Nella notte romana c'è una sirena per Lodoli

Nella notte romana c'è una sirena per Lodoli Nella notte romana c'è una sirena per Lodoli M ANCA un quarto al�la mezzanotte, l'ora dei delitti e delle apparizioni, e Costan�tino aspetta di essere ammazzato dai due uomini che si intrat�tengono con lui su un barcone-ri�storante in riva al Tevere. Intanto gli fanno ingurgitare bicchieri di vino mentre ripassa, nei tonfi del�l'onda che batte contro lo scafo, la confusione della sua vita e l'errore che lo ha portato a quel punto. Perché ci viene detto "metà d'una storia sta nel suo inizio, metà nella fine; nel mezzo tutto vaga incerto, si cerca, si smarri�sce, e intanto avanza". Vale per Costantino e vale per Marco Lodoli che racconta la sua storia in un romanzo breve intito�lato «La notte»; quella notte, e un'altra ancora, che avvolge indi�stintamente cielo e fiume e non risparmia le anime. La situazione di partenza e lo svolgimento, che non tarda a proporci scene trucide e sinistre, sembrerebbe avvicinare Lodoli a certo realismo corrente, caratterizzato da una spavalda acrità e impassibilità. Mentre al contrario si adopera a svuotarlo dal di dentro; con un linguaggio di elaborata, a tratti poetica densità, ma anche con l'obliquità dei conte�nuti. A partire dalla seconda pagi�na del libro, dove uno dei potenzia�li assassini prende a filosofeggiare sul "vomito" delle galassie e sulla RECENLorMo IONE zo do somma spaventosa di dolore che impregna la terra. Fino ad arri�vare per gradi, con attenti dosaggi, all'im�pennata fantastica della parte conclusi�va. Questo Costantino è uno sfaccendato di Centocelle, un ladruncolo e attaccabrighe, ma riesce a preservare l'ansia di un amore che, nella donna e oltre, non conosce confini. Orfano di padre, ha una madre che fa piccoli lavori di cucito e ha l'aria di una parca decaduta e avvilita. Per intimazione, più che consiglio di lei, entra al servizio del Pazzo, un capo inaccessibile e senza volto che punisce con spietatezza la minima inosservanza. Gira tutta Roma sul motorino consegnando messaggi e pacchetti a persone di qualità diversa, zingari, parlamen�tari, camerieri. Ma un giorno si lascia tentare dalla curiosità, apre uno dei plichi, commette uno sgar�ro. Il padrone per ima volta è magnanimo, si limita a destinarlo ad altro incarico, farà il giardinie�re nella sua immensa tenuta. Co�stantino' accudisce al prato, ai fiori, alla piscina. Non può uscire dal giardino, tratta soltanto con i messi del Pazzo e ogni tanto gli capita di doverne seppellire qual�cuno, crivellato di colpi. Il padro�ne lo rimbrotta o complimenta con lettere raffinate e cerimonio�se, attribuendosi il compito di mettere ordine, inflessibilmente, al caos del mondo estemo. Il ragazzo trascorre gli anni in solitudine, si confida con i fiori e gli animali, si sottopone inconsape�volmente a una serie di prove. Tre, come accade nelle favole. Si affe�ziona a un vecchio cavallo che gli verrà portato via, destinato a una corsa clandestina. Cura un falco ferito, che perderà dopo averlo addestrato alla caccia. Ma è con la terza prova che la vicenda, finora abbastanza plausibile in termini realistici, segnala uno scarto im�prevedibile e decisivo. Una sera, per impressionare clienti e comphci riuniti a banchetto, viene getta�ta nella piscina una creatura mo�struosa pescata in mare. E' ima donna caudata e Costantino, inve�ce di provarne ribrezzo, se ne innamora perdutamente. La chia�ma Serena, nel suo amplesso e nel suo canto trova tutto ciò che cercava fin dall'adolescenza. L'amore più appassionato e la più libera avventura, la nostalgia di una originaria innocenza, le pro�messe di una natura difforme ep�pure dolcissima. La sua presenza basta da sola a smascherare il mentito Eden rappresentato dal giardino. Ed a suscitare un senti�mento di amore cos�intenso e pervasivo che il signore del Male, il principe della menzogna, non può tollerare. Aggrappato alla sua sirena, Co�stantino risalirà il Tevere, tra i palazzi sontuosi e le cupole aeree di Roma, tra i casamenti affollati e le baracche del suburbio, in uno stremato e fedele addio alla terra, al suo doloroso ma non pregiudica�to destino. Sono le pagine conclusi�ve, molto belle, di questo romanzo iper-realistico e insieme straluna�to, che mi sembra segnare un colpo d'ala nella più recente stagio�ne di Lodoh. RECENSIONE Lorenzo Mondo Tre prove come in una favola:' uno sfaccendato di Centocelle, ladruncolo e attaccabrighe, riesce a preservare l'ansia di un amore che, nella donna e oltre, non conosce confini Marco Lodoti racconta una storia di mezzanotte, l'ora dei delitti e delle apparizioni: un uomo ripensa alla confusione della sua vita Marco Lodoli La notte Einaudi, pp. 88. L. 20.000 RACCONTO

Persone citate: Einaudi, Lodoli, Lorenzo Mondo, Marco Lodoli

Luoghi citati: Centocelle, Roma