La propaganda di odio che moltiplica i kamikaze di Fiamma Nirenstein

La propaganda di odio che moltiplica i kamikaze LAVIAGLORIOSAAL PARADISO L'ANNIENTAMENTO DEL NEMICO La propaganda di odio che moltiplica i kamikaze analisi Fiamma Nirenstein GERUSALEMME AHMOUD Ahmed Mar�mash aveva solo 21 anni: scapolo, falegname, abi�tante di Tulkarem, un paese ver�de e fiorito. Probabilmente ha ricevuto l'ordine d�andare a farsi saltare per aria ieri mattina. Ouando ha saputo che si stavano spalancando per lui le porte del paradiso e che stava per uccidere quanti più ebrei possibile, ha preso una scatola di caramelle e l'ha portata alla sua mamma, da cui ha preso congedo. Ora la sua famigha è fiera di lui, e non solo lei, e neppure soltanto Hamas. Molte caramelle identiche a quelle portate alla mamma sono state lanciate per aria, come a un matrimonio, quando la notizia della strage è arrivata nella West Bank. A Ramallah infatti, con espressioni d�gioia la gente si riversava nelle strade e festeggia�va; la televisione degli Hezbollah Al Manara aveva dato la notizia e le immagini dell'attentato terrori�stico. E' stata festa grande. Il capo di Hamas a Gaza dichiarava im�mediatamente alla tv israeliana che «Nessun ebreo deve sentirsi sicuro, in nessun luogo di Israele, neppure �bambini, che comun�que quando avranno diciotto an�ni diventeranno soldati». Gli esperti d�terrorismo hanno cominciato subito a discutere dei mandanti, gli esecutori, i prossi�mi cinque terroristi suicìdi che sarebbero ancora per strada, dato che cinque ce ne sono già stati da quando Hamas ha annunciato che dieci bonibe erano sulla ram�pa d�lancio. Ma è una falsa pista: Hamas non è più una setta, la Jihad Islamica neppure. Il terrori�sta suicida è ormai un fenomeno molto diffuso, e comincia nell'in�fanzia. In questi mesi la scuola di formazione del terrore è divenuta di massa a causa d�un nuovo fenomeno che riguarda l'uso della propaganda, delle parole e delle immagini nell'Autonomìa palesti�nese e nel mondo arabo in genera�le. Non si tratta più di problemi territoriali, d�rivendicare lo Sta�to Palestinese, lo sgombero degli insediamenti. E' un grande feno�meno d�tutt'altra natura che sta già preparando migliaia d�Mahmud Ahmed Marmash pronti a entrare in azione. Stamane il giornale palestine�se ((Al Hayat AlJadìda» (quotidia�no ufficiale) in un commento centrale, a firma d�Fahmi Huwaidì, scriveva: «L'odio per gli israe�liani dev'essere guardato come una medagha sul petto d�ogni arabo, come una misura d�pa�triottismo, un certificato di gran�dezza e d�nobiltà!». Articoli di (presto genere sono molto comu�ni: un altro nei giorni scorsi scri�veva «Chiediamo a Allah d�di�struggere Israele». Il giornale egi�ziano ((Al Haram» scriveva «Gra�zie a Hitler», che ha capito in anticipo cosa sono gli ebrei. Anco�ra: il «Kjordan Times», il 15 mag�gio: «Il nuovo nazismo è il sioni�smo». La canzone «Odio Israele» dell'egiziano Shaban Abdul Rabuim è un hit nel suo Paese e ormai la si vende a decine di mighaia d�copie ovunque, anche nell'Auto�nomia e a Gerusalemme Est. Arafat durante l'attentato di ieri, pregava nella Moschea d�Gaza da cui, all'inìzio dell'Intifada, l'Imam chiese di «uccidere gli ebrei ovunque si trovino». Questo invito è stato ripetuto più volte a tutte le latitudini dei Paesi Arabi, da leader e intellettuali. Alla tv palestinese in questi giorni vanno in onda clip di questa natura: il bambino Mohammed Al Dura (quello disgraziatamente ucciso in uno scontro a fuoco fra soldati israeliani e palestinesi) appare contro imo sfondo azzurro su cui si aprono le porte del paradiso e invita �suoi amichetti a lasciare i giocattoli e a prendere le pietre. I bambini combattono (non in una sola clip, è un modello ripre�sentato come eroico e desiderabi�le continuamente), uno di loro cade e la canzone dice che sua madre è fiera che se ne vada in paradiso. Un altro film mostra ima pattuglia (finta) di soldati israeliani che incontrano una bambina con i suoi genitori: la bimba viene violentata e i genito�ri uccisi dai soldati. Mentre Assad d�Siria ha ripe�tuto in occasione di due vertici delia lega Araba che gli ebrei «sono più razzisti dei nazisti» e accanto al Papa che «tradiscono i principi di tutte le fed�come hanno tradito Cristo e Maomet�to», Khamenei ha ripetuto al sum�mit dei paesi islamici che «l'Olo�causto è una menzogna», cosa che viene scritta quasi ogni gior�no dalla stampa araba. In Giorda�nia la settimana scorsa c'è stato un convegno obiettivo era dimo�strare che gli ebrei hanno mentito sulla Shoah per poter costruire Israele. Il tema è popolarissimo: nelle parole crociate sui giornali pale�stinesi il Museo dell'Olocausto è quello in cui «si rende etema la menzogna della Shoa». La disuma�nizzazione dell'avversario comin�cia sui libri di testo: a settembre ne sono stati distribuiti nelle scuo�le palestinesi 15 nuovi o rivisti. Ai bambini si insegna che «non c'è alternativa a distruggere Israe�le», che Israele si vuole estendere dal Nilo all'Eufrate, da Medina al Kuwait; la carta d'Israele è cassa�ta. La Palestina va dal Libano all'Egitto. Le parole crociate, di nuovo, chiedono qual è il più famoso porto della Palestina, e la risposta non è Gaza, ma Jaffa. Sharon è mi macellaio, Peres un cane da guar�dia dei settler, a volte vestito da nazista. Al di là del conflitto, dunque, c'è, in lingua araba, la disumanizzazione del nemico e la sua desiderabile sparizione com�pleta che crea un mare d'odio senza speranza e invita a far sparire Israele in ima nuvola di fumo. I libri di testo delle scuole indicano lo Shahid, il martire, come un modello da imitare.