Manacorda e Enrico Singer IN concreto, nella fase attuale, la Commissione non può fare nulla». Romano Prodi prende atto del caso Edf, ma non si rassegna. Le conclusioni monche che i Quindici hanno adottato in marzo al vertice di Stoccolma, quando proprio il veto franco-tede�sco blocco l'idea di mettere nero su bianco una data per la liberalizza�zione dell'energia in Europa dice il presidente della Commissione di Bruxelles se non rappresentano proprio un passo indietro «sono un mancato passo avanti» verso la creazione del mercato unico. L'Europa, insomma, si è ferma�ta e adesso ne paga le conseguenze con un caso esemplare come l'avanzata del monopolista pubbli�co Edf, protetto da un mercato che è aperto alla concorrenza solo formalmente. Uno stop, quello dei Quindici, deciso nonostante la Commissione avesse fissato chiara�mente un obiettivo il 2005 per arrivare alla piena liberalizzazio�ne e lo avesse portato all'esame dei capi di Stato e di governo. In quell'occasione i Quindici avrebbe�ro potuto superare il «no» di Parigi e Berlino con un voto a maggioran�za, ma preferirono non farlo per timore di ritorsioni. ((Al vertice di Stoccolma avevamo detto ricor�da adesso Prodi a margine di una cerimonia a Pavia che sarebbero sorti dei problemi se qualcuno avesse usato la propria forza mono�polistica intema per acquisti al�l'estero. Credo che questo sia un caso che obblighi a pensare a fondo proprio perché non c'è simmetria». Ma da Stoccolma si dovrà ripartire, spiega il presidente, ser�ve ima «riflessione» da parte degli Stati membri, un passo avanti «coerente» con quelle conclusioni sottoscritte in marzo che anche senza fissare l'ora x per i mercati energetici liberi sancivano il prin�cipio che i monopolisti leggasi appunto Edf non devono abusare della loro posizione dominante. Prodi traccia il quadro politico, a Bruxelles intanto si muovono i Commissari, in primo luogo il responsabile della Concorrenza. Mario Monti vuole accertare se la quota del 2007o acquisita da Edf «conferisce il controllo anche sol�tanto congiunto» sulla società ita�liana. Perché se cos�fosse «Edf sa bene che un'operazione del genere deve essere notificata all'autorità europea». In caso contrario non ci sono le condizioni per aprire una procedura, ma i portavoce di Mon�ti non escludono «un'iniziativa del�la Commissione» che, anche in assenza di presa di controllo, po�trebbe esaminare l'operazione «dal punto di vista delle pratiche re�strittive della concorrenza e del' abuso di posizione dominante» visto che nel mercato europeo dell'energia elettrica è rimasta una «asimmetria fondata sullo squili�brio tra i livelli di apertura dei diversi Stati membri». Che abbia o no assunto il controllo di Montedi�son, Edf ha potuto fare acquisti in Italia approfittando della sua posi�zione di monopobsta. «Capisco il sentimento di frustrazione che può derivare da operazioni di que�sto tipo», sostiene Monti. Ma se c'è ima responsabilità è dei governi che non hanno avuto la decisione sufficiente per fissare le nuove regole. La Uè non può che muoversi all'interno del quadro esistente e, semmai, una procedura di infrazio�ne potrebbe essere aperta non contro Edf, ma proprio nei confron�ti del governo-italiano qualora il decreto «anti-scalata» di cui si parla in queste ore si rivelasse «una violazione della libertà di circolazione dei capitali». L'avver�timento è arrivato ieri sera dal portavoce del commissario per il mercato interno, Frits Bolkestein. «Non posso fare commenti sulle intenzioni attribuite al govemo di uno Stato membro», dice il porta�voce Jonathan Todd. Ma fonti comunitarie fanno notare che l'ipo�tesi di «sterilizzare» i diritti di voto di Edf in Montedison è contraria alle norme che regolano gli investi�menti diretti e di portafoglio di cittadini o di imprese di un Paese Uè in una società di un altro Stato membro. E anche in ambienti vici�ni a Prodi si ricorda che i rapporti tra Stati non devono mai scadere nella «reciprocità», nelle ritorsioni opposte alle chiusure altrui, che rappresenterebbero la morte del mercato imico. Un'escalation fatta a colpi di vincoli e limiti sulle partecipazio�ni azionarie transfrontaliere, in�somma, è un'eventualità che preoc�cupa la Commissione. Nel caso del provvedimento messo in atto dal governo spagnolo per bloccare l'ac�quisizione di Hydrocantabrico pro�prio da parte di Edf Bruxelles ha dato il via libera, anche perché Madrid si era appigliata alla situa�zione particolare della società, in fase di privatizzazione. Allo stesso modo qualsiasi misura decisa oggi dal govemo italiano dovrà supera�re l'esame della Commissione. Con esito tutto da verificare. Monti e De Palacio sono in allerta Il responsabile del mercato interno Frits Bolkestein avverte l'Italia «Non potete frenare le operazioni di gruppi stranieri» Romano Prodi, presidente della Commissione europea
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