« Avanti così finché Arafat non cede»
« Avanti cos�finché Arafat non cede» IL GOVERNO DI GERUSALEMME SOTTO PRESSIONE RESPINGE LE CRITICHE INTERNE E INTERNAZIONALI « Avanti cos�finché Arafat non cede» Il portavoce del premier: stop alle violenze poi trattiamo intervista RA'ANAN Gissin, il portavo�ce più diretto di Ariel Sha�ron, ha un'aria estrema�mente indaffarata. Sono per lui le ore più difficili dall'inizio del suo incarico: non solo l'opinio�ne pubblica intemazionale, ma anche quella intema è stupefat�ta dalla quantità inaudita di attentati subiti da Israele, e poi dalla risposta senza precedenti dell'esercito di Israele, che ha bombardato addirittura con gli F16 l'Autonomia palestinese. I commentatori israeliani di tutti i giornali anche filogovemativi, sollevano il dubbio che si sia trattato di un gesto inconsulto, legato alla disperazione e alla necessità di dare una risposta intema più che a una vera e propria strategia. E' così, signor Gissin? «Non direi affatto: la prima strategia di ogni Paese civile è quella di difendere i propri cittadini. I cittadini israeliani sono in situazione di pericolo continuo e onnipresente, chi potrebbe accettare una simile condizione di vita, viene a man�care ogni libertà civile, la liber�tà stessa di vivere..». Ma perché usare gli FI6, l'arma più sofisticata e for�se l'ultima spiaggia di una guerra totale I «Perché dopo una serie di atten�tati come quelli subiti senza tregua in questi giorni e in questi mesi, in seguito agli at�tacchi continui a cui noi abbia�mo soltanto risposto, senza mai attaccare per primi, era tempo, prima di arrivare a situazioni peggiori, irreversibili, di dare un segnale deciso, chiaro: noi non accettiamo la violenza, es�sa non porterà da nessuna par�te», Ma ci sono decine di f onera�li nell'Anp... «Nostro malgrado, perché sia�mo stati obbligati a rispondere. E' stato assai meglio dare ades�so un segnale limitato a obietti�vi specifici, legati alle responsa�bilità dell'Autonomia che è il mandante delle aggressioni, piuttosto che giungere a situa�zioni più dolorose». Per ora sembra che faccia�te il gioco di Arafat, che tende a un'escalation per creare le condizioni per un intervento internazionale. Non le sembra? Non è un guaio la posizione della Le�ga Araba che taglia i rap�porti con Israele? «Si tratta di nuovo di un tentativo di piegare Israele, di costrin�gerlo a accettare la violenza palestinese tomando al tavolo delle trattative. Ma la nostra posizione è cristallina: al tavolo delle trattative desidereremmo essere seduti fin da questo stes�so istante. Ma non sotto il fuoco, mentre Arafat dà la luce verde al terrore». Ma da parte vostra quale segnale di buona volontà è pervenuto ad Arafat? La richiesta di congelare gli insediamenti è ormai col�lettiva, e voi non ne tenete conto. «Noi abbiamo già compiuto mol�ti passi importanti per dare segnali di buona volontà. Innan�zitutto, abbiamo rinunciato a creare nuovi insediamenti e na�turalmente abbiamo rinviato ogni ulteriore accordo, tenendo la porta aperta, alla ripresa delle trattative. In secondo luo�go, abbiamo accettato le conclu�sioni della commissione Mi�tchell, che invita alla cessazio�ne della violenza e a tornare al dialogo imponendo alle parti un punto di vista neutrale». Signor Gissin, dov'è la solu�zione per Israele? Non la si intravede. «E' tornare al tavolo delle tratta�tive: e lo chiediamo ai palestine�si. Ponete fine alla violenza e tornate a parlare». [f. n.] «Noi abbiamo già compiuto molti gesti di buona volontà La commissione Mitchell non ci accusa per gli insediamenti» Il premier israeliano Ariel Sharon
Persone citate: Arafat, Ariel Sha, Ariel Sharon, Gissin
Luoghi citati: Gerusalemme, Israele
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