Guidi ottimista: l'intesa arriverà di Roberto Ippolito

Guidi ottimista: l'intesa arriverà CONFINDUSTRIA«ALTAVOLO BISOGNA DISCUTERE ANCHE DI MERCATO E COMPETIZIONE» Guidi ottimista: l'intesa arriverà «Però non calcoliamo l'inflazione importata» Roberto Ippolito LE parti sono lontane. Ma per Guidalberto Guidi, consigliere incaricato del�la Confmdustria per le relazio�ni industriali, arriverà l'accor�do tra le aziende e i sindacati dei metalmeccanici. Dottor Guidi, è preoccupa�to per lo sciopero dei me�talmeccanici? «Lo sciopero purtroppo rien�tra nella patologia di una vertenza. Siamo nella fisiolo�gia. Il clima però non è da attesa del diluvio universale». Ma non si fronteggiano tesi inconciliabili? «Ricordo che per i metalmec�canici non è in discussione il rinnovo contrattuale, ma l'adeguamento della parte eco�nomica. La materia del con�tendere è questa: l'inflazione pregressa per il biennio 1999-2000 (cioè il differenzia�le tra inflazione programma�ta e reale); il rispetto dell'infla�zione programmata per il peri�odo 2001-2002. Poi i me�talmeccanici parlano del mi�glioramento della produttivi�tà di settore. Questo è un concetto vago. L'eventuale ric�chezza creata in più è la base per il calcolo di una erogazio�ne o meno per il secondo livello, il contratto azienda�le». Le aziende offrono 85 mi�la lire, i sindacati chiedo�no 135 mila: le distanze quindi restano, no? «Il differenziale tra l'inflazio�ne programmata e quella effet�tiva per il biennio passato purtroppo è dovuto intera�mente alle ragioni di scambio, cioè all'inflazione importata: la svalutazione dell'euro e l'aumento delpetrobo». Di questa non si deve tener conto? «Dell'inflazipne importata non si deve tener conto nel�l'adeguamento della parte eco�nomica. Questo fu previsto quando venne sottoscritto l'accordo del luglio 1993 per la politica dei redditi». Ma... «Ripercorriamo la storia. Al�l'inizio del 2000 la crescita era forte, c'era la svalutazio�ne competitiva dell'euro ri�spetto al dollaro e allo yen, c'era la ripresa dei mercati mondiah. Siamo ripartiti, poi la situazione è diventata mol�to più fiacca. Poco per volta i vantaggi iniziali si sono tra�sformati in svantaggi: il de�prezzamento in maniera ec�cessiva dell'euro ha continua�to a produrre benefici, ma nei conti delle imprese hanno im�pattato gli aumenti dei costi della materie prime e dei semi�lavorati che vengono pagati con il dollaro». Cosa hanno fatto allora le aziende, secondo lei? «La competizione veramente globale ha impedito alle im�prese, giustamente, di aumen�tare i prezzi di vendita nella stessa misura dell'incremen�to registrato per le materie prime. Con il risultato che si sono ridotti i margini delle imprese. Le aziende hanno già sopportato un peso sul conto economico, non possono paga�re una seconda volta con l'au�mento del costo del lavoro». Lo sa però che esiste una lettura diversa dell'accor�do del 1993? «Ogni accordo va interpretato ed è soggetto a valutazioni. Che l'inflazione attualmente stia crescendo poi non c'entra nulla. L'accordo del 1993 ruo�ta infatti intomo all'inflazione programmata: è questo lo strumento della politica dei redditi. Pertanto l'inflazione tendenziale non c'entra nien�te. Altrimenti ritorneremmo alla spirale inflazione-incre�mento delle retribuzioni-ulte�riore crescita dell'inflazione con un grave danno per l'eco�nomia». Secondo la Confmdu�stria, insomma, l'accordo del 1993 esclude chiara�mente il computo dell'in�flazione importata? «A nostro giudizio questo è scritto chiaramente. Ma non si tratta di un'operazione pu�ramente contabile. Non c'è l'Istat che determina cosa fa�re, c'è un accordo che deve essere gestito». E allora come si esce da questa situazione? «Come siamo usciti tutte le altre volte. Alla conclusione di una vertenza siamo sempre arrivati. E penso ci arrivere�mo anche questa volta». Sicuro? «Non arrivare all'accordo og�gi significherebbe non trova�re poi l'accordo fra due anni quando deve essere rinnovato il contratto»: Quindi lei... «Io sono fiducioso che si trovi l'accordo. E dobbiamo sem�pre tener presente che se vo�gliamo calcolare e remunera�re le differenze di impegno dei dipendenti, non ci sono due livelli contrattuali ma tre». In sostanza lei sta dicen�do che la Confindustria è dialogante e non dura? «Io credo che, dal punto di vista delle imprese, c'è l'esi�genza di tener conto della perdita di competitività del sistema industriale. Non esi�ste certo solo il problema del costo del lavoro, ma questo è fondamentale. Al tavolo della trattativa non ci sono più soltanto i sindacati e la Con�findustria, ma anche due si�gnori molto prepotenti e che non consentono errori: il mer�cato e la competizione». Guidalberto Guidi

Persone citate: Guidalberto Guidi