«Qui si rischia di perdere»

«Qui si rischia di perdere» IL BALLOTTAGGIO A ROMA 1 TIMORI DEL CANDIDATO DELL'ULIVO «Qui si rischia di perdere» Veltroni: serve grande mobilitazione retroscena Maria Teresa Meli ROMA aUALCUNO nella Quercia gli ha affibbiato un soprannome malevolo: Badoglio. Ma a Po�ma Walter Veltroni gioca una parti�ta politica senza rete. Se dovesse fallire, il leader diessino si trovereb�be orfano, nel contempo, di una poltrona al Botteghino e di uno scranno a Montecitorio (giacché ha deciso che, comunque andranno le elezioni, lui alla Camera, dove pure è stato eletto, non ci andrà). Certo, manterrebbe il seggio a Strasburgo, ma, dopo tre sconfitte (quella del centrosinistra, quella dei ds, e la sua, personale, nella Capitale) almeno un giro, nella politica attiva, Veltroni sarebbe costretto a saltarlo. L'aveva immaginata più facile, all'inizio, questa impresa. Quando l'estate scorsa ne aveva parlato con Rutelli, appena gli era balenata l'idea di andare al Campidogho, cre�deva che fosse meno ardua di quel che poi si è rivelata. E ancora, mentre rompeva gli ultimi indugi, siglava con D'Alema l'ennesimo pat�to che avrebbe portato all'elezione dell'ex premier dia presidenza della Quercia, è, lasciando il partito in mille difficoltà nelle mani del pove�ro Polena, si conquistava quell'anti�patico soprannome di Badoglio, Vel�troni non disperava. Adesso, anche sedagiomie giorni dava il ballottag�gio per «scontato al 95 per cento», 0 segretario ds sembra più cauto. «Se non c'è una grande mobilitazione dell'elettorato del centrosinistra, si rischia di perdere e di consegnare Roma a Tajani, a Storace e al centro�destra», ha confidato a qualche fede�lissimo un preoccupato Veltroni. Pre�occupato, sì, e ne ha ben donde. I romani che votano Ulivo è uno dei ragionamenti che in questi giorni vengono fatti dal segretario e dal suo entourage potrebbero sentirsi de�motivati, dopo la sconfitta elettora�le, e andare alle urne in numero minore. E i centristi del centrosini�stra potrebbero non avere grandi ragioni di votare un candidato di sinistra, tanto più che, in quegli ambienti, almeno a livello naziona�le, la tentazione di dare un'altra botta alla Quercia per riequilibrare ulteriormente i rapporti di forza all'interno della coalizione, c'è. «Se non c'è grande mobilitazione si perde», allora, è diventato il ritornello di Veltroni e dei veltroniani. Mentre nel campo avverso si lavora per contrastare il segretario ds. Sto�race, reduce dalla non certo brillan�te prova di An a Roma, si è insediato nel comitato elettorale di Tajani, perché solo l'elezione dell'esponente di Fi potrà servirgli per ottenere una rivincita. Per sovrappiù, Veltroni e i suoi hanno anche il problema di capire quello che farà quell'area grigia che si muove attorno a Demo�crazia europea. Andreotti ha dichia�rato la sua propensione per Tajani. Ma il senatore a vita ha come punto di riferimento le gerarchie ecclesia�stiche e non le possibili trattative con Berlusconi. Tant'è vero che D'Antoni, che gioca un'altra partita, ha frenato. E l'altro ieri Paolo Cirino Pomicino è stato a colloquio con il Cavaliere. Il sostegno, a Tajani, lo si può anche dare, però perché offrirlo "gratis et amore dei"? Al leader della Casa delle Libertà, Pomicino ha spie�gato che quella di Andreotti era un posizione personale, e ha cercato di tastare il tenreno. Ma che cosa chie�dere a Berlusconi? L'esponente di Democrazia europea ha concentrato la sua attenzione sulla Sicilia. Si potrebbe, per esempio, mettere qual�che esponente di De nel listino del candidato presidente della Regione. Magari qualche posto di sottogover�no... Niente di più, però. Perché quel che pensa, Berlusconi, lo ha fatto capire chiaramente ieri, quando, in una conferenza stampa al fianco di Tajani, si è detto soddisfatto del�l'uscita di Andreotti e ha aggiunto: «Se fosse possibile avere l'appoggio da parte di tutta De, che comunque conta il 2 per cento, li ringrazieremmo certamente». Come a dire: mi grazie non si nega ma per quel non pingue pacchetto di voti nelle tratta�tive non ci si svena. Veltroni, comunque, con De si lascia una porta aperta, ahche per�ché il movimento dantoniano e tutt'altro che unito sulla scelta del candidato da appoggiare. E comun�que, il segretario ds, che ha incassa�to il sostegno di Di Pietro (e, forse, grazie alla «valenza sociale dei suoi programmi», persino l'appoggio del Fronte Nazionale di Tilgher, che «sorprende» Veltroni, il quale però non lo rifiuta), continua la sua cam�pagna elettorale a pieno ritmo, aiuta�to da Rutelli, che ieri è andato in giro con lui. Lavora incessantemente, il leader della Quercia. Perché se ci sarà (ama straordinaria mobilitazio�ne», allora s�che potrà farcela. E dal Campidogho, potrà giocare una nuo�va partita politica importante, met�tendo anche un'ipoteca sulla futura leadership del centrosinistra. A sinistra si teme la "disaffezione" degli eiettori delusi Incassato l'appoggio di Di Pietro e della estrema destra di Tilgher. D'Antoni prova a contrattare il sostegno a Tajani Walter Veltroni, segretario dei Democratici di sinistra, e candidato sindaco di Roma

Luoghi citati: Roma, Sicilia, Strasburgo