L'imbarazzo del sindacalo «Noi resteremo autonomi» di Roberto Giovannini
L'imbarazzo del sindacalo «Noi resteremo autonomi» I LEADER E LA SVOLTA DELL'EX SEGRETARIO DELLA CISL L'imbarazzo del sindacalo «Noi resteremo autonomi» . retroscena Roberto Giovannini ROMA IMMAGINARE la scena: il ministro del Lavoro Sergio D'Antoni, seduto di fronte ai leader dei sindacati confe�derali, a spiegare che la con�certazione non è più un dog�ma, e che adesso è l'ora dei contratti individuali. Una prospettiva che fa venire la pelle d'oca a molti dirigenti della Cisl. Compresi coloro che videro con favore la nascita di Democrazia Euro�pea. Le evoluzioni politiche di Sergio D'Antoni, per quasi un decennio segretario gene�rale del secondo sindacato italiano, creano imbarazzi e tensioni. Savino Pezzotta ha un bel ripetere che la Cisl, ormai, non c'entra più niente con D'Antoni, o con i molti ex sindacalisti che a vario livel�lo si sono impegnati in Demo�crazia Europea. Ma la scelta di sostenere il centrodestra ai ballottaggi delle ammini�strative e in Sicilia per non parlare della concreta possi�bilità di ritrovarsi l'ex segre�tario nella veste di ministro ha destato ieri allarme e preoccupazione. Anche se nessuno ha dubbi: la Cisl resterà autonoma, comun�que. Durissimo con l'ex leader è il segretario confederale Giovanni Guerisoli. «Nessu�no di noi si aspettava dice una fine cos�ingloriosa. Non credo che si porterà dietro nessuno della Cisl. Il gruppo dirigente di questo sindacato è completamente distante dalla politica sul lavoro e sulle pensioni della Casa del�le libertà». Per Guerisoli, i quadri della Cisl «non si riconoscono in Berlusconi», e la scelta di D'Antoni è «asso�lutamente personale». «Ho sentito parlare di un ministe�ro del Welfare è la conclu�sione -. Si accontenta di poco: nel governo D'Alema gli avevano offerto di fare il vicepremier». «Democrazia Europea so�stiene Lia Ghisani, sempre della segreteria è cosa diver�sa dalla Cisl. Solo una mini�ma parte dei voti dei tessera�ti Cisl è andato a D'Antoni. La Cisl e la sua autonomia non sono messe in discussio�ne da questa decisione. Non credo comunque che con que�sta scelta di D'Antoni la Cisl sia più disponibile con un governo di centrodestra: co�me sempre renderemo conto ai lavoratori». «D'Antoni ha lasciato la Cisl da otto mesi afferma il segretario confede�rale Pierpaolo Baretta per scegliere un itinerario politi�co. Per noi non esistono le possibilità che la Cisl si pie�ghi a logiche di schieramen�to. Gli iscritti a questo sinda�cato votano come il Paese. Se qualcuno pensa che la Cisl si faccia mediare i rapporti con governi e istituzioni da qual�che ex si sbaglia». Preferisce tacere (ma appare di umore assai cupo) il segretario con�federale Raffaele Bonanni. «D'Antoni è un ex segretario e mio amico dice e quindi non commento. Comunque la Cisl è stata sempre un sinda�cato autonomo, e lo sarà sempre anche se D'Antoni diventasse ministro». Tace anche Sergio Coffera�ti. Ma non è un segreto che il numero uno della Cgil da moltissimi mesi aveva espres�so la ferma convinzione che la parabola di D'Antoni l'avrebbe portato nei paraggi del Cavaliere. Laconico an�che il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. «Era prevedibile», dice. Chi parla senza troppi problemi è il capo dei metalmeccanici della Fiom-Cgil, Claudio Sabattini. «Di Democrazia Euro�pea ha detto Sabattini ho sempre pensato che fosse un grande disegno senza testa né gambe. Anzi, con una sola testa, che non è quella di D'Antoni». E che dire del�l'eventualità che D'Antoni, da ministro del Lavoro, deb�ba occuparsi del contratto dei metalmeccanici? Sabatti�ni troverebbe la cosa «una ingerenza nei confronti dei sindacati». Tace Cofferati PerAngeletti «Era una mossa prevedibile da tempo» Claudio Sabattlni. dei metalmeccanici Cgil
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