Sindacati alla prova del nuovo governo

Sindacati alla prova del nuovo governo Sindacati alla prova del nuovo governo Roberto Gìovannini LO scenario, i leader di Cgil-Cisl-Uil, lo conoscono già. Della trojka di dirigenti che nel 1994 con Silvio Berlusconi trattarono, discussero e Utigarono, sette anni dopo al suo posto c'è solo Sergio Cofferati. Cis e Uil, al contrario, hanno salutato i loro capi prestigio�si, Sergio D'Antoni e Pietro Larizza, e si affidano a segretari generali come Savino Pezzetta e Luigi Angeletti: sindacalisti sperimentati, cer�to, ma che ancora non hanno mai provato il «fuoco della prima linea», nella guerra che molti si attendono scoppierà tra le confederazioni sin�dacali e il governo del Cavaliere. A destra e a sinistra, in effetti, ci sono molti che auspicano o paventa�no uno scontro frontale. Nei Ds c'è chi spera nella Cgil; sul versante opposto molti si aspettano una resa dei conti con lo strapotere sindaca�le. Altri ancora nel centrodestra e in Confmdustria puntano su uno scenario alla "San Valentino": un governo in grado di dialogare con Cisl e UU e di isolare e battere Cofferati. È però probabile che que�ste aspettative vengano deluse. Dif�ficile valutare quali delle indicazio�ni programmatiche della Casa della Libertà verranno «spinte» con più determinazione dal futuro premier; in ogni caso, i sindacati confederali si attrezzano più a un lungo braccio di ferro che per una guerra-lampo. E in attesa delle prime mosse di Berlusconi serrano le fila. Qualche settimana fa era l�a duellare in modo veemente con la Cgil sui contratti a termine; oggi prende in giro chi pensa a un patto sociale «separato». Raffaele Bonanni, segretario confederale della Cisl: «Con la Cgil posso anche brigare, ma io so benissimo che se tratto come sindacato unito sono molto più forte. Vogliamo ricostruire con loro un rapporto forte, ma non dimentichiamo che proprio la Cgil in passato ha svolto trattative "carsiche" con quello che considera�va governo "amico". Sono proprio curioso di verificare se non assume�ranno un atteggiamento pregiudi�ziale». Per il numero due della Uil, Adriano Musi, «la storia dei contrat�ti a termine era a sé, e c'era una dialettica anche tra gli imprenditori spiega non vedo spazio per accordi separati. E credo che sia impossibile pensare a una concerta�zione sulle regole contrattuali o sul mercato del lavoro che tagli fuori una o più grandi organizzazioni». In casa Cgil, si sottolineano con palese soddisfazione i segnali di pace che negli ultimi tempi le confederazioni si scambiano. Non è certo casuale, fanno notare i collaboratori di Coffe�rati. Molto dipenderà dall'agenda del governo. Il primo nodo sarà quello dei contratti. Potrà il Cavaliere (sia pure indirettamente) subire le con�seguenze di un inasprimento del conflitto sociale? Musi e Bonanni non chiedono un intervento del�l'Esecutivo sulle vertenze, ma come spiega il .sindacalista cislino «gli aumenti salariali dei contratti sono l'unico modo concreto per sostene�re e rilanciare l'economia, oltre a drastici interventi sui prezzi per bloccare l'inflazione». Bonanni chie�de con forza un massiccio taglio dell'accisa sulla benzina: «Non ave�vano detto che bisogna ridurre le tasse?». Nemmeno sulla verifica del�le pensioni sono prevedibili conflit�ti, «sempre che dice Guglielmo Epifani, numero due della Cgil non si voglia stravolgere la riforma, e che preventivamente sia reso dispo�nibile il Tfr per i fondi integrativi». E a parte le dichiarazioni di rito, nessuno crede che di «contrattazio�ne regionale» il nuovo governo pun�ti a ridefinire in tempi brevi le regole delle relazioni industriali at�traverso un nuovo ((patto sociale», magari per arrivare alla contratta�zione regionale. Dove potrebbe scoppiare il con�flitto? In attesa di conoscere il Dpef, il pacchetto di misure dei 100 gior�ni, e la Finanziaria, i fronti «caldi» sono tre: flessibilità del lavoro, scuo�la e sanità. Sui «contratti individua�li» (sempre in attesa di proposte concrete da valutare) il fronte sinda�cale reagirebbe negativamente in modo compatto. Difficile valutare la risposta a un possibile pacchetto di stampo «spagnolo»: nessun inter�vento sui lavoratori attivi, regole e salari più «leggeri» per i nuovi assunti. Un boccone indigeribile per la Cgil, mentre la Cisl e la Uil potrebbero accettare se lo scambio fosse di valore: «con la partecipazio�ne in azienda», dice Musi; «con la stabihzzazione del lavoro precario, specie al Nord», dice Bonanni. La Cgil e la Uil, poi, difenderanno fino alla fine la rifomia deUa scuola Berlinguer-De Mauro; la Cisl vor�rebbe prima ((vedere qual è l'alterna�tiva». Sulla sanità, invece, molto dipenderà dai progetti del governo: i tre sindacati contrasteranno gli eccessi di regionalizzazione «non solidali», e osteggeranno strategie alla Formigoni di parificazione tra pubblico e privato. Ma se il centro�destra dovesse tentare una privatiz�zazione del welfare...

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