Cinque colpi alla stundetessa, poi il suicidio di Antonio Giaimo

Cinque colpi alla stundetessa, poi il suicidio Cinque colpi alla stundetessa, poi il suicidio Tragedia a Pinerolo, lei aveva respinto le avances del professore Antonio Giaimo Massimo Noma PINEROLO Lui; Grant Matheson Dunn, scoz�zese di 38 anni, insegnante a tempo perso, ex impiegato di un'azienda metalmeccanica, col�laboratore di un provider. Abita con la moghe in un paesino della Val Chisone, Perosa Argentina, tremila anime perse in un verde d'altri tempi. Lei: Emanuela «Nana» Ferro, 19 anni, studen�tessa liceale, ultimo anno del linguistico «Marie Curie» di Pine�rolo. Lui ha ammazzato lei ieri mattina alle 12,45 nel parcheg�gio davanti alla scuola. Sette colpi di pistola, due nella testa, tre nella schiena, uno a vuoto; l'ultimo se l'è riservato per sé, la canna della Browning calibro 9 in bocca. Ha premuto il grilletto per non soffrire più per quel�l'amore che non c'era. Nello zainetto una seconda semiauto�matica, un'altra Browning, iden�tica, bifilare, il colpo in canna, tenuta di riserva. Lui é nato a Oban, terra di grandi whisky e acque cristalline. Prima di uccidere consegna una lettera facciate scritte con una grafìa minuta e regolare, ricca di sottolineature e capover�si all'amica di Emanuela, Fran�cesca Cottino. Dice: «Dalla a sua mamma, prima che arrivino i carabinieri». E' calmo e non lascia presagire quello che ha in mente. Francesca, che sta raggiungendo l'amica che è già salita sulla sua auto, una Punto cabrio argento, apre il fogho piegato in quattro, cos�minuzio�samente da sembrare chiuso in una busta che non c'è. Fa appe�na in tempo ad alzare lo sguardo e vede, come in un orribile rallenty, Grant Matheson Dunn aprire di scatto la portiera, dire qualcosa a Emanuela, in inglese. Poi il frastuono dei colpi di pistola esplosi in rapida sequen�za. «Nana» scivola lentamente suh sedile, i vetri in frantumi, i capelli castano-biondi che sfiora�no l'asfalto, un filo di sangue che si allarga sul catrame. Ora lo sguardo di Francesca è rivolto verso l'assassino, che si appog�gia con la schiena alla Punto, lato posteriore, si infila la canna in bocca e spara. Cade riverso. La «Lacoste» azzurra non ha neanche uno schizzo di sangue, i pantaloni blu hanno la piega ancora intat�ta, con la cintura bianca di fibra intrecciata, dello stesso colore delle scarpe, bianche, da barca. Cade in ginocchio, senza un grido, e il sangue inonda la capette biege e la fiancata. Fran�cesca urla sotto il sole e arriva la folla. I carabinieri, il magistrato, il medico legale, le ambulanze. Il resto è strazio: i cadaveri all'obitorio, il papà di Emanuela che è tra i primi ad arrivare, trattenendo i singhiozzi e tenen�do lo sguardo fisso sui capelli di Nana. Poi arriva la madre, Wan�da Pons. Dovranno tenerla a forza, perchè ha letto la lettera e cerca di buttarsi dalla finestra. Grant Matheson Dunn scrive alla mamma di Nana in italiano. Una lettera-poesia, segretata dal giudice, in cui lu�le dà del tu. Le racconta «delle tenerezze», dei «momenti splendidi passati con Nana» che non è ancora morta, in quel momento, mentre sta scrivendo, ma per lui sì. Deve uccidere, perchè «se ne stava andando via, lasciandolo per sempre solo e allora, dopo, sarebbero stati insieme, per sem�pre, lassù nel cielo e per sempre uniti. Tu (la mamma di Nana, ndr) non devi piangere, saremo tutti più fehei». Frasi scoimesse, oltre a macabri e folli auguri di una prossima «vita fehee». La moghe dell'assassino. Cri�stiana, insegna al liceo ed è una deUe sue professoresse. Nana ha bisogno d�traduzioni dall'ingle�se, e va da luì. Tre, quattro incontri, nella villetta di via Fratelli Caffer, in cima a un poggio. Vetri a specchio, prato, aiuole curate e le sdraio nel patio d�legno scuro. Poi stop. Il professore la importuna, le fa la corte, la tempesta d�telefonate. E poi letterine abbandonate sul parabrezza. Se lo ritrovava davanti ovunque, negli ultimi mesi. Alla fer�mata del bus, sotto casa, all'usci�ta della scuola. Le offriva passag�gi. Le diceva: «Dobbiamo veder�ci, ti devo spiegare, ti devo raccontare un sogno che ho fat�to...». Nana raccontava tutto al fidanzato, Christian Laggìard, 29 anni. Un po' infastidita, non preoccupata. Il «professore» era sempre gentile, mai un gesto nervoso, mai un gesto fuori po�sto. Quasi ridìcolo. Forse pateti�co. L'uomo, scozzese di 38 anni, da tempo ossessionava la liceale diciannovenne Prima di sparare davanti alla scuola ha dato una lettera a un'amica di lei «Staremo insieme per sempre» Il parcheggio del liceo con il corpo dell'Insegnante di inglese Grant Matheson Dunn, che prima ha ucciso la giovane Emanuela Ferro e poi si è suicidato

Luoghi citati: Perosa Argentina, Pinerolo