Olandesi e fiamminghi tra vetri, dolori, attentati

Olandesi e fiamminghi tra vetri, dolori, attentati Olandesi e fiamminghi tra vetri, dolori, attentati UN immigrato colto arriva ad Amsterdam dall'Iran, fuggendo il regime degh Ayatollah. Non ha scelto il luogo del suo esiho, è solo il primo che gli è stato proposto in un campo di rifugiati. E' una storia vera, cominaata nell'85; Rader Abdolah era già un autore affermato nella sua lingua madre; apparteneva a una famigha di intellettuali e di politici in vista. Nella nuova vita cominciò come tanti ad adattarsi a mille lavori, lasciò da parte i libri ma non le grammatiche. E in capo a sette anni riusc�a pubblicare la sua prima raccolta di racconti scritti direttamente in nederlandese. Da allora, la metamorfosi si è compiuta e ha portato ad altri libri, a riconoscimenti importanti e so�prattutto a un romanzo che esce ora in Italia (per Iperborea), dove si condensa l'esperienza dell'esiho; «Il viaggio delle bottiglie vuote», storia apparentemente autobiografica ma in realtà biografia collettiva sull'im�patto Oriente Occidente, sulle emar�ginazioni della società occidentale stessa, sulla difficile lotta per rita�gliarsi identità e nome, per rinasce�re. Non è un autore «atipico». Altri immigrati in Olanda hanno scelto la nuova lingua e avuto successo (la cinese Lulu Wang, tradotta dal Sag�giatore, l'ugandese Moses Isegawa, tradotto da Sperling BKupfer). Lui però rappresenta al meglio le molte complicazioni e ricchezze della let�teratura nederlandese (quella cioè scritta in Olanda e nella Fiandre belghe), quest'anno ospite d'onore alla Fiera del libro con ventun scrittori. Dovevano essere venti, ma all'ultimo momento si è aggiun�ta alla pattuglia Hella Haasse, la grande «ma�dre» ottuagenaria del romanzo nederlande�se, che ha inaugurato la Fiera mercoled�al Regio, insieme al fiam�mingo Hugo Claus. La Hasse è stata molto tradotta, sia per Iperborea sia per Rizzoli, di Claus abbiamo per ora solo il suo libro più famoso, «La sofferenza del Belgio», Feltrinelli, ma sono entrambi nomi ormai noti, insieme a quello di Cees Noote�boom, per i suoi libri di viaggio e soprattutto per «Rituali», gran bel romanzo vagamente joyciano sullo sfondo di una Amsterdam colta in vari periodi della sua storia recente. Fra i «padri» a volte contestati di un panorama letterario molto vivace, andrà però aggiunto un autore come Harry Mulish, in Italia praticamente sconosciuto. Nell'89 Feltrinelli tradusse «L'attentato», RASSMBau un romanzo tenibile e intenso sugli orrori e le beffe della guerra, dove la trama prende origine da un attenta�to appunto contro un collaborazio�nista, in un paesino olandese. Prima che arrivino i nazisti il corpo viene spostato, ad opera degh abitanti del villaggio, e abbandonato di fronte a una casa i cui ignari proprietari GNA o no sonò di l�a poco massa�crati tutti quanti, eccet�to uno, nell'inevitabile rappresaglia tedesca. Il superstite, cresciuto, dopo parecchi anni cer�cherà di capire che co�sa avvenne realmente, e perché. Avrà infine una risposta, ma sarà esauriente e sconcertante; il cadavere era stato spostato perché finito proprio da�vanti a un'abitazione dove stavano nascosti degh ebrei. Tutti i romanzi di Mulish (figlio di un nazista austriaco e di un'ebrea olandese) affrontano temi analoghi, diciamo il volto insensato del male, dal «Talamo di pietra», del '59, al recentissimo «Sigfrido», costruito intomo all'ipotesi che esista un figlio adulto di Hitler. Ora verran�no tradotti da Rizzoli. Rappresenta�no insieme a quelli di Claus, ma possiamo anche aggiungere Eric de Kuyper, il cui «Al mare» viene ora ristampato da Iperborea lo sguar�do europeo sulla storia di una zona di confine sempre travagliata. Per i più giovani, è diverso: hanno alle spalle il rapido sviluppo economico e soprattutto civile di una società che si è liberata senza troppi traumi dalle sue storiche chiusure d'origi�ne soprattutto religiosa, scrivono come seduti su un avamposto. E i risultati si vedono. Da Amon Grunberg (Mondado�ri), che vive a New York, a Rosita Steenbeek e Rindert Kromhout che si dividono tra l'Italia e Amsterdam, a Kristien Hemmerechts cha ha scritto in inglese le sue opere d'esor�dio, ad autori per bambini molto popolari come Joke van Leeuwen o Bart Moeyaert, come Kromhout edi�ti in Italia da Salani per non parlare dei poeti: Stefam Hertmans, Poi Hoste, Tom Lanoye, Léonard Nolens, Willem van Toom, Peter Verhelst spira in tutti una forte aria cosmopolita che contiene già una nuova idea d'Europa. La si può rintracciare un po' dovunque: ma�gari nel romanzo storico di Margriet de Moor, «Virtuoso» (venne tradotto da Garzanti), che si svolge nell'Italia del '600; ma anche nella deliziosa fiction mitologica di Rosi�ta Steenbeek («Il regno delle om�bre», appena uscito per Frassinelh, ambientato nella necropoli etnisca di Tarquinia) che pure aveva già scritto un romanzo tutto «romano», dove tra i personaggi si indovinava�no Moravia e Fellini. Escono anche «Il capolavoro» di Anna Enquist (Marsilio), un lungo romanzo ad intreccio, quasi una giallo ma con fortissimi implicazio�ni pisicoanalitiche, dove una mo�stra d'arte si trasforma in una salutare catastrofe famigliare. E' stato accolto con grande interesse nel mondo anglosassone e germani�co, ora lo pubblica Guanda. Si tratta di «Album di famiglia», di Renate Donenstein. Ci parla di una tragedia che una donna rivive nella grande casa dove tutto è accaduto vent'anni prima ed ora lei ha deciso di tornare. A poco a poco, nell'arco di un tesissimo monologo, scopriamo che su una famiglia felice con tanti figli si abbatté all'improvviso la follia del�la madre, e solo due fratellini sopravvissero. Il personaggio che dice io nel libro è una dei due, quella che tenta di capire (l'altro era troppo piccolo, ha dimenticato), e di liberarsi del peso che una vicenda del genere comporta. Storia raccontata senza compiacimenti e tuttavia senza mai cercare facili vie d'uscita, senza il grand guignol del lutto né i facili buonismi convenzionali che afflig�gono in genere le nanazioni a base di disgrazie. E' un libro duro, che alla fine lascia davvero un po' senza fiato. Una sorpresa vera. LA LETTERATURA NEDERLANDESE OSPITE D'ONORE ALLA FIERA CON VENTUNO SCRITTORI: DALL'IMMIGRATO ABDOLAH A HELLA HAASSE, DA CLAUS A NOOTEBOOM RASSEGNA Mario Baudino FRESCHI DI STAMPA, IN ITALIA Kader Abdolah, Il viaggio delle bottiglie vuote. Iperborea, pp.l 56, L. 20.000 Anna Enquist, Il capolavoro», Marsilio, pp. 314, L. 32.000. Renate Dorrenstein, Album di famiglia, Guanda, pp. 222, L 26.000 Hella Haasse, Le vie dell'immaginazione, Iperborea, pp. 165, L 20.000 Léonard Nolens, Congedo, Via del vento e Porte socchiuse, Moby Dick. Rosita Steenbeek, Il regno delle ombre, Sperling S K., pp. 252, L. 26.000 Cees Nooteboom, Il giorno dei morti (in uscita a settembre per Iperborea)