Gullotta: la Chiesa ci chieda scusa di Giacomo Galeazzi
Gullotta: la Chiesa ci chieda scusa L'ATTORE SI CONFESSA Gullotta: la Chiesa ci chieda scusa «Io, cattolico, emarginato per la mia sessualità» Giacomo Galeazzi ROMA PRIMA il cardinale Martini propone alla Chiesa la revisio�ne della condanna dell'amore omosex, poi la diocesi di Padova accoglie i gay in un gruppo parrocchiale-laboratorio. Leo Gullotla, at�tore, omosessuale dichiarato e an�che credente convinto, giudica con favore la nuova strada aperta dai cattolici veneti. «Ho sempre avver�tilo la necessità di incontrare Dio, la mia condizione e le severe nor�me della chiesa mi hanno provoca�to problemi, all'inizio pur credendo fermamente abbandonai la Chie�sa». Qual è stato il suo cammino di credente? «Sono nato in un quartiere popola�re di Catania e sono cresciuto al�l'oratorio salesiano. Ricordo le for�mule ripetute a memoria al catechismo, quelle stesse parole che oggi soddisfano le domande di una fede matura, di una libera interiorità che il materialismo della nostra società cerca di svilire». Quando la sua condizione omosessuale ha cominciato a provocarle problemi? «Facevo il chierichetto e come il protagonista di "Nuovo Cinema Pa�radiso" andavo al cinema parroc�chiale, ogni domenica pomeriggio, a vedere i film religiosi. Ma non stavo bene. Il parroco mi colpevo�lizzava e mi emarginava. Non lo tollerai più e disertai a lungo la chiesa. Solo più tardi ho fatto la pace. Soprattutto quando ho cono�sciuto i sacerdoti di frontiera, cos�diversi da quel prete severo e ingiu�sto. Loro s�che sono impegnati con la sofferenza, accolgono e ascolta�no la gente in crisi, le persone che hanno bisogno di aiuto». L'essere stato emarginato la turba ancora? «Sono cose che non si dimenticano. Ma questa iniziativa cancella ana�cronistiche e crudeli discriminazio�ni, partendo dalle necessità interio�ri. CanceUaleincomprensionigenerate da documenti punitivi e Scri�minanti della Curia, cos�lontani dal clima di ascolto e misericordia creato dal Papà con ogni suo ge�sto».' i Voci autorévoli propongono un canea culpa» ecclesiale per il trattamento riservato ai gay. Secondo lei la Chiesa do�vrebbe chiedere perdono agli omosessuali come ha fatto per l'Inquisizione? «Sì, ma non deve essere un minuet�to che dura un giorno. Vanno ab�bandonate posizioni intransigenti, recuperando quell'ascolto integra�le che don Puglisi metteva al primo posto. Come c'è differenza tra pae�se legale e quello reale, la Chiesa istituzione è lontana dalla sensibili�tà di tanti suoi pastori. Eppure nel Vangelo non viene condannata l'omosessualità, ma l'ipocrisia. Se la Chiesa è il tempio dello spirito, perché disciiminare le esigenze spi�rituali sulla base di comportamenti che attengono esclusivamente alla sfera privata?» Lei ha sempre fatto la Comu�nione? «Tutte le volte che ho potuto, an�che quando avevo una relazione in corso. Ho amici frati che mi hanno offerto, generosamente, il loro ascolto e la loro assistenza spiritua�le: non si sono mai sentiti giudici, e non mi hanno mai condannato per come vivevo la mia sessualità». Entrerebbe a far parte del gruppo di omosessuali cattoli�ci della parrocchia di Padova? «Certo, questa è la vera Chiesa, ■ Cristo accoglieva tutti come fa que�sto sacerdote, immune dai diktat di Ratzinger e dai suoi argòiftienti del-T l'altro secolo». Leo Gullotta, lei è a Milano per partecipare ad un incon�tro con genitori che hanno figli omosessuali. Cosa dirà loro oggi, dopo questi segnali di apertura? «Sono stato colpito dal coraggio e dalla tolleranza del parroco vene�to che pone l'anima al centro della sua missione. Senza chiede�re a chi si avvicina al suo gruppo quali siano le inclinazioni sessua�li, se sia single o stia vivendo un rapporto di coppia. Mi sembra un'esperienza splendida, com�piutamente cristiana, in linea con la sensibilità religiosa dell'in�tera Europa, mirata a donare serenità e comprensione senza punire il cattolico che c'è in noi». L'attore Leo Gullotta
Persone citate: Gullotta, Leo Gullotla, Leo Gullotta, Puglisi, Ratzinger
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